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14/12/2017Anneliese Michel è stata una vittima del fanatismo religioso.
Probabilmente il nome di Anneliese Michel è sconosciuto ai più, eppure, le sue sfortunate vicende hanno ispirato uno dei film horror di maggior successo degli ultimi anni, uscito nel 2005: “L’esorcismo di Emily Rose”. Gli eventi narrati nel film non sono di pura fantasia, ma basati sulla storia vera di una ragazza tedesca, Anneliese Michel.
Il caso giudiziario, che riguardava la responsabilità penale delle persone coinvolte, suscitò grande attenzione mediatica, ben oltre i confini della Germania. L’avvenimento, che divenne noto alla stampa tedesca come l’esorcismo di Klingenberg, portò ad importanti cambiamenti nella pratica dell’esorcismo all’interno della Chiesa Cattolica in Germania.
Chi era Anneliese Michel
Anneliese Michel nacque a Leiblfing il 21 settembre del 1952 in una famiglia cattolica molto credente e morì in seguito a un’esorcismo a Klingenberg am Main il 1° luglio del 1976.
Nel 1968 iniziò a soffrire di convulsioni e quindi la sottoposero ad alcune visite mediche. Le fu diagnosticata una forma di epilessia e le prescrissero i medicinali opportuni per curare entrambe le sintomatologie.
La giovane e solare Annaliese Michel cominciò ad accusare molti problemi di salute, come paralisi degli arti, smisurato accrescimento del torace, rigidità improvvisa del corpo e incapacità di parlare.
Nonostante i problemi di salute, Annaliese Michel riuscì a terminare gli studi e diplomarsi. Poi, nel settembre del 1973, si iscrisse all’università di Würzburg per diventare insegnante elementare.
I problemi di salute non smettevano di tormentarla, sebbene i genitori, vedendo il peggioramento delle condizioni di salute della figlia, ricorsero a diversificate terapie farmacologiche prescritte da vari medici specialisti del caso.
Le condizioni fisiche e psichiche di Anne peggiorarono, iniziò ad automutilarsi, mordere i membri della propria famiglia, mangiare insetti di vario genere sino a staccare e ingurgitare la testa di un uccello morto.
Inoltre, si strappava i vestiti di dosso, guaiva come i cani per giorni sino a urinare sul pavimento e leccarlo. Convintasi che ciò che le accadeva fosse colpa del proprio peccato e di quelli che le stavano vicino, Anneliese prese a dormire su un pavimento di pietra come penitenza.
Allo stesso tempo, nei momenti in cui si riteneva posseduta, Anneliese, distruggeva qualsiasi simbolo religioso le capitasse a tiro (crocifissi, quadri, rosari).
Ormai i genitori di lei ne erano convinti, la figlia non era malata, ma posseduta, così decisero di rivolgersi alla Chiesa. L’Esorcismo di Anneliese Michel stava diventando ormai prossimo.
L’intervento della Chiesa
Quando la famiglia di Annaliese Michel domandò aiuto alla Chiesa, con la speranza di vedere un giorno migliorare le condizioni di salute della figlia, la Chiesa decise di non praticare sin da subito un esorcismo.
In fin dei conti dovevano essere certi che la ragazza fosse davvero posseduta. Quindi la invitarono soltanto a diventare più devota.
Le condizioni della ragazza continuavano a peggiorare, finì persino in ospedale dove i medici le somministrarono un’infinità di tranquillanti e la sottoposero ad alimentazione forzata. Trascorse altro tempo, fin quando nel settembre del 1975, la Chiesa cattolica la riconobbe finalmente come posseduta.
Dovete sapere che nella pratica della Chiesa cattolica alcuni indicatori sono considerati rivelatori di una possessione demoniaca, ad esempio laddove il soggetto dimostra avversione al sacro, dimostra una forza fisica molto superiore alla sua normale capacità, parla lingue a lui sconosciute e prevede eventi non ancora accaduti. Beh, la giovane Annaliese dimostrò di avere tutti questi indicatori.
Così il vescovo Josef Stangl scelse come esorcisti il parroco Ernst Alt e padre Arnold Renz, i quali rilasciano in seguito delle terrificanti affermazioni.
Nella sua possessione demoniaca, Annaliese Michel avrebbe dato voce a ben 6 demoni, 5 dei quali personaggi storici o biblici ritenuti malvagi che sarebbero divenuti demoni come Hitler, Caino, Nerone, Giuda, Lucifero, e Fleischmann (un sacerdote del XVI secolo scomunicato per alcolismo, violenza e omicidio).
