In un precedente articolo avevo trattato dell’argomento relativo all’efficacia ed attendibilità del test per il QI e la sua affidabilità, diffidando dal poter considerare valido un test che non tiene conto dei vari tipi di intelligenze che appartengono alla mente umana e delle tante capacità e predisposizioni che appartengono nello specifico ad ogni individuo.
L’intelligenza emotiva è un aspetto dell’intelligenza legato alla capacità di riconoscere, utilizzare, provare empatia, comprendere e gestire in modo consapevole le proprie ed altrui emozioni.
È stata trattata la prima volta nel 1990 dai professori Peter Salovey e John D. Mayer nel loro articolo “Emotional Intelligence” i quali hanno definito l’intelligenza emotiva come “La capacità di controllare i sentimenti ed emozioni proprie ed altrui, distinguere tra di esse e di utilizzare queste informazioni per guidare i propri pensieri e le proprie azioni”.
Essa è composta da tre rami principali:
Tale definizione iniziale è stata poi successivamente aggiornata in quanto appariva imprecisa e priva di un ragionamento sui sentimenti, trattando solo la percezione e la regolazione delle emozioni.
È quindi stata ridefinita nel seguente modo: “L’intelligenza emotiva coinvolge l’abilità di percepire, valutare ed esprimere un’emozione; l’abilità di accedere ai sentimenti e/o crearli quando facilitano i pensieri; l’abilità di capire l’emozione e la conoscenza emotiva; l’abilità di regolare le emozioni per promuovere la crescita emotiva e intellettuale”.
Il tema dell’intelligenza emotiva è stato successivamente trattato nel 1995 da Daniel Goleman nel libro “Emotional Intelligence” tradotto in italiano nel 1997 “Intelligenza emotiva che cos’è perché può renderci felici”.
Grazie a questo libro quindi anche in Italia il tema dell’intelligenza emotiva ha iniziato ad essere utilizzato e studiato sia in ambito psicologico, nel Counseling, nelle scuole di formazione ed anche in ambito organizzativo e aziendale.
L’intelligenza è lo strumento che migliora la capacità umana di adattamento all’ambiente.
Nel caso dell’intelligenza emotiva, comprendere le proprie emozioni ed intuire ciò che provano gli altri è un fattore adattivo fondamentale.
Le scienze cognitive hanno permesso di apprendere che la capacità di capire e guidare le proprie emozioni forniva la possibilità di gestire i propri sentimenti e quelli altrui allo scopo di raggiungere obiettivi.
La capacità di motivare se stessi, capire i sentimenti altrui, saper controllare l’umore e i propri stati d’animo, coltivare la resilienza comprende la capacità di non arrendersi nel proseguire un obiettivo nonostante le difficoltà emozionali che lo contraddistinguono.
Questo può a sua volta incidere su elementi di autostima e autoefficacia emotiva.
Daniel Goleman ha suggerito che l’Intelligenza Emotiva è composta da 5 competenze emotive: consapevolezza, autocontrollo, motivazione, empatia e abilità sociali.
La Consapevolezza
Secondo Daniel Goleman la consapevolezza è la principale competenza dell’intelligenza emotiva, essere consapevoli significa essere capaci di identificare le proprie reazioni emotive, riconoscere i pulsanti caldi che le scatenano e l’effetto che tali emozioni possono avere sui propri comportamenti.
Le persone consapevoli sono in grado di riconoscere la relazione tra ciò che provano e il modo in cui si comportano (es. mi sento tradito nella mia fiducia da un amico, questo sentimento mi fa provare rabbia e nervosismo, non darò più confidenza né fiducia a quella persona).
Inoltre Goleman suggerisce che le persone con questa capacità hanno in genere anche un buon senso dell’umorismo, credono in se stesse e nelle loro capacità e sono consapevoli del modo in cui sono percepite dalle altre persone.
