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15/11/2018L’immaturità affettiva compromette la serenità di ogni rapporto.
Gli immaturi rifiutano l’idea di crescere, di assumersi le responsabilità della vita, stravolgono il ruolo che gli compete nella società e si rifugiano in modi pensare e stili di vita che si avvicinano più al mondo dei ragazzi che al mondo degli adulti.
Gli immaturi nascondono un anormale desiderio di pensare solo a se stessi; hanno una forma di egoismo narcisista per il quale agire al di fuori delle conseguenze, (per divertirsi o semplicemente fare ciò che viene in mente), è più importante delle conseguenze che tali comportamenti provocano nell’ambiente circostante: nel lavoro, in famiglia, nella vita di coppia.
Quando l’immaturità è patologica
La persona affetta da immaturità non è malata e non ha alcun disturbo mentale di tipo clinico.
La persona immatura ha degli aspetti che, se presi singolarmente, possono appartenere ad alcune patologie, per esempio, il tratto narcisistico, o quello istrionico di personalità. Ma nell’insieme non vanno ad indicare una sindrome, ma più semplicemente, un carattere.
Si tratta di una struttura della personalità in cui alcuni aspetti, che si ritengono “normali”, risultano accentuati, come la tendenza a prendere tutto alla leggera, per esempio, l’attrazione per il divertimento, la leggerezza con cui si affronta la vita.
Tutti abbiamo la tentazione a sottrarci agli impegni e molti dei tratti sono comuni a molti di noi, ma nella persona immatura questi sono amplificati fino a compromettere molti aspetti della sua vita.
Per la persona immatura è possibile ottenere tutto ciò che si vuole, la realizzazione dei propri desideri avviene senza fatica né ostacoli. E, se viene messo di fronte a problemi concreti, trova il modo di evitarli, scappando.
Rinuncia ad affrontare quelle tappe significative della vita che implichino un investimento di forze o di energia, o di sacrificio della propria persona.
L’immaturo pensa solo a se stesso, ama la propria persona più di qualunque altro e, per questo, non riesce a prendere in considerazione il punto di vista altrui.
Alle sue spalle, spesso e per sua fortuna, c’è una figura (prima la mamma, poi la fidanzata e infine la moglie) che assume le responsabilità al posto suo.
Emozionalmente, le persone attorno a noi possono sorprenderci costantemente. Anche se pensiamo di conoscere sufficientemente bene le persone con cui abbiamo quotidianamente a che fare, potrebbe trascorrere molto tempo prima di poterci rendere conto che, in realtà, siamo in presenza di un “neofita affettivo”.
5 segnali dell’immaturità
Ci sono 5 segnali che contraddistinguono l’immaturità e che si riscontrano in tutte le persone immature, conoscere questi segnali può essere importante per capire con chi abbiamo a che fare e per cercare, quanto sia possibile, di evitare quelle persone che hanno un certo grado di immaturità.
Vediamoli nel particolare.
Difficoltà a trascorrere del tempo da soli
La persona caratterizzata da immaturità affettiva ha grande difficoltà nel trascorrere del tempo da sola.
Per riuscire a stare soli con se stessi è necessario riuscire a tollerare l’emergere delle proprie emozioni, soprattutto quando sono negative, cosa che chi soffre di immaturità vuole evitare a tutti i costi.
Solo persone emotivamente mature sono in grado di accettare consapevolmente la presenza di stati d’animo negativi è in grado di affrontarli e superarli.
La persona immatura ha invece la necessità di relazionarsi continuamente con gli altri per evitare di trovarsi sola di fronte alla propria rabbia, alla paura, all’invidia o alla vergogna.
Pochi ricordi della propria infanzia
Ben poche persone possono affermare di aver avuto un’infanzia totalmente gioiosa e rassicurante.
Anche con tutte le migliori intenzioni da parte dei genitori, lo sviluppo dei bambini non può rimanere del tutto libero da difficoltà e frustrazioni.
La cosa più importante, non sarebbe tanto il fatto di aver avuto un’infanzia totalmente serena, quanto avere da adulti la capacità di ripensare alla propria infanzia in maniera equilibrata e positiva.
In sostanza, se abbiamo difficoltà nell’accedere ai ricordi della nostra infanzia, dovremmo forse chiedere innanzitutto a noi stessi quanto rimanga ancora da rielaborare emotivamente in relazione a tutto ciò che abbiamo vissuto nel primo periodo della nostra vita.
Scarsa consapevolezza dei propri stati d’animo
Quando si instaura una conversazione con persone caratterizzate da immaturità affettiva, ci si può facilmente rendere conto che manca in loro un’adeguata consapevolezza su ciò che determina l’alternarsi dei loro stati d’animo.