L’esorcismo di Annaliese
L’esorcismo di Annaliese Michel andò avanti per quasi 10 mesi, dal settembre del 1975 a giugno del 1976. Durante i vari esorcismi, scattarono tantissime fotografie e registrarono un nastro dove la ragazza parlava con una voce demoniaca e oltretutto lo faceva in più lingue. In tedesco (la sua lingua) e altre che non conosceva (latino, greco, aramaico e altre lingue antiche). Alcune volte sdoppiava la voce in due diverse.
Durante il periodo dell’esorcismo, Annaliese si rifiutava di mangiare e bere, erano i demoni a impedirglielo. Così s’indebolì molto; il suo corpo era martoriato dalle lesioni che si auto-infliggeva, o meglio che i demoni, secondo lei, la costringevano a infliggersi.
Durante i pochi momenti di lucidità, la ragazza posseduta pregava e si ruppe entrambe le ginocchia. Eppure, durante gli esorcismi aveva una forza fuori dal comune e per tenerla ferma ci vollero più uomini.
Gabriele Amorth, noto esorcista della diocesi di Roma, in una sua pubblicazione affermò che “Annaliese aveva dichiarato che Gesù e la Madonna le avevano detto che lei soffriva ed espiava per gli altri, per salvarli “.
Annaliese Michel morì a mezzanotte del 1 luglio 1976, proprio come aveva predetto in una delle sue lettere, quando aveva soltanto 24 anni.
L’inchiesta
L’autopsia dopo l’Esorcismo di Annaliese Michel rivelò che fosse deceduta per una forte debilitazione, causata da malnutrizione e disidratazione (al momento della morte pesava solo 30 kg). Secondo gli agenti che svolsero le indagini e i medici, un’alimentazione forzata avrebbe potuto salvarla.
I genitori e gli esorcisti furono indagati per omicidio colposo. Il processo iniziò nel marzo del 1978 e si concluse con la condanna dei due uomini di chiesa e dei genitori a sei mesi di reclusione per negligenza e omicidio colposo di Anneliese.
Prima dell’inizio del processo i genitori chiesero di riesumare il corpo della figlia, sepolto in un cimitero dove sono sepolti figli illegittimi, vittime di suicidi e persone colpite da scomunica.
La riesumazione fu richiesta soprattutto in seguito a una lettera che una suora carmelitana mandò ai genitori. Scrisse di una visione nella quale il corpo della loro figlia, dopo 2 anni dalla morte, non si era deteriorato. Nonostante la salma sia stata riesumata non esiste nessuna foto pubblica del corpo.
La tomba di Anneliese Michel fu spostata vicino alla sua casa natale ed è continua meta di pellegrinaggio.
Fede contro scienza
Ciò che portò Anneliese a credere di esser posseduta fu quasi certamente la sua forte religiosità. Nata e cresciuta in una famiglia cattolica, quando Anneliese aveva solo 4 anni sua madre partorì una figlia illegittima (morta a 8 anni in seguito ad un’operazione).
Probabilmente Anneliese si sentiva in dovere di espiare anche le colpe della madre, che secondo la tradizione cattolica aveva fatto uno tra i peggiori dei peccati.
Dopo i primi attacchi di convulsioni e le prime visite mediche le fu diagnosticata un’epilessia del lobo temporale che, secondo i medici, le provocava sia le convulsioni che le visioni, e probabilmente anche il disturbo di personalità.
È inoltre assodato dalla medicina che alcuni farmaci, soprattutto quelli usati nel passato che agiscono direttamente sul cervello, possono provocare allucinazioni in certi pazienti: questo e la psicosi che secondo i medici affliggeva la giovane ragazza furono la spiegazione di ciò che Anneliese vedeva, delle sue possessioni.
Il processo che seguì la morte vide ancora una volta uno scontro tra fede e scienza: l’accusa di omicidio colposo per i quali saranno riconosciuti colpevoli i due preti e i genitori della ragazza, viene giustificata dalla decisione di questi e della ragazza di abbandonare la medicina tradizionale per usare rimedi alternativi.
Tale scelta fu presa dalla ragazza in accordo con i genitori e i sacerdoti in quanto la cura medica non si era rilevata efficace e le sue condizioni e i suoi sintomi peggioravano col tempo.
Se, quindi, durante l’esorcismo la ragazza avesse continuato la cura e le fosse stata imposta l’alimentazione forzata tramite flebo (come già avvenne in passato quando fu ricoverata in ospedale), secondo l’accusa si sarebbe salvata o, in caso di morte, i genitori e i sacerdoti non sarebbero potuti esser considerati negligenti.
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