Prestare maggior attenzione alle emozioni che si provano nei vari momenti della giornata è un modo di aumentare tale capacità di consapevolezza e, di conseguenza di aver maggior controllo su di essere e sulle situazioni che fanno da contesto.
L’autocontrollo
Oltre ad essere consapevole delle emozioni e dell’impatto che queste possono avere su te stesso e sugli altri occorre saperle regolare, controllare e gestire.
L’autocontrollo è la capacità di resistere alle tempeste emotive, alle reazioni impulsive, ai gesti non fatti precedere da adeguato ragionamento e valutazione delle possibili conseguenze.
Chi possiede buone capacità di autocontrollo tende ad essere flessibile, ad adattarsi bene ai cambiamenti ed è anche capace di gestire conflitti e attenuare tensioni.
Le persone in grado di autocontrollarsi in modo efficace raramente attaccano gli altri verbalmente o prendono decisioni precipitose o emotive, inoltre saper gestire le proprie emozioni significa anche sviluppare un approccio più positivo nei confronti della vita.
La motivazione
La motivazione intrinseca è un altro aspetto che gioca un ruolo chiave nell’intelligenza emotiva.
Le persone emotivamente intelligenti sanno come motivarsi per raggiungere i loro obiettivi, inseguono le loro passioni e sono anche in grado di motivare le altre persone.
Infatti, un’altra abilità importantissima, specie quando si lavora in gruppo, consiste nello saper influenzare, spronare, incentivare ed ispirare gli altri.
Chi è emotivamente intelligente è in grado di entrare in quello che gli psicologi chiamano stato di flusso, una specie di stato magico in cui è in grado di accedere chi si appassiona veramente a qualcosa.
Questo stato infatti arriva quando sei completamente immerso in un compito che ti piace fare, sei focalizzato sull’obiettivo e il tuo stato emotivo è assolutamente positivo.
L’empatia
L’empatia è la capacità di leggere le emozioni negli altri, di percepirle come proprie e sapersi mettere nei loro panni.
Esistono due tipi di empatia: quella cognitiva associata alla capacità di assumere il punto di vista dell’altra persona per capirne ragionamenti (per es. durante una discussione), e quella emotiva, associata alla capacità di riconoscere e comprendere, spesso a livello intuitivo, le emozioni altrui cogliendo sottili messaggi non-verbali.
Essere empatici consente alle persone di comprendere le dinamiche di potere che spesso influenzano le relazioni sociali, specialmente sul posto di lavoro.
Chi è competente in quest’area riesce a comprendere chi possiede il potere nelle relazioni e interpreta correttamente le diverse situazioni che dipendono da queste dinamiche.
Le abilità sociali
Essere capaci di interagire bene con gli altri è un altro importante aspetto dell’intelligenza emotiva. Questa infatti va oltre la semplice comprensione, devi anche essere in grado di utilizzare queste informazioni nelle interazioni e comunicazioni quotidiane.
In ambito lavorativo significa saper costruire delle relazioni di qualità con i colleghi è importante sia per lavorare bene nel team di lavoro sia nella leadership per influenzare e ispirare gli altri.
Le persone emotivamente intelligenti hanno una sicurezza naturale, tirano fuori il meglio dalle altre persone e sanno far sentire a proprio agio gli altri in loro presenza interessandosi a loro e dandogli completa attenzione.
In situazioni difficili non si fanno prendere dal panico e rimangono focalizzate sulle soluzioni, hanno sempre un quadro generale positivo che aiuta a realizzare che le cose potranno sistemarsi e si attivano subito per risolverle, perché godono di un ottimo problem solving.
Date queste premesse, posso affermare che le persone che riscuotono maggior successo sono quelle che possiedono una buona intelligenza emotiva, sanno gestire le proprie ansie, affrontare le situazioni difficili e si attivano subito nei momenti di difficoltà con organizzazione e metodo.
E sono questi i motivi per cui tutti dovremmo imparare a svilupparla.