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21/02/2023Lo Spazio Tra Lettere è lo spazio creato tra una lettera e l’altra all’interno di una parola.
È, in pratica, la distanza lasciata tra una lettera e l’altra all’interno di una sola parola non conteggiano il corpo delle lettere stesse, se sono formate da una struttura, come mostrato nell’immagine che segue.
Come si calcola
Partendo sempre dalla misurazione di base di una lettera, cioè la dimensione in larghezza degli occhielli delle lettere “a”, “o”, “g”, “q” ed anche a volte della “d” (a seconda di come viene eseguita), in pratica di tutte le lettere che hanno un corpo e non soltanto un’asta, si può misurare la distanza che si lascia mentre scriviamo una lettera dopo l’altra.
Se la distanza è simile, all’incirca, all’ampiezza di un occhiello di base, facendo una misura di media tra tutti gli occhielli, avremo una distanza media; se tale spazio è minore di un occhiello avremo uno Spazio Tra Lettere, o distanza, bassa e stretta; mentre nel caso lasciassimo uno spazio maggiore la distanza sarebbe ampia o larga.
Lo schema che segue ci mostra come fare tale misurazione.
Ora che abbiamo misurato il nostro spazio cerchiamo di capire cosa esso significa.
Significato dello Spazio Tra Lettere
Questo spazio rappresenta l’importanza che diamo a noi stessi, in un ideale rapporto paritetico ed equilibrato, rispetto all’importanza che assegniamo agli altri.
In pratica rappresenta la modalità con cui l’ “IO” si relaziona e si valuta con il “TU” o l’altro.
La Larghezza tra lettere è direttamente proporzionale alla generosità e diponibilità che il soggetto presenta ad accogliere il “Tu” (ovvero “l’opposto” dell’Io). Quindi questo segno è riferito anche alla benevolenza verso il prossimo, all’interessamento alle idee altrui, la tolleranza, la disponibilità, tutto ciò che è rivolto agli altri.
Nel caso tale spazio sia stretto indica l’incapacità del soggetto ad aprirsi verso gli altri, per eccessiva timidezza, per ritrosia, per diffidenza, per difficoltà nel relazionarsi col prossimo o per una forma di sudditanza.
Essere più o meno disponibili ed aperti agli altri fa parte del nostro carattere, ma sono aspetti che possono anche variare nel tempo, in base agli eventi più o meno positivi; il nostro vissuto è in continua evoluzione così come la nostra scrittura.
Infatti si dice che la nostra scrittura è l’immagine di come siamo nel momento in cui la eseguiamo, come se fosse una fotografia di noi stessi fatta in quell’attimo.
Questo spazio, dunque, può variare nel tempo, in modo più o meno rilevante.
Chi sarà eccessivamente ampio in tale spazio nasconderà un’incapacità di valutare la propria disponibilità e generosità, diventando facile preda degli approfittatori.
Chi è invece serrato in tale distanza, è eccessivamente chiuso, schivo, bloccato, incapace di una buona e sana relazione col prossimo.
Il simbolismo orizzontale
Quando scriviamo, il movimento sul foglio da destra a sinistra esprime la modalità con cui ci percepiamo, come sentiamo gli altri e come ci relazioniamo loro.
L’ampiezza del campo di coscienza, la disponibilità intellettiva ed affettiva nei confronti degli altri e delle loro idee, un atteggiamento estroversivo ed esplorativo si manifestano attraverso un movimento grafico sciolto, ampio e slanciato. La sollecitazione di un marcatore somatico positivo produce slancio, proiezione verso il futuro.
La preoccupazione di difendere se stessi e le proprie idee, il timore di concedere troppo spazio agli altri e di esserne condizionati, un atteggiamento introversivo, che limita gli spazi di perlustrazione e reprime le tendenze, sono espressi da un movimento grafico ristretto, che ravvicina le lettere e le parole.
La sollecitazione di un marcatore somatico negativo suggerisce di non proseguire perché si profila una situazione di pericolo e di allarme.
In una scrittura è simbolicamente significativo anche il non scritto, in quanto, quando scriviamo, inconsciamente decidiamo come gestire lo spazio bianco.
