
Leonarda Cianciulli
22/01/2018
Il simbolismo spaziale
30/01/2018Madre Teresa fu santa veramente? La storia, quella vera, dice: no!
Anjeze Gonxha Bojaxjiu, futura Madre Teresa, nacque il 26/08/1910 nella ex Jugoslavia, più precisamente nella città di Skopjeda, in una famiglia benestante di origine albanese.
Fin da piccola riceve un’educazione fortemente cattolica dato che la sua famiglia era profondamente legata alla religione cristiana.
Nel 1928 entrò come aspirante suora nel convento di Loreto.
Gonxha è attirata irresistibilmente dalle missioni. La Superiora la manda quindi in India, a Darjeeling, città situata ai piedi dell’Himalaia, dove, il 24 maggio 1929, inizia il suo noviziato.
Il 25 maggio 1931, pronuncia i voti religiosi e assume da quel momento il nome di Suor Teresa.
Per terminare gli studi Suor Teresa viene mandata nel 1935 presso l’Istituto di Calcutta, capitale sovrappopolata ed insalubre del Bengala.
Qui vede, per la prima volta, la realtà della miseria più nera. Di fatto tutta una popolazione nasce, vive e muore sui marciapiedi; il loro tetto, se va bene, è costituito dal sedile di una panchina, dall’angolo di un portone, da un carretto abbandonato. Altri invece hanno solo alcuni giornali o cartoni.
La media dei bambini muore appena nata, i loro cadaverini vengono gettati in una pattumiera o in un canale di scolo. Ogni mattina, i resti dei cadaveri degli adulti vengono raccolti insieme ai mucchi di spazzatura.
Nonostante quello che si pensi e nonostante i tanti soldi ricevuti Madre Teresa non fece nulla per cambiare tali condizioni.
Una fede vacillante
Qualche anno prima della sua morte una delle maggiori agenzie mondiali lanciò un flash dal titolo perentorio: “La beata Madre Teresa perse la fede”.
Spiegava il sommario: “Un libro-rivelazione getta ombre inquietanti su una delle icone cattoliche: la suora di Calcutta aveva abbandonato ogni fiducia nel Dio di Gesù Cristo”.
Nel libro “Sii la mia luce” (in Italia con l’editore Rizzoli), l’opera curata da padre Brian Kolodiejchuk, canadese (uno tra i primi seguaci della religiosa nella sezione maschile della Congregazione da lei fondata, i “Missionari della Carità”) pubblicato nel 2007, vengono raccolte 60 lettere di Madre Teresa, nelle quali la santa esprimeva dei forti dubbi sulla sua fede.
Nello scambio epistolare con i suoi confessori si possono leggere queste parole: “C’è un’oscurità terribile in me, come se ogni cosa fosse morta. Ed è stato più o meno così da quando ho cominciato il mio lavoro”.
E ancora: “Mormoro le preghiere della Comunità e mi sforzo per trarre da ogni parola la dolcezza che essa deve regalare, ma la mia preghiera di unione non esiste più, io non prego più”.
I tormenti spirituali della missionaria non sono durati solo pochi mesi bensì la metà della sua vita. Era tale il dolore che provava che arrivò a definire Cristo come “l’Assente, colui che sempre tace”.
Non proprio le parole che dovrebbe esprimere una santa.
In un secondo momento Madre Teresa chiese di distruggere quelle lettere temendo forse che la loro pubblicazione avrebbe provocato uno scandalo.
E in un’altra occasione pubblica ebbe a dire: «L’aborto e la contraccezione sono le più grandi minacce alla pace nel mondo. L’unica situazione in cui è possibile avere figli è quella della famiglia tradizionale: marito e moglie. La famiglia tradizionale è l’unica legittimata».
E ancora: «L’Aids è semplicemente una giusta retribuzione per una condotta sessuale impropria».
Schierata anche contro gli anticoncezionali e il divorzio, che considerava un abominio, nel 1996 utilizzò parte dei soldi giunti dalle donazioni per finanziare una campagna referendaria antidivorzista in Irlanda.