Se ad esempio si chiede loro il motivo per cui una relazione è terminata o che cosa rimpiangono maggiormente della loro infanzia, si potrebbe tranquillamente ricevere una risposta del tipo “sinceramente non ci ho mai pensato…”.
In casi come questi, non si tratterebbe di una questione di riservatezza. Molto più semplicemente non hanno mai vissuto la loro vita nell’autenticità della gioia e del dolore che inevitabilmente la caratterizza.
Tutto gli sembra nuovo, come se le emozioni legate ai loro vissuti non fossero mai realmente appartenute a loro.
“…va tutto bene!”
La persona in difficoltà nel gestire le proprie emozioni può senz’altro apparire anche in uno stato di buonumore. Sarebbe però forse più corretto affermare che ciò che la caratterizza è la difficoltà ad entrare in uno stato di umore cattivo.
Tendono ad affermare che nella loro vita tutto procede bene. In ambito lavorativo, relazionale, famigliare, così come nelle ambizioni personali, tutto viene descritto come ottimale e libero da problemi.
Alla base vi sarebbe però l’assenza di risorse adeguate per affrontare stati d’animo di non facile gestione, come i sentimenti di rabbia, il dolore per la perdita o l’insicurezza.
Minimizzare eccessivamente
Quando le persone caratterizzate da immaturità affettiva vengono coinvolte in qualche conversazione che minaccia il loro equilibrio emotivo, il confronto viene solitamente interrotto bruscamente e considerato del tutto insignificante o inutile.
Si limitano per lo più ad aggrapparsi a qualche robusta (e solitamente errata) convinzione, come il fatto che molti dei problemi delle persone deriverebbero dalla tendenza a “pensare troppo”.
In tal modo possono evitare di entrare nel merito della questione e di esporsi alla necessità di dover prendere in considerazione i loro stati d’animo.
Essere in grado di avere a che fare equilibratamente con le proprie emozioni significa in sostanza avere la capacità di riconoscere a sé stessi quando si tende a manifestare qualche forma di “bypass emozionale”, imparando gradualmente ad accettare anche i vissuti più impegnativi.
Genesi dell’immaturità affettiva
Generalmente queste difficoltà hanno le loro radici nell’infanzia, quando il bambino ha sperimentato una carenza affettiva (oggettiva o soggettiva).
Crescendo, continuerà a sentirsi non protetto e in pericolo di fronte all’incognito. Naturalmente, tutto questo fa sì che l’immaturo, necessiti di avere al suo fianco una persona che soddisfi le sue necessità; molte volte questo ruolo è incarnato dai genitori, da un fratello maggiore o dal partner.
L’immaturità affettiva coinvolge sia donne che uomini anche se è più frequente tra gli uomini.
Generalmente le persone immature non si rendono conto di esserlo fino a quando non si presenta una situazione particolarmente critica che li fa riconsiderare, che fa valutare il loro modo di comportarsi e di affrontare il mondo esterno.
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16 Comments
Bene ( si fa per dire !) , se questi sono i presupposti e le condizioni, lasciamo i mammoni alle loro eterne ed insuperabili “mammine”: noi DONNE VERE esigiamo UOMINI VERI e non surrogati mal riusciti…!
Condivido in pieno Sivia, al 100%!
Ma intanto aiutiamo chi è intrappolato da un amore-non amore, sia un’amica, una conoscente…il sostegno delle persone vicine è la cosa più importante per superare un dolore anche quando si tratta di capire che una storia non ha futuro oppure a vedere come realmente è la compagno/compagna accanto al nostro amico/amica.
Il sostegno delle persone vicine rende forti i deboli e li aiuta a superare le difficoltà che da soli pensano di non poter mai affrontare.
GRazie Silvia e a presto
Marilena
Salve signora cremoschini io ho un problema con compagno mammone volevo saoere se fa consulenzs telefonica
Mi contatti a
chiarachiara299@yahoo.it
Certamente Falvia, e sono reperibile anche in questi giorni di festa.
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Attendo una sua scelta ed un contatto telefonico, anche alla mail che le ho appena inviata.
Marilena
Gli uomini mammoni sono una delle “razze” peggiori: alla ricerca costante di compagne di gioco più che compagne di vita, hanno madri che definirle tali è già abbastanza…
Si salvi chi può:avere una relazione con loro NON HA FUTURO!
