
Come allenare la mente
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Il complesso di Edipo
24/10/2016L’enigma della Sfinge riguarda quelle domande dei bambini relative alla procreazione.
In psicologia l’Enigma della Sfinge è il dilemma che il bambino si pone, verso i 3 anni circa, quando incomincia ad avere consapevolezza della sua esistenza, della sua origine e dell’atto che lo ha messo al mondo.
Freud e la Sfinge
Tale enigma della Sfinge viene elaborato da Sigmund Freud proprio per denominare una fase particolare in cui il bambino, con la cognizione di cui è capace, si pone delle domande sulla sua provenienza e su quella dei fratellini o bambini coetanei.
Il piccolo non conosce il significato del rapporto sessuale e le modalità delle procreazione pertanto cerca di darsi determinate risposte elaborando creative teorie.
Gli adulti, per scelta od evasività, comprensibilmente non danno risposte dettagliate sul metodo riproduttivo, che comunque a quell’età non potrebbe essere compresa nel modo corretto.
Il più delle volte si raccontano delle favole per rendere più fiabesco il concepimento, come quella del cavolo e della cicogna, in attesa che il figlio cresca e sia più maturo per tali argomenti.
I piccoli raccontano, agli altri ma soprattutto a se stessi, delle storie fantasiose sulla loro nascita, favole creative perchè sono un po’ il frutto di ciò che è stato raccontato da un adulto, da un altro bambino, dalla tv o inventato dalla propria immaginazione.
Il bambino, inoltre, è pienamente consapevole dell’imbarazzo e della difficoltà degli adulti nel raccontare la dinamica dell’atto riproduttivo, le fasi di concepimento, della gestazione e nascita.
Il bambino che si pone delle naturali domande sul “da dove viene”, come ha fatto ad entrare ed uscire dalla pancia della mamma e chi ce l’ha messo dentro e come (i bambini si vedono sempre come grandi non potendo concepirsi come embrioni) sviluppa delle risposte cercando di risolvere l’enigma.
Risposte che possono anche variare a seconda dei momenti, ma che rappresentano una sintesi delle “fantasie apprese”, scegliendo tra le tante giustificazioni quella che più si adatta al suo sistema di concepire le cose.
Perchè la Sfinge
Freud utilizza e descrive la sua Sfinge come un essere ambiguo, confuso nel suo genere, con caratteristiche animalesche e femminili, con i seni, ma anche con elementi maschili (infatti è dotata di un pene), come se rappresentasse nell’immaginario il momento dell’amplesso e della fusione del corpo del padre e della madre, fusi insieme per creare un altro essere.
La Sfinge rappresenta quindi la fusione degli istinti primordiali di tutti gli esseri viventi, ma al tempo stesso ha una natura umana perché intelligente, la capacità femminile di portare in grembo e la forza del maschio di generare.
Secondo altri autori la scelta della Sfinge nasceva dall’associazione del termine “sfinge” con “sfintere” per descrivere la zona preposta alla procreazione ed al concepimento.
La Sfinge rappresenta dunque un essere con varie sfaccettature, complesso, che assembla confusamente caratteri benevoli ed aggressivi o animaleschi, in continua lotta tra loro, come l’idea stessa della procreazione nel bambino, che mescola ragione ed illusione, necessità di avere delle risposte che si possano replicare, ai coetanei ma anche ad altri adulti.
Il bambino trova così una soluzione cognitiva nella confusione mentale di idee conflittuali ed inaccettabili dei genitori, che si uniscono copulando per poi generare, ed il come mai non tutte le volte viene generato un bambino.
Il bambino inoltre vede la pancia della mamma come un grosso generatore, dove sono rimasti dentro anche tutti i possibili fratelli che prima o poi potrebbero nascere.
È indicativo inoltre che Freud descriva come Edipo, bambino adottato che parte alla ricerca dei genitori naturali, dopo aver compiuto il passo di aver risolto l’enigma della Sfinge, ed aver acquisito tale saggezza e conoscenza, possa tornare a regnare su Tebe.
In tale storia si nasconde la necessità di vedere il dominio ed il potere di un Re nella sua conoscenza e capacità a superare i misteri (come quelli della Sfinge) e condurre il popolo sulla giusta via.
Per un altro studioso, Géza Róheim, la Sfinge è la pura rappresentazione simbolica della “scena primaria”, ovvero l’unione dei genitori nel coito che da origine al concepimento, visione traumatica nella mente inconsapevole ed incapace del bambino, che non riesce a concepire il gesto in quanto in conflitto con l’idea “buona” dei genitori che non possono compiere l’atto sessuale.
Le storie e le favolose giustificazioni sul concepimento sono la soluzione migliore per spiegare ad un bambino in tenera età concetti che non potrebbe comprendere e la cui reale conoscenza potrebbe essere fonte di un possibile disagio o trauma.
Alle prime domande di un piccolo essere curioso, ma non ancora maturo e consapevole, meglio ricorrere ad una spiegazione favolistica che gli permetta di avere una risposta quasi veritiere ed anche la soluzione ad un naturale dilemma che è il perché della vita.