La cosa curiosa è che lo stesso anno dichiarò a “Vanity Fair” di essere felice per il divorzio della sua amica Diana Spencer, «perché chiaramente il suo matrimonio è infelice».
C’è da chiedersi quanti soldi abbia preso da Lady Diana.
La santificazione lampo
Madre Teresa di Calcutta muore a Calcutta il 5 settembre del 1997, viene beatificata il 19 ottobre 2003 da Papa Giovanni Paolo II e canonizzata il 4 settembre 2016 da Papa Francesco, quella stessa domenica il Papa la proclamava Santa durante la messa tradizionale in piazza San Pietro.
Mai nessuna santificazione è stata tanto rapida, come mai?
Perché il Vaticano temeva di perdere tutto il denaro raccolto sfruttando l’immagine della santa, o temeva di perderlo se si fosse scoperta la verità sulla reale attività della suora, denaro acquisito con donazioni benefiche e depositato nei conti privati dello IOR (non certo usato per i poveri!), era necessario dunque creare velocemente il mito di una santa inattaccabile.
Tutti gli scritti e la documentazione raccolte su di lei dovevano sparire, in circolazione rimasero soltanto i libri consigliati dal Vaticano, tutti coloro, giornalisti e no, che raccontavano una storia diversa venivano tagliati fuori o licenziati, intorno a loro si faceva terra bruciata, a nessuno conveniva andare contro la Chiesa.
Nel 2003 Christopher Hitchens scrisse: “Dovevano passare almeno sette anni dalla morte prima che la beatificazione, la prima tappa verso la santità, potesse anche solo essere proposta. Così ci si cautelava dall’eventuale entusiasmo popolare per figure locali che in seguito potevano rivelarsi degli impostori.
Bisognava che all’intercessione del defunto si potessero attribuire almeno due miracoli. E ci doveva essere un processo, in cui un advocatus diaboli (avvocato del diavolo) nominato dalla chiesa doveva sollevare contro il candidato tutte le obiezioni possibili.
Stranamente nessuna di queste regole è stata seguita nel caso della donna neobeatificata che si faceva chiamare “Madre” Teresa di Calcutta. La sua beatificazione è stata proposta ad appena quattro anni dalla morte.
È bastato solo un miracolo, subito debitamente attestato. E anziché nominare un avvocato del diavolo, il Vaticano mi ha invitato a essere uno dei testimoni del Male, e si aspettava pure che accettassi l’incarico gratuitamente.”
Ma veniamo alla storia, quella vera, quella che nessuno racconta.
Le contestazioni alla sua beatificazione
Al momento dell’annuncio della sua beatificazione, alcuni cittadini indiani hanno protestato. In base a un’indagine condotta dal governo indiano, il presunto miracolo, sulla base del quale la suora è stata beatificata, si è rivelato falso.
La donna devota a Teresa, che sarebbe stata miracolosamente guarita da un cancro, è stata invece guarita dalle medicine ricevute in un ospedale.
In più, i medici della struttura dov’è stata curata la devota, hanno denunciato le pressioni subite dalle “missionarie della carità” per tacere e stare al gioco.
In India le sue opere sono state criticate anche dal gruppo nazionalista indù Rashtriya Swayamsevak Sangh (RSS).
Parlando all’apertura di un orfanotrofio nello stato indiano del Rajastan, il capo dell’RSS Mohan Bhagwat, ha detto: «È giusto lavorare per una certa causa se non si hanno intessi egoistici. Ma Madre Teresa aveva un secondo fine, che era quello di convertire al Cristianesimo le persone che curava. Con la scusa di erogare un servizio, sono state compiute delle conversioni religiose. Questa stessa pratica è stata seguita anche da altri istituti».
