Nel mio articolo sull’Intelligenza Emotiva avevo descritto le sue qualità e gli aspetti individuali che valorizza, ora vorrei parlare delle applicazioni pratiche di tale dote.
Essa aiuta la socializzazione, l’empatia, la comprensione di sé e degli altri, migliora i rapporti inter- relazionali, di qualunque tipo, aumenta le capacità di problem solving, di tipo organizzativo e gestionale, le capacità comunicative ed il pensiero analogico ed il pensiero laterale.
Nell’ambito scolastico alcuni metodi d’insegnamento innovativi hanno introdotto il risalto e lo sviluppo dell’Intelligenza Emotiva per la sua grande duttilità e per essere il punto di partenza per una crescita intellettiva e cognitiva, come per esempio il Metodo Mood Meter, ed il Medoto Ruler, ma tutte le forme di indottrinamento e formazione non possono tralasciare l’importanza dell’intelligenza che nasce dalla comprensione delle emozioni.
Indubbio il fatto che, presupponendo delle doti di sensibilità ed empatia, sia importantissima nella socializzazione e nella capacità di interagire con gli altri in maniera costruttiva, migliorando i rapporti sia di tipo sentimentale, famigliare che l’interazione con persone sconosciute.
Per quanto riguarda la sfera professionale e lavorativa più che l’Intelligenza Intellettiva è l’Intelligenza Emotiva che aiuta ad avere successo ed aumenta le probabilità di realizzazione di progetti, mete, sogni ed altre aspettative.
Solitamente quando si pensa ai fattori che favoriscono il successo si pensa ad una buona dose di ambizione, un’intelligenza vivace, una carriera scolastica brillante, precise competenze professionali, esperienze lavorative, anche di vario tipo che ampliano la visione d’intervento (sul punto consiglio di leggere il mio articolo sui vantaggi della Multi- professionalità).
Sicuramente non deve mancare una buona dose di fortuna, ma le persone che nella vita sanno osare ed hanno il coraggio di buttarsi nelle imprese in cui credono saranno vincenti non per fortuna ma perché attive, creative e capaci di gestire il proprio destino.
Ed il coraggio di agire nella vita e di osare nelle imprese anche quelle più assurde è sicuramente una dote che rientra nell’Intelligenza Emotiva.
Perché se le competenze e la formazione professionale sono soltanto dei prerequisiti, condizioni che garantiscono l’accesso a determinate carriere, la differenza tra l’essere un uomo di successo ed un uomo con un lavoro discreto è la stessa che passa tra l’essere un titolare di azienda ed essere un leader sta tutta nell’avere una dotazione particolare che rende l’uomo eccelso, al di sopra della mediocrità, in tutto quello che fa.
E questa dotazione si chiama Intelligenza Emotiva.
Daniel Goleman, colui che ha fatto conoscere al mondo tale particolare qualità (non fu il suo primo scopritore ma sicuramente il suo libro rese l’Intelligenza Emotiva alla portata di chiunque e conosciuta da tutti) la considera come la dote che permette di avere un modo particolarmente efficace di trattare se stessi e gli altri.
Non solo in senso di essere assertivi, ma di essere operativi, efficienti, consapevoli di ciò che si è e di ciò che si vuole e del modo giusto per ottenerlo.
Tra queste caratteristiche rientrano ad esempio:
Più in generale, alla base dell’intelligenza emotiva ci sono due grosse competenze:
Entrambe le competenze sono caratterizzate da abilità specifiche, in particolare, alla base della competenza personale troviamo la consapevolezza, la padronanza di sé e la motivazione, alla base della competenza sociale troviamo invece l’empatia e le abilità nelle relazioni interpersonali.
Sono notoriamente considerati fattori di successo l’efficienza in 4 aree di performance:
Il libro “Intelligenza Emotiva” di Daniel Goleman, pubblicato nel 1995, è stato un vero toccasana per il mondo del business.
Il testo di Goleman ha dato grande risalto a ricerche scientifiche, realizzate in primis da Peter Salovey e John Mayer, e da Goleman approfondite, che hanno dimostrato come capacità quali l’empatia, le capacità relazionali ed il governo delle emozioni fossero più importanti delle mere competenze tecniche.
Chi lavora all’interno delle organizzazioni societarie o comunque gerarchizzate sa bene che questi ingredienti sono una merce rara.
E’ molto più facile incappare in persone con qualifiche dirigenziali e amministrative arroganti, egocentriche, poco inclini alla comunicazione e con emozioni talvolta fuori controllo.
Le scoperte di Goleman e dei suoi predecessori hanno finalmente sdoganato ed individuato le capacità che hanno valore nel lavoro e nelle professioni, come in qualunque altro campo, tutte rientranti nell’Intelligenza Emotiva, essa rappresenta la base imprescindibile per il successo personale.
Il grande merito di Goleman è stato quello di far entrare a pieno titolo le emozioni tra gli aspetti di assoluta rilevanza nel lavoro.
Il successo del libro si è presto trasformato in forti investimenti formativi sullo sviluppo dell’intelligenza emotiva e in progetti di ri-orientamento dello sviluppo professionale dei manager.
Ogni corso formativo e forgiante la categoria dei businessman non può più esimersi dal puntare sulle doti emotive e nello sviluppo e potenziamento di esse anche in chi ne è scarsamente dotato.
L’intelligenza emotiva, come qualunque altra forma di intelligenza è duttile, plasmabile, si può acquisire ed aumentare, tutti pertanto hanno la possibilità di migliorare le proprie prestazioni lavorative o relazionali accrescendo la capacità di valutazione ed analisi delle emozioni.