La Vigoressia, detta anche complesso d’Adone o Bigoressia, o Anoressia Maschile Inversa (dal desiderio di vedere grande e grosso il proprio corpo) è un nuovo disturbo psichico, tipico e diffuso tra i frequentatori di palestre di cultura fisica.
Fare sport ed allenarsi per avere un corpo più asciutto e tonico non è certo una malattia, anzi è saltare, d’altronde non c’è sempre la possibilità e le condizioni meteorologiche ideali per poter fare un po’ di moto.
L’eccesso dell’attività di palestra che diventa ossessione maniacale di un corpo non più naturale ma forzato nella sua struttura di base per diventare qualcosa di innaturale se non abominevole, aiutato a tal fine dall’uso di steroidi, anabolizzanti, creatina in dose eccessive ed altre sostanze dopanti che non solo creano dipendenza ma sono una delle cause principali delle malattie neuro-genetiche e dell’organismo in generale.
Perché si sa che certi risultati non si possono ottenere soltanto con tanto allenamento e madre natura, madre natura viene addirittura messa da parte per raggiungere un ideale di forma fisica non esistente sulla faccia delle terra né per l’uomo tantomeno per la donna.
La patologia sarebbe identificabile con le meticolose e ossessive pratiche allenanti di questi atleti e con il loro particolare e rigidissimo regime di vita e alimentare (ai limiti dell’autolesionismo),
Gli indizi della patologia si troverebbero nell’insoddisfazione nei confronti del proprio aspetto fisico che porta addirittura al rifiuto della sua costituzione e forma naturale, biologica, e la ritualità meticolosa, definita compulsiva, degli allenamenti.
La ‘vigoressia femminile’ è considerata addirittura più preoccupante, sia per le motivazioni delle culturiste che per i risultati ottenuti, infatti queste donne cercano di sviluppare un corpo androgino, forte e muscoloso, ad imitazione di quello maschile.
La vigoressia colpisce sopratutto i maschi tra i 25 e i 35 anni , seguiti da quelli tra i 18 e i 24 anni, dediti ad una intensa attività fisica, il culto e l’attenzione per il corpo nel senso di vedersi bene e non tanto sentirsi bene, perché ciò che conta è l’immagine che riproduce lo specchio ( e che i culturisti osservano in maniera ossessiva e costante) e non come stanno veramente fisicamente, se in salute e sanità fisica, anzi l’uso delle sostanze dopanti, il più ritenute illegali in Italia perché fortemente nocive, ma facilmente reperibili ovunque nel mercato nero, ha portato molti giovani a sviluppare condotte ossessive e compulsive come si riscontrano nella bulimia e nell’anoressia generalmente interessanti le donne.
Al contrario di quello che accade alle ragazze anoressiche, che si vedono grasse anche se pesano meno di 40 chili, gli uomini che soffrono di vigoressia si percepiscono sempre come troppo magri e troppo poco muscolosi.
Le caratteristiche principali dei soggetti affetti sono:
1) trascorrere ore e ore in palestra, sottoponendosi ad esercizi di potenziamento muscolare;
2) scrutarsi continuamente allo specchio per valutare lo sviluppo dei singoli muscoli;
3) sottoporsi a diete iperproteiche, pesarsi in continuazione e utilizzare integratori, farmaci anabolizzanti ed altri dopanti vietati dalla legge italiana (ma importati dall’estero e reperibili sul mercato nero (spesso da farmacie compiacenti che ne conoscono il business), oltre ad essere dannose per la salute non solo per le molecole di cui sono composte ma perché prodotte e conservate senza alcuna garanzia sanitaria.
4) compromettono la propria stabilità economica, perché l’acquisto dei prodotti farmaceutici che è già di per sé molto oneroso costringe le persone a spendere oltre le loro possibilità finendo per indebitarsi.
5) in contrasto col loro aspetto fisico reale, queste persone continuano a vedersi come troppo gracili, fragili e flaccidi, anelando ad un muscolo sempre più gonfio ed imponente.