I falsi miracoli
Miracolo n. 1
1998, Monica Besra dice di essere guarita miracolosamente dal suo cancro
Ha scritto Christopher Hitchens: «La bengalese Monica Besra ha dichiarato di essere guarita da un cancro mortale grazie a un miracolo. In casa sua c’era una foto di Madre Teresa.
Un giorno questa foto si sarebbe illuminata investendo la donna di una luce guaritrice. Sulla base di questa testimonianza il Vaticano sta portando avanti il processo di santificazione.
Ebbene, il suo medico curante si chiamava Ranjan Mustafi. Questi ha dichiarato al “Times of India”: “La signora Besra non soffriva di nessun cancro incurabile, bensì di una cisti tubercolare(!). L’abbiamo curata come facciamo con tutti i nostri pazienti.
Le sono state prescritte medicine, ed è guarita come ci aspettavamo che facesse”.
Il dottor Mustafi non è mai stato ascoltato dagli investigatori vaticani».
Miracolo n. 2
Ma decisivo per la santificazione è il miracolo di Andrino.
Marcilio Haddad Andrino è un ingegnere brasiliano di 43 anni. Nel 2008, dopo due anni di malattia, gli fu diagnosticata una grave forma di idrocefalia da cui guarì pochi mesi dopo, secondo altri aveva otto ascessi cerebrali per cui fu curato in ospedale.
Curato con una semplice cura chirurgica e farmacologica. Dove sta il miracolo?
Come si crea una santa
Alcuni giornalisti di rilievo della stampa anglosassone, come Hitchens, hanno cominciato ad occuparsi sistematicamente delle ombre che emergono dietro alla fama della missionaria nota come Madre Teresa di Calcutta.
Sono stati raccolti documenti, condotte inchieste, registrate testimonianze, eseguite indagini, e più si scava nell’attività realmente svolta da Madre Teresa e più la missionaria appare come un personaggio ambiguo, bigotto, ipocrita, fondamentalista, una narcisista manipolatrice, ma soprattutto che ha convogliato il denaro regalatole sui suoi conti personali e su quelli del Vaticano.
Qualsiasi cosa fosse Madre Teresa non era di certo quello che la maggior parte delle persone oggi crede.
La suorina albanese era più interessata a promuovere i suoi squallidi quanto disumani principi dottrinali su sventurati moribondi che finivano nel suo ospizio, destinati a non uscirne più e a morire nella sofferenza, giacché la missionaria non permetteva l’uso di antidolorifici.
“Il dolore avvicina a Gesù!” diceva, “È bellissimo vedere che i poveri accettano la loro sorte”.
Eppure, quando fu lei ad avere bisogno di cure si fece ricoverare nella Mayo Clinic di Jacksonville (in Florida) e in altri santuari statunitensi della medicina di lusso.
Qui sotto l’entrata di una delle cliniche Mayo, dove Madre Teresa usava farsi curare. Si tratta di cliniche tra le più costose al mondo.
E mentre a Calcutta molte vere organizzazioni umanitarie portavano benefici reali alla popolazione, costruendo veri ospedali e operandovi con serietà, Madre Teresa si costruiva una immeritevole fama mondiale con la sua indubbia capacità mediatica e imbonitrice, realizzando documentari ad arte per magnificare le sue presunte opere di bene (come il celebre “Something Beautiful for God”), rimbalzando da una parte all’altra del mondo per presenziare cerimonie, ricevere premi, fare comizi e partecipare a campagne politiche conservatrici.
I fondi raccolti da Madre Teresa sono finiti in larga parte nelle casse private sue e del Vaticano, il resto nella costruzione di conventi di missionari in tutto il mondo.
Altro che carità ai poveri tra i poveri, Madre Teresa fu soprattutto una macchina mangiasoldi, in crisi di fede e mostruosamente ricca.
Ma tutti questi fatti, rigorosamente documentati, non riescono a sfondare la muraglia di santità costruita attorno alla missionaria.
Questo ci dà la misura di che cosa la stampa di inchiesta deve affrontare, un mostro radicato nelle menti della gran parte della popolazione: la credulità religiosa estesa al culto della personalità.