Qualche consiglio da Sfinge
Nel caso in cui vostro figlio insista nel sapere com’è venuto al mondo ecco alcuni suggerimenti.
Il primo passo è intavolare una piccola conversazione per cercare di comprendere cosa già il piccolo sa e pensa al riguardo, per averlo appreso casualmente o da qualche immagine in tivù, l’ideale è porre una domanda tipo: «Tu da dove credi che vengano i bambini?».
Partendo dalle sue idee e credenze sarà più semplice stimare il suo livello di comprensione e interesse e, sulla base di questi, offrirgli un insieme di informazioni e di fatti.
Soprattutto prima dei 3-4 anni è opportuno ricorrere a degli stratagemmi che possano non creare confusione, usando un linguaggio vicino al bambino, comprensibile e chiaro.
Ad esempio, si può fornire questa spiegazione: «Nella pancia della mamma c’è un uovo che, quando si incontra con il semino del papà, si trasforma pian piano in un bambino. Il bambino rimane per un po’ nella pancia della mamma, in un posto speciale chiamato utero, dove cresce per nove mesi e si prepara a nascere».
La quantità di informazioni e dettagli da offrire al bambino che pone la domanda dipende essenzialmente dal suo interesse e dalla sua capacità di comprensione.
Man mano che il piccolo cresce, soprattutto in presenza di un’accesa curiosità, possiamo decidere di offrire spiegazioni via via più articolate, ad esempio in relazione al funzionamento e ai tempi della gravidanza o alle modalità in cui possono avvenire il concepimento o la nascita.
Così, alla domanda di un bambino di 8-9 anni circa la provenienza dei bambini, potremmo rispondere in maniera ancor più specifica: «Il pene dell’uomo emette un liquido contenente spermatozoi, che si incontrano con l’ovulo nel ventre della donna formando così un embrione…».
Starà ai genitori, conoscendo i propri bambini, modulare il tipo di linguaggio e scegliere la terminologia più adeguata per rispondere alle loro curiosità in maniera onesta e adeguata.
Ad ogni età la sua Sfinge
Verso i 10 anni i bambini cominciano a comprendere molti aspetti della vita adulta, quindi è opportuno iniziare a parlare della sessualità nella maniera più adeguata possibile in base al suo grado di maturazione sessuale ed emotiva.
Ogni età e maturità personale impongono la loro dose di enigmi della Sfinge, l’importante è che il bambino non sia traumatizzato né sia inibito sotto l’aspetto sessuale.
Evitare di affrontare l’argomento sessuale potrebbe creare a vostro figlio forti frustrazioni ed imbarazzi, cosa che gli impedirà di sentirsi libero di parlarne con voi quando sarà più grande ed avrà bisogno del vostro consiglio.
La prima cosa importante è che affrontiate la questione con sicurezza, decisione e senza timore o vergogna, altrimenti queste sensazioni negative verranno trasmesse al bambino il quale le assocerà ogni volta che dovrà entrare nell’argomento non solo con voi ma anche con gli altri.
Ricordatevi che a 10 anni vostro figlio si sta preparando all’evoluzione del suo corpo per diventare maturo e quello di cui non ha bisogno è di essere confuso da una Sfinge che gli crea disagio, vergogna ed imbarazzo.
Dai 10 anni in su è importante che sappia il nome delle parti intime dei maschi (pene..) e delle femmine (vagina..) in modo che possa parlare di quello che sente e scopre in famiglia e soprattutto tra gli amici, parlando o sempre più frequentemente vedendo immagini o video.
Oltre a questo deve sapere che queste parti intime possono portare piacere toccandole e che non c’è nulla di male nel praticare la masturbazione se però fatta in privato.
Un’altra cosa importantissima che deve sapere è che deve proteggere le sue parti intime dalla curiosità o dai desideri di qualsiasi altra persona, anche se conosciuta.
Solo cautelandosi potrà evitare incontri spiacevoli imparando a cautelarsi contro le possibili molestie.
Deve sapere che solo crescendo potrà condividere il piacere con una persona che vorrà lui.
Un bambino di 10 anni deve anche sapere che quando un uomo e una donna fanno del sesso oltre al procurarsi piacere possono dare vita ad un bambino che crescerà nella pancia della donna ma che è di entrambi.
E’ importante anche che sappia l’esistenza di malattie che si trasmettono proprio con il sesso. Un’ulteriore informazione importante è che esistono dei metodi contraccettivi per evitare le gravidanze e le malattie.
Una buona prevenzione inizia già a questa età, e quando sarà più grande per lui sarà più naturale pensare alla contraccezione prima di ogni rapporto.
A quest’età deve inoltre sapere che il suo corpo piano piano inizierà ad andare incontro a delle trasformazioni che gli permetteranno di diventare sempre più uomo, cioè sempre più simile al papà, e per una bambina sempre più simile alla mamma.
Per un maschio questo cambiamento solitamente inizia un po’ dopo le femmine, circa verso i 12 anni, e continua per un po’ di anni. E’ bene, quindi, che a 10 anni un bambino sappia quali sono i segnali che gli permettono di capire che sta iniziando lo sviluppo sessuale che lo porterà a diventare ragazzo e non più bambino.
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