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30/07/2018Le triade di MacDonald sono i segnali predittivi degli assassini seriali.
La triade di MacDonald è una serie di comportamenti psicologicamente riconosciuti come campanello di allarme alla psicopatia criminale e diagnosticati nell’infanzia o adolescenza.
Si tratta di tre specifici comportamenti presenti durante l’infanzia della maggior parte dei serial killer e sono:
- piromania, ovvero un’intensa ossessione per il fuoco e l’appiccare piccoli o grandi incendi;
- enuresi, frequente, senza controllo da parte del bambino e ben oltre l’età in cui possa essere accettato o considerato come normale;
- zoosadismo, ovvero crudeltà e tortura sugli animali, domestici e non; in questo caso il bambino oltre che spinto dalla curiosità verso il provocare dolore ne è anche affascinato tant’è che può trasformarsi in vero e proprio sadismo che può sfociare in una perversione o parafilia la quale è spesso tratto tipico dei serial killer.
Questi comportamenti, pur essendo presenti nell’infanzia di molti adulti poi diventati assassini compulsivi, non sono una condizione assoluta.
Sicuramente la presenza di almeno due di questi comportamenti può essere utile nel riconoscere precocemente eventuali devianze psicopatiche o sociopatiche nei bambini, ma non è detto che una volta adulti possano manifestare comportamenti violenti.
Secondo gli esperti infatti, sono molti i fattori ad entrare in gioco e nella maggior parte dei casi sono fattori ambientali, familiari e sociali oltre che psicologici.
La teoria di MacDonald
Lo psichiatra forense John Marshall MacDonald (1920-2007), in un articolo apparso nel 1963 sull’American Journal of Psychiatry intitolato “The Threat to Kill”, che tradotto significa “La triade dell’assassino”, formulò una interessante teoria dei segni predittivi di un possibile criminale di stampo crudele, come in effetti sono i serial killers.
L’esistenza dei parametri della triade di MacDonald è considerata un segnale indicativo della possibilità che crescendo la persona peggiori sempre di più il suo comportamento violento diventando un efferato assassino.
John MacDonald ha dichiarato che: “una storia di grande brutalità dei genitori, estrema seduzione materna o la triade del risveglio infantile, crudeltà verso gli animali e l’enuresi possono essere i segnali indicativi da tenere sotto controllo e che si presentano in tutte le ipotesi di criminali pluriomocidi ed assassini seriali, quindi non può considerarsi una semplice coincidenza”.
L’articolo di MacDonald era basato sul suo lavoro condotto su 100 pazienti al Colorado Psychopathic Hospital di Denver, in Colorado, pazienti aggressivi che avevano minacciato o commesso atti di grande violenza.
I primi pensatori psicoanalitici ponevano anche molta enfasi su questi comportamenti, vedendoli come prodotti di uno sviluppo psicosessuale arrestato e di impulsi sessuali e sadici sublimati.
La psicoanalista Melanie Klein vide l’enuresi come vendetta sadica di una figlia contro sua madre.
Grazie a questa analisi è possibile quindi cogliere molti segnali premonitori nel comportamento di bambini e adolescenti che rischiano di diventare aggressivi violenti o assassini seriali.
Attraverso la sua teoria, MacDonald identifica i tre suddetti fattori come possibili precursori o segnali di avvertimento della sociopatia, del serial killing e delle personalità psicopatiche.
La Triade di MacDonald, teorizzata nel 1963, distinse tre comportamenti tipici dei serial killer nella loro infanzia:
– Piromania ovvero la mania di accendere fuochi per il semplice gusto di distruggere le cose.
– Crudeltà verso gli animali con cui i baby serial killer spesso uccidono animali e frequentemente solo per il loro piacere di farlo e non per impressionare i loro pari.
– Enuresi Notturna ovvero fare la pipì a letto oltre l’età “normale” entro cui i bambini cessano di farla.
Fattori condizionanti
Vi sono altri aspetti che MacDonald riteneva che influissero, oltre alla triade, sullo stato mentale del possibile serial killer, e sono:
- L’essere figlio illegittimo o orfano di uno o entrambi i genitori.
- L’avere avuto entrambi i genitori violenti o un genitore abusante mentre l’altro, vittima a sua volta, non interveniva per proteggerlo.
- L’aver assistito alle violenze fisiche, psicologiche e/o sessuali subite da un altro familiare, di solito la madre. (Un padre che abusa di continuo della moglie davanti ai figli, svilisce in loro la figura femminile, relegandola a schiava-oggetto sessuale).
- L’aver avuto una madre prostituta che, spesso, faceva assistere il figlio agli incontri con i clienti.
- Privazioni materiali e affettive.
Come sostenne MacDonald, la maggior parte degli assassini seriali crea un distacco dal mondo esterno, cercato e voluto dagli adulti, per dimenticare il mondo reale in cui subisce rifiuti, umiliazioni e abusi di ogni tipo.