In una intervista del 15.03.2016 a Lettera43.it Serge Larivée dice: “La sua reputazione di eroina dedicata ai più poveri le ha fruttato milioni di dollari che sono serviti soprattutto alla costruzione di case per la sua congregazione in oltre 100 Paesi invece che a mantenere in buone condizioni un numero minore di strutture.
I media hanno perpetuato l’immagine di Madre Teresa senza mai valutare il reale aiuto che apportava alle persone. Lei, a sua volta, ha accettato di buon grado il ruolo che le era stato affibbiato.
Il mito è nato con un eccellente piano mediatico.
Nel marzo 1968, Olivier Hunkin, responsabile del programma Television Religious Affairs alla Bbc, chiese al giornalista Malcom Muggeridge (riconducibile alla destra cattolica, contrario ad aborto e contraccettivi, ndr) di preparare l’intervista di una suora indiana in visita a Londra per la trasmissione religiosa Meeting Point.
Nel corso di quel primo incontro, Madre Teresa descrisse in dettaglio il suo lavoro con gli orfani di Calcutta. A quel punto Muggeridge propose ai capi alla Bbc di filmarla sul campo. Quel viaggio in India sfociò nel documentario “Something Beautiful for God”, grazie al quale la figura della suora venne diffusa nel mondo.
Durante le riprese, Muggeridge chiese al cameraman Ken Macmillan di filmare l’interno della casa dei moribondi, benché la luce fosse insufficiente. Il tecnico usò un nuovo rullino Kodak che non aveva mai utilizzato prima, e una volta sviluppato le immagini risultarono illuminate.
Non servì altro per gridare al miracolo”.
Gli amici danarosi
Sicuro è il comportamento sfacciato della santa nella causa contro Charles Keating, reo di aver imbrogliato migliaia di risparmiatori USA.
Ebbene, madre Teresa non si fece alcuno scrupolo nello scrivere al Giudice una lettera in sua difesa, solo perché il truffatore le aveva donato poco prima più di un milione di dollari, donazione facile visto che i soldi non erano i suoi ed aveva la necessità di pulirsi la facciata in vista della sentenza.
Semplice e disarmante la replica della suora: “Non mi interessa da dove arrivano i soldi, mi interessa dove vanno a finire”. Nelle tasche sue e in quelle del Vaticano.
Madre Teresa non restituì nulla del milione e duecentocinquantamila dollari, frutto di guadagni illeciti, che Keating le aveva dato, nonostante l’esplicita richiesta dei pubblici ministeri del processo. Ventitremila persone non ebbero mai indietro i loro risparmi.
C’è stato poi anche l’amico haitiano “Baby Doc” Duvalier, dittatore, despota e assassino in odore di voodoo.
E non sono i soli: il libro elenca tutti i grandi truffatori e criminali per cui si presentava volentieri a testimoniare, purché fossero suoi grandi sostenitori economici.
Quanto alle opinioni politiche, il libro cita le diverse occasioni in cui la religiosa ha esplicitamente appoggiato dittatori sanguinari come Duvalier o Hoxha.
Qui sotto Madre Teresa col suo “amico” padre Donald McGuire, un molestatore di bambini che ora sta scontando una pena detentiva federale di 25 anni.
Era una viaggiatrice instancabile. Una vera presenzialista. Per poter viaggiare in comodità aveva acquistato (a caro prezzo) una prenotazione riservata a vita nella business class di Air India.
Per quanto riguarda il Vaticano, non dimentichiamo che il denaro, che “con tanto amore” viene dato alle loro organizzazioni “umanitarie”, viene prelevato dalle tasche degli italiani i quali, volenti o nolenti, sono obbligati a versargli l’8Xmille.
È affare di tutti noi quindi sapere come vengono usati i nostri soldi.