Ai problemi di tipo psicologico, quali bassa autostima, isolamento sociale, stato depressivo si aggiungono problemi fisici derivanti da un’alimentazione sbilanciata, troppo ricca di proteine, che può, se prolungata per molto tempo, portare ad alterazioni della funzione renale, problemi ossei ed articolari derivati dagli eccessivi sforzi muscolari e da un’alimentazione povera di calcio per la quasi totale abolizione di latticini, problemi di impotenza derivanti dall’uso di anabolizzanti.
Ma veniamo ora alla definizione medica formulata dal Manuale DSM V predisposto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
La vigoressia viene considerata come il “Disturbo Evitante Restrittivo dell’assunzione di cibo“, secondo Pope, Gruber, Choi, Olivardia e Phillips (1997) è una “preoccupazione cronica di non essere sufficientemente muscolati” (o a volte, specialmente in caso di donne, muscolati e magri).
Gli individui affetti da vigoressia sviluppano una marcata dipendenza dall’esercizio fisico (protratto per molte ore al giorno), unita ad un’attenzione eccessiva alla loro dieta che porta ad evitare di consumare certi cibi, ad incrementarne quindi il desiderio e poi a cedervi con abbuffate seguite da senso di colpa.
Inoltre, presentano compromissioni in aree importanti del loro funzionamento relazionale, sentimentale,famigliare, sociale, occupazionale.
I soggetti affetti da tale disturbo possono allenarsi per più di due ore al giorno, talvolta sacrificando importanti impegni sociali e compromettendo la loro salute fisica.
La necessità di sviluppare sempre più massa muscolare conduce la maggior parte di loro a fare uso di sostanze illegali, in particolare steroidi anabolizzanti.
Queste sostanze aiutano i muscoli a raggiungere livelli di sviluppo non ottenibili con il semplice esercizio fisico e possono provocare conseguenze negative sia di natura fisica che psichica come aumento dell’aggressività, acne, impotenza.
Nonostante i soggetti siano consapevoli di tali effetti collaterali, diversi studi dimostrano che l’uso di steroidi è fortemente diffuso.
Gonfiano i loro fisici, eseguendo con grande concentrazione i loro esercizi, affinché il muscolo “straripi” da sotto la pelle, ignari di mostrare il simbolo della loro debolezza psicologica, legata ad una profonda insicurezza.
I muscoli rappresenterebbero per loro un mezzo di compensazione per un senso di inadeguatezza circa la propria mascolinità.
Infatti, attualmente è ampiamente accettato che la dismorfia muscolare, cioè la distorsione della percezione dell’immagine corporea, sia più frequente nei maschi, sebbene siano stati documentati anche casi di donne con severa dismorfia muscolare.
Pope (2000) sottolinea che più di una distorsione relativa all’immagine dei loro corpi, nei soggetti con dismorfia muscolare, vi è una distorta immagine di se stessi come uomini.
L’insoddisfazione nei confronti di se stessi, viene trasferita sul corpo, come debole maschera che cela un vuoto incolmabile, gli individui vigoressici vivono un senso di inadeguatezza che li induce ad evitare contatti sociali, a fallire frequentemente nelle relazioni interpersonali.
Uno degli aspetti più volte sottolineato è la marcata correlazione esistente, per i soggetti affetti da dismorfia muscolare, tra taglia muscolare e autostima, sembra che quest’ultima dipenda in modo esclusivo da quanto grossi i soggetti sentono di essere.
Il peggio di tale condizione è che i soggetti non si sentono mai abbastanza grossi.
Questo fenomeno spiegherebbe l’esigenza di richiedere costantemente rassicurazioni agli altri concernenti lo sviluppo ulteriore della loro muscolatura.
Questo comportamento patologico può portare a disturbi dell’umore, a stati di angoscia e alterazioni dei rapporti sociali, divenendo un condizionamento a volte insostenibile oltre che nocivo, se pensiamo che un uomo (o una donna) non può certo vivere i suoi giorni in funzione di dieta e allenamento, avendo un lavoro, una vita affettiva, magari una famiglia e sempre poco tempo a disposizione.