Girolamo Moretti (1879-1963), fondatore e caposcuola della grafologia italiana, ha implicitamente attribuito una valenza simbolica alla lettera, al collegamento interletterale, alla parola, allo spazio tra lettere e tra parole trattando del Largo di lettere, del Largo tra lettere e del Largo tra parole. Questi elementi grafici, considerati in reciproca proporzione, sono costitutivi della sindrome della Triplice larghezza.
All’opposto se tali segni si addensano nello spazio lineare orizzontale , originando Stretto di lettere, Stretto tra lettere e Stretto tra parole , danno luogo alla Triplice strettezza.
Il significato, positivo e/o negativo, dei singoli segni non deve mai essere considerato in assoluto, ma sempre e solamente in rapporto al contesto grafico.
Scrivendo le singole lettere, l’Io descrive un proprio “autoritratto dinamico”. L’ampiezza dell’occhiello è proporzionale allo spazio-tempo dedicato al pensiero. Lo spazio interletterale ed il collegamento di una lettera con la successiva all’interno di una parola rappresentano la modalità con cui l’Io si relaziona con il Tu e con la realtà esterna. La parola, costituita da un certo numero di lettere in cui si raffigura l’Io, rappresenta la concatenazione delle esperienze.
Lo spazio tra parole rappresenta simbolicamente il tempo di riflessione che l’Io si riserva prima di intraprendere nuove esperienze. Per primo G. Moretti ha intuito che i significati simbolici sottendono ragioni neurobiologiche del pensiero e delle emozioni ed implicano l’interazione sistemica delle strutture sottocorticali, corticali e neocorticali implicate.
Ma vediamo qualche esempio.
Esempi di Spazio Tra Lettere
Gli spazi all’interno della parola delle scritture che seguono sono evidenziati da due linee rosse parallele.
L’immagine che segue evidenzia una scrittura rotonda con degli spazi interni tra le parole adeguati e quindi rientra nel caso di uno spazio medio, con un buon equilibrio del Tu e dell’Io.
La rotondità nella scrittura rimanda già ad una personalità generosa, cordiale, espansiva, in questo caso lo è anche nel rapporto con gli altri, che è equilibrato, disponibile ma anche attento alle personali esigenze.
Nella foto che segue troviamo una scrittura appuntita, che presenta molte acuminazioni, segno di tensione, nervosismo e una rabbia che quando esplode non è ben gestita.
Gli occhielli sono molto chiusi e piccoli rispetto allo spazio lasciato tra una lettera e l’altra che è ampio, a volte eccessivo.
Gli occhielli di questa scrittura parlano di una persona molto diffidente, chiusa, che si apre a fatica, che ha difficoltà nelle sue relazioni, e proprio per questo non sa gestire il rapporto tra l’”IO” interiore, represso, ed un “TU” mal gestito e tollerato, da qui la sua incapacità a costruire dei rapporti equilibrati e sereni.
La scrittura che segue è molto ampia nel calibro, anche eccessiva, la socialità, la generosità e la disponibilità della scrivente nasconde però un lato oscuro.
Il suo Spazio Tra Lettere è del tutto inesistente.
Qui le lettere molto addossate e senza spazio sono sottolineate in rosso.
Anche in questa scrittura il rapporto tra l”IO” e il “TU” non è equilibrato a scapito della persona che scrive.
Quello che prima ho indicato come lato oscuro corrisponde ad una eccessiva dipendenza dall’altro, la persona è apparentemente generosa e disponibile con gli altri, ma per un suo bisogno personale, lo fa per se stessa e non per un sentimento di pura generosità, lo fa perchè ha un bisogno eccessivo dell’altro.
La scrittura nasconde un grande bisogno affettivo che la scrivente ricerca negli affetti e nelle relazioni con gli altri, cercando di compensare quella mancanza che sente dentro e che non si colma mai.
Il suo rapporto con gli altri sarà quindi di continue richieste di affetto e di attenzione a scapito di un “IO” interiore che non si sente mai soddisfatto ed in armonia col mondo.
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