I criminali seriali possono anche manifestare tali comportamenti:
- può mostrare, difficoltà di apprendimento e scarso rendimento scolastico;
- precoci fantasie sessuali sempre più violente e utilizzo di materiale pornografico;
- ossessione per il fuoco, il sangue e la morte;
- comportamenti autodistruttivi come il bisogno immotivato e cronico di mentire, ipocondria e comportamento camaleontico e dipendenze da alcool o sostanze stupefacenti;
- incapacità a seguire le regole e a tollerare le restrizioni;
- attuano piccoli furti, soprattutto di biancheria intima o oggetti per alimentare le fantasie sessuali;
- i danni neurologici provocati da ferite o malattie causano forti mal di testa, attacchi epilettici e scarsa coordinazione muscolare. In seguito a traumi cranici, possono insorgere comportamenti aggressivi.
Critiche alla teoria di MacDonald
Molti studiosi da tempo cercano la risposta nell’infanzia degli assassini seriali.
Analizzando l’infanzia dei serial killer finiti in prigione si è scoperto che hanno avuto per lo più un’infanzia, almeno all’apparenza, normale e con un tenore di vita regolare e rispettabile.
La Triade di MacDonald è stata recentemente messa in discussione dai ricercatori.
Essi notano che molti bambini e adolescenti accendono fuochi o nuocciono ad animali per diverse ragioni: noia, imitazione delle punizioni date dagli adulti agli animali domestici, esplorazione di un identità da “duro”, o perfino sentimenti di frustrazione.
È quindi difficile sapere se queste variabili ai segnali di MacDonald siano davvero rilevanti per l’eziologia dell’assassino seriale e, se così è, quanto lo siano con precisione.
In età adulta, superata la fase infantile e adolescenziale, lo zoosadismo può invece rappresentare una modalità comportamentale specifica adottata per sublimare un’aggressività repressa.
Una volta adulti, i soggetti che ne sono colpiti non sono in grado di assumersi delle responsabilità, di mantenere delle relazioni affettive stabili; a volte, sono anche a rischio di sviluppare dipendenze da alcol e da droghe.
Per chi vuol discostarsi dalla teoria di MacDonald è necessario distinguere lo zoosadismo violento e reiterato dagli atti di crudeltà verso i piccoli animali (insetti e rettili) che alcuni bambini compiono, spinti da una semplice curiosità o conoscenza.
Andrebbe posto anche un distinguo fra zoosadismo e zoofilia: il soggetto zoosadico non è attratto sessualmente dagli animali né prova simpatia per essi, gli atti distruttivi nei loro confronti sono solo un modo in cui il sadismo si manifesta.
Di fatto l’animale è un capro espiatorio di tendenze sadiche ed aggressive che, invece di essere riversate sugli umani, trovano nel primo una vittima più facile da colpire e meno responsabilizzante nel caso si venga scoperti.
Il soggetto zoofilico, invece, presenta una deviazione sessuale di oggetto caratterizzata dalla ricerca della pura eccitazione e del piacere, piuttosto che dal desiderio di fare del male, attraverso il rapporto sessuale con gli animali.
Quasi certamente il soggetto zoosadico, che non venga limitato nelle sue azioni, tenderà ad assuefarsi alla propria violenza e a farne uno stile di vita abitudinario.
Nel caso lo zoosadico abbia rapporti sessuali con animali, questi saranno improntati alla sopraffazione e all’aggressività (zoostupro) e non al soddisfacimento del proprio piacere.
La psicopatia
Alcuni assassini seriali noti alle cronache sono stati identificati come soggetti affetti da Psicopatia.
Nel caso dei bambini, si possono riscontrare nel loro comportamento degli atteggiamenti psicopatici, che si riveleranno maggiormente da adulto, ma questo non significa che necessariamente quella persona diventerà un criminale, perché ciò accada sono necessari una combinazione di diversi fattori ed una importante predisposizione personale all’aggressività, alla violenza ed alla crudeltà.
Caratteristiche tutte riscontrabili anche nei più piccoli, infatti esistono Baby Serial Killer.
La tendenza alla manipolazione dell’altro, osservabile nel comportamento dei bambini, è un tipo di condotta che viene considerata come un possibile elemento predittivo, così come l’aridità, l’egoismo, il distacco relazionale, l’anaffettività, la tendenza a manipolare l’altro per raggiungere i propri scopi, la freddezza emotiva attraverso la quale il soggetto manipola l’altro e via dicendo.
Tutti fattori che, se non portano ad un criminale vero e proprio, portano scuramente ad un adulto che avrà tali caratteristiche: persona sgradevole, asociale, truffaldina, manipolatrice, ma non necessariamente un serial killer.
Si parla infatti di escalation delle fantasie, dove particolare importanza hanno le fantasie di tipo sessuale, come elemento comune a moltissime storie dei serial killer.
Per quanto riguarda la pornografia, essa non è causa dell’omicidio seriale, ma sintomo, soprattutto in alcuni quadri psicopatologici, di condotte disfunzionali che possono alimentare condotte di tipo violento.
In conclusione si può dire che i tratti della triade, o di altre caratteristiche tipiche della psicopatia, sono prevalentemente presenti in tutti i criminali seriali violenti, ma sono presenti anche nelle persone che non hanno commesso nessun crimine.
Fattore che incide è l’educazione ricevuta e l’ambiente familiare, che tendono a tenere sotto controllo certi aspetti istintivi, ma che in caso di eventi traumatici possono scatenarsi senza freni.
Sta di fatto che le obiezioni mosse alla teoria di MacDonald non hanno scalfitto del tutto la validità della Triade.
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