Hai ragione Silvia, sono talmente coccolati ed accuditi dalle loro madri (ed è a causa loro che non crescono mai) che difficilmente si sposano presto(e chi glielo fa fare se stanno così bene a casa loro?) e se lo fanno sarà sempre un matrimonio a 3, sempre! anche quando la mamma nonnci sarà più, il suo pensiero costante non vi abbandonerà mai, per non parlare di quelli che si sposano solo quando mammà è malata o morta e devono trovare una sostituta.
Non sono uomini, sono bambini troppo cresciuti per essere giustificati.
Marilena
La suocera più pazza, cattiva, squilibrata, un vero demonio, un essere spregevole e ignobile…è capitata a me..e ha rovinato la vita del figlio la pazza psicopatica
Direi una madre molto gelosa e possessiva del figlio che non ha mai reciso il cordone ombelicale…. una situazione davevro drammatica la tua, anche perché rovina la tua storia ed indirettamente anche la tua vita.
Se hai bisogno di sfogarti, di avere un consiglio o di capire come tenerla a bada contattami in privato, sono sicura che un sistema si trova per recuperare la tua serenità
info@marilenacremaschini.it
Marilena
Avere a che fare con legami sostanzialmente malati, porta prima o poi a grosse complicanze, emotive, psicologiche e fisiche:meglio lasciar perdere prima di “perdersi”…
Hai perfettamente ragione, anche perché o ci si arrende ad avere una relazione a tre con continuo confonto sfavorevole, o si cerca qualcosa di più stabile e che dia soddisfazione, a tutti i livelli.
Marilena
Dott. Cremaschini, ha un tariffario? Grazie a presto
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A presto
Marilena
Riconosco mio marito, purtroppo,in questa descrizione. Sua madre gli comprava persino i vestiti e glieli preparava sul letto, mutande comprese. Gli ha insegnato che i lavori di casa son lavori “da donna”, quindi lui non alza un dito. E si è sempre lasciata sottomettere dal marito, almeno apparentemente, perché poi per dietro faceva quel che voleva, quindi se io lo affronto e rivendico la mia dignità, autonomia e parità lui si inalbera e non capisce (o non vuole capire). Mi chiedo però come possa un uomo adulto, e con una normale intelligenza, non comprendere quanto sia ingiusto il suo atteggiamento e modificarlo. Sono pupazzi nelle mani di una Grande
Burattinaia che li ha decerebrati o uomini con un loro spirito critico? Siamo certe che non sia un atteggiamento di comodo e basta? Io mi sento sola e frustrata da tutti i tentativi fatti. Non ho solidarietà e supporto psicologico, con me parla pochissimo mentre con gli estranei è un fiume in piena. Gli ho proposto una terapia di coppia ma lui mi ha risposto, testuali parole, che non vuole “mettersi in discussione”. Mi sento impotente e anche molto arrabbiata. Il fratello, non a caso, è single, e vive con la mamma, perché non in grado di intraprendere una relazione accettabile con una donna. Sarebbe così anche mio marito, ne sono convinta, se non fosse che io sono rimasta incinta e di conseguenza ci siamo sposati. Anche quello l’ha deciso sua madre. Prima lui voleva che abortissi, ma quando lei l’ha saputo lo ha convinto a non farlo, cosa di cui ora sono felice perché mio figlio è la vita, ma è stato anche il motivo o forse la catena che mi ha legato a lui.
E’ più facile non riconoscere i problemi che affrontarli, per molti il solo fatto di mettersi in conflitto con una madre dominante li destabilizza perché da quella madre sono troppo dipendenti ed incapaci di rendersi autonomi.
Ed il risultato di tale dominazione e manipolazione lo vede anche nella scelta di vita del fratello che preferisce fare l’eterno Peter Pan che crescere da solo.
Non pretenda il cambiamento da parte loro, non lo faranno mai; se non sono loro a capirlo e a desiderarlo sarebbe una guerra al vento, inutile e distruttiva soltanto per lei, loro hanno sempre mammà a consolarli e a riprenderli sotto la sua ala protettiva.
Però può cambiare lei ed imporsi in maniera diversa, ribaltanto ruoli e modalità di rapporto, per suggerirle come ho bisogno non solo di conoscere l’intera vostra vicenda relazionale ma di farle fare un percoso di consapevolezza e di comprensione.
Provi a valutare, senza nessun impegno, le varie modalità di counseling online che offro, molto efficace, la rimando a questo link della pagina dei servizi dove in fondo, tra le promozioni, trova tutte le informazioni di cui ha bisogno, e se ha necesstà di altri chiarimenti mi contatti pure via mail: info@marilenacremaschini.it.
Marilena
Possiamo scriverci?
Hai un e mail?
lascio il messaggio….