Le prime indagini
Il primo giornalista che ebbe a condurre un’inchiesta completa sulla verità “oscurata” di madre Teresa, formalizzata in un libro, è stato lo scrittore e giornalista Christopher Hitchens nel suo libro La posizione della missionaria, teoria e pratica di Madre Teresa, edito da Minimum Fax nel 2003.
In tale libro l’immagine della missionaria ne esce a pezzi: Christopher Hitchens, saggista di successo e giornalista per alcune importanti riviste statunitensi, ha scritto questo agile pamphlet dopo aver curato, sullo stesso argomento, un documentario per Channel Four, che mai vedremo in Italia.
E si capisca anche perché: l’Italia ha nel suo cuore proprio il Vaticano il cui potere politico ed economico è assoluto e travalica i suoi confini, con interferenze che hanno dominato l’Italia e il mondo più di qualunque altra organizzazione.
Pagine provocatorie fin dal titolo, che gettano una luce sinistra sulla venerata missionaria, dipinta come una fanatica di scarsa intelligenza. A riprova, racconta l’aneddoto di quando le posero questa domanda «cosa avrebbe scelto, fra Galileo e l’Inquisizione?»: la missionaria ebbe modo di scegliere, senza esitazione, la seconda opzione.
Hitchens: «Madre Teresa non fu amica dei poveri. Fu amica della povertà. Diceva che la sofferenza è un dono di Dio. Per tutta la vita si è opposta a una delle cause riconosciute della povertà: la responsabilizzazione delle donne e l’emancipazione dal modello di donna vista unicamente come animale da riproduzione».
Ancora Hitchens in un’intervista: “Ho scoperto che aveva preso soldi da ricchi dittatori, come la cricca dei Duvalier ad Haiti, era stata amica della povertà anziché dei poveri, non aveva mai dato conto delle enormi somme di denaro che le erano state donate, si era opposta al controllo delle nascite nella città più sovrappopolata del pianeta ed era stata portavoce dei dogmi più estremi del fondamentalismo religioso.
In realtà è esagerato affermare che “l’ho scoperto”: era sotto gli occhi di tutti. Ma nessuno si era preso la briga di chiedersi se la sua reputazione era meritata o era semplicemente il risultato di brillanti relazioni pubbliche.
Madre Teresa ha ricevuto sicuramente svariate decine di milioni di sterline, ma non ha mai costruito nessun ospedale. Affermava di aver creato quasi 150 conventi, per le suore del suo ordine, in parecchi paesi. Ma era proprio qui che i suoi donatori si aspettavano che finissero i loro soldi?
Madre Teresa appariva più facilmente in foto con Nancy Reagan o in posa con la principessa Diana, o nella cabina di prima classe dei voli Air India (dove aveva una prenotazione permanente). La vedevi in Irlanda a contestare la legge sul divorzio civile e il diritto a risposarsi (anche se poi difendeva pubblicamente il divorzio della principessa Diana, non certo gratuitamente).
La trovavi a Stoccolma alla cerimonia dei Nobel, dove accettava un altro assegno cospicuo e dichiarava che la più grande minaccia alla pace mondiale era il divorzio, e siccome aggiungeva che la contraccezione moralmente era sbagliata quanto l’aborto, in concreto pensava che preservativi e spirali fossero una minaccia mortale alla pace nel mondo; nemmeno la chiesa arriva a questo livello di fondamentalismo!
E quando si ammalava andava a curarsi alla Mayo Clinic o in qualche altro tempio della medicina americana.”
Cosa racconta il libro
Madre Teresa di Calcutta non era così “santa” come si pensa.
Il suo integralismo ossessivo sulla religione la portò a comportamenti e dichiarazioni, nel corso della sua vita, che non parlano proprio di quella grandiosità umana che da sempre la segue: era fortemente convinta che la sofferenza dei poveri fosse di grande aiuto per il mondo e che andava mantenuta tale.
Nelle sue dichiarazioni, anche pubbliche, non parlava del suo desiderio di aiutare il prossimo povero e dimenticato, ma di come la sofferenza doveva essere praticata per far raggiungere i poveri a Dio.