I medici parlano di una sorta di “anoressia inversa’, in quanto l’anoressica rifiuta il cibo in cerca di una costante e maggiore magrezza, spesso fino all’auto-annichilimento fisico mentre il “bigoressico’ cerca i tutti i modi possibili, attraverso un allenamento all’estremo, alimentazione iperproteica, abuso di farmaci e sostanze “stimolanti’, un volume muscolare sempre maggiore, vivendo nel terrore di perdere anche un solo etto di muscoli, pesandosi in continuazione, o di vedere crescere anche un piccolissimo “filo’ di pancia che copra il “tartarugato addominale tanto agognato e sudato’.
In ogni palestra si possono notare questi “omoni ipertrofici’ perfetti come bronzi di Riace, massacrarsi sotto bilancieri e manubri, urlare dallo sforzo quasi per sottolineare la propria “grossezza’ e specchiarsi continuamente per controllare il volume del bicipite o il pompaggio dei pettorali appena “sfondati sulla panca piana’.
Sono dei prigionieri dello specchio, schiavi della propria immagine e del timore di sentirsi dire “Però, ti vedo un po’ più piccolo ultimamente’, sgranano gli occhi arrossendo e guardandosi disperatamente per constatare se effettivamente è così.
Non sorprende quindi il fatto che tale patologia sia stata ribattezzata anche come “Complesso di Adone’, personaggio della mitologia greca rappresentante l’idea della bellezza maschile come perfezione fisica nelle forma estetica.
E’ curioso notare poi come siano andati di pari passo l’evoluzione del concetto di “perfezione fisica’ e quello di modelli “materiali’ disponibili ad esempio, nel mondo dei giocattoli.
Fu proprio lo stesso Harrison Pope, l’Autore delle prime ricerche sull’argomento, ad osservare la particolare e palese evoluzione del famigerato BIG JYM, giocattoli tanto in voga negli anni della Barbie.
Il primo Big Jym (del lontano 1964) era infatti morfologicamente simile ad un uomo medio, in forma si, ma non eccessivamente magro né ipertrofico, col tempo e con l’avvento del Business Fitness, mentre la Barbie dimagriva sempre più fino all’attuale con gambe da stambecco e bacino con diametro quasi inferiore alla testa, il Big Jim cresceva sempre più in muscolatura, divenendo simile al classico attuale body builder che costruisce il suo corpo con ausili non sempre legali e salutari.
Anche il body building, come lo sport agonistico col doping, subisce continuamente modificazioni nella concezione del suo stesso significato, finendo spesso per essere un’arma a doppio taglio, avente un obiettivo ammirevole che poi devia verso strade meno vantaggiose e impiegando mezzi spesso dannosi e pericolosi.
Ricercare l’illusione della perfezione fisica, inesistente ed irreale, rappresenta sempre l’incapacità di amarsi per come si è ed accettarsi sia fisicamente che con le personali caratteristiche, fatte di doti, di virtù ed anche di difetti.
Il segreto della felicità e della serenità sta nel piacersi ed accettarsi, consapevoli del fatto che non possiamo essere ciò che non siamo ed abbiamo soltanto una vita per poterci godere dei piaceri che essa ci dona.
Meglio dunque un po’ di “pancetta’, e mi riferisco sia agli uomini che soprattutto alle donne, qualche ruga che dimostra solo che siamo persone con un vissuto ed un bagaglio di esperienza, ed un eterno sorriso sempre disponibile quando salutiamo gli altri, perché ci verrà restituito.
2 Comments
Salve. In base a quello che ho letto sul sito IPSICO (https://www.ipsico.it/news/vigoressia-ossessione-fisico-corpo-perfetto/), la vigoressia si potrebbe curare con la terapia cognitivo comportamentale. Volevo sapere cosa ne pensate, visto che in questo post non si affronta il problema fondamentale del trattamento. Il mio ragazzo ne è indubbiamente affetto e vorrei cercare di indirizzarlo nel modo corretto. grazie, Elena
Buongiorno Elena,
vista la delicatezza dell’argomento e del rispetto della privacy le rispondo vial mail in privato, dandole tutti i consigli del caso.
a presto
Marilena Cremaschini