Secondo le sue affermazioni esisteva una giustizia divina nella povertà e nella sofferenza dell’uomo, che andava coltivata.
Praticava il battesimo in punto di morte a inermi induisti e musulmani, senza chiedere loro se desideravano riceverlo, li sottoponeva a tale rito e basta, quelle persone malate avevano bisogno di assistenza e questo era l’unico modo di riceverla (per modo di dire), ma non dimentichiamo che il gesto nasconde un abuso ed una mancanza di rispetto verso una diversa fede.
Inoltre, non si è mai raccontato degli standard di assoluta inefficienza dei suoi ospedali, ospedali che gestiva col denaro ottenuto da sovvenzioni ed elargizioni, denaro che non veniva versato agli ospedali dei poveri e che invece riservava a sè in maniera diversa perchè, per i suoi malanni, si è sempre fatta curare in costose cliniche occidentali.
Avete letto bene: avrebbe potuto curare meglio i moribondi e i malati, i soldi non le mancavano, ma volontariamente scelse di non farlo perché riteneva la loro sofferenza il modo migliore per farli avvicinare a Dio, senza chiedere loro, di una diversa fede, cosa avrebbero preferito.
Per lei, invece, quella sofferenza poteva essere evitata, non si faceva troppi scrupoli nel farsi ricoverare nelle migliori cliniche mondiali, non si faceva nemmeno troppo riguardo a sostenere le spese di una traversata oltre oceanica per raggiungere l’ospedale migliore, anche se non ne aveva necessità.
Il libro racconta anche delle fortune economiche che l’Ordine Religioso creato da madre Teresa ebbe modo di introitare, tanto elevate e ben celate da non permetterne, in pratica, nessuna quantificazione sicura.
“Lodava la povertà, la malattia e la sofferenza come doni dall’alto, e diceva alle persone di accettare questi doni con gioia”.
In un altro intervento: “La sua celebre clinica di Calcutta in realtà non era che un ospizio primitivo, un posto dove la gente andava a morire, un luogo dove le cure mediche erano poche, quando non addirittura inesistenti”.
In un video Hitchens registra Madre Teresa che dice a un moribondo «Stai soffrendo come Cristo in croce, di sicuro Gesù ti sta baciando!» e lui che risponde «Per favore digli di smettere di baciarmi».
Hitchens non fu il solo a denunciare la scarsa qualità delle cure che Maria Teresa dispensava ai malati in India. Anche le riviste mediche The Lancet e British Medical Jornual segnalarono le cattive condizioni di vita dei pazienti.
Una delle tante lettere spedite dai volontari arrivati a Calcutta. Questa è di un volontario tedesco: «Sono rimasto scioccato dalle condizioni in cui versa l’ostello di Madre Teresa. Il personale non sembra per niente preparato. I bambini sono trattati male e non gli viene impartito alcun insegnamento».
Un libro pericoloso
Il 1° dicembre del 2003, l’editore Minimum Fax inviò a propria volta una lettera relativa al libro di Hitchens, della quale si riporta un passo eloquente: «…in realtà il libro non è esaurito né fuori catalogo […] madre Teresa ebbe il cattivo gusto di passare a miglior vita proprio mentre il libro usciva e così le librerie si riempirono immediatamente di testi agiografici sulla “Santa dei poveri” mentre il Papa ne proponeva una beatificazione in tempi record.
Il nostro volumetto, scalzato da tanta mole di santità a cui dava un po’ fastidio, venne subito sfrattato per tornare prima del tempo in forma di reso alla casa madre».
Un libro “pericoloso” quindi, specialmente se pubblicato in una società aprioristicamente genuflessa come la nostra. Un libro da far sparire, conseguentemente, come ben dimostra la sua vicenda italiana.
Il 3 novembre del 1999 il settimanale Diario della settimana recensì il libro di Hitchens, lamentandone l’improbabilità di una diffusione in Italia.
Poco dopo un lettore scrisse alla rivista informando dell’esistenza (dal 1997) della traduzione italiana del libro, che peraltro risultava introvabile.
Prosegue ancora l’articolo apparso sul sito che riporta le dichiarazioni di minimum fax e la valutazione del saggio di Christopher Hitchens qui di seguito descritto.
“Il celebre saggista e polemista americano Hitchens ci propone una insolita analisi della figura di Madre Teresa di Calcutta, rafforzata dalle testimonianze, affidabili e ben documentate, di alcune suore ed ex infermiere che lavorarono per la missionaria di origine albanese, nonché di un autorevole medico, Robin Fox, direttore di una delle più importanti riviste mediche al mondo, The Lancet.
Hitchens sottopone all’attenzione del lettore gli aspetti più contraddittori dell’attività della religiosa e mette in discussione, in maniera coraggiosa e politicamente scorretta, l’“etica della sofferenza” che ne è alla base”.
“Nell’ospedale di Madre Teresa a Calcutta, di fatto, varcate quelle mura la gente moriva senza cure mediche e medicine.”
Per quanto riguarda ciò che accadde all’editoria che sosteneva la diffusione di tale volume questa è la vera storia degli eventi.
“Quando il libro “La posizione della missionaria” di Christopher Hitchens stava per uscire in Italia nel 1997 ci fu una così pressante richiesta dalle librerie che addirittura fummo costretti a far aumentare la tiratura al tipografo mentre il libro era ancora in stampa: da 2.000 a 4.000 copie.
Era estate, faceva caldo, e il nostro tipografo dovette passare qualche giorno di agosto in più nella sua sala-macchine per colpa nostra. Poi il libro fu stampato, arrivò in casa editrice, partì per i distributori ed era finalmente pronto per arrivare nelle librerie il 5 di settembre“.
Vi dice niente questa data?
Esatto, ci avete preso: è il giorno in cui Madre Teresa morì, scatenando una corsa alla beatificazione non solo negli uffici ai piani alti del Vaticano, in tutto il mondo ed anche in Italia, dove fiorirono nel giro di pochi giorni una quantità incedibile di libri agiografici dedicati alle preghiere, ai miracoli, ai fioretti, alle foto, agli insegnamenti, alle radici di Madre Teresa.
Per agiografia, letteralmente “scrittura di cose sante”, si intende tutto il complesso delle testimonianze che costituiscono la memoria della vita di un santo e del culto a lui tributato.
Ora, credete che in un Paese come il nostro, nelle nostre librerie, con la nostra religione di Stato, sui nostri media ci fosse spazio per l’unico libro che proponeva una voce fuori dal coro?
Eccovi alcuni dati: a fronte delle 180 copie spedite ai giornalisti, uscirono due sole recensioni. Di quelle 4.000 copie ne sono state vendute, in cinque anni, 573. Un nulla.
Il libro è stato reso in tempi record: dopo nemmeno un mese, quegli stessi librai per le cui pressanti richieste il loro tipografo aveva dovuto rinunciare a due giorni di ferie, hanno rispedito indietro la quasi totalità delle copie ordinate, per far posto sugli scaffali a quegli altri libretti, quelli sui fioretti, sui miracoli e sugli insegnamenti della suora, che ormai era già diventata beata e si avviava a diventare santa.
“Il fatto è che noi qui a minimum fax siamo un po’ testardi, o forse semplicemente non sappiamo fare bene il nostro mestiere: mentre tutti ci consigliavano di mandare al macero le oltre 3.000 copie che avevano inondato il nostro magazzino, abbiamo preferito aspettare. Volevamo tenercele, perché speravamo che un giorno sarebbero arrivati i famosi tempi migliori”.
Nel frattempo, piccoli movimenti agnostici o atei hanno comprato una o due copie a settimana, qualche sito internet rivoluzionario, qualche cellula di resistenza ha sparso la voce che il libro esisteva.
Le “missionarie”
Lo scrittore indiano Aroup Chatterjee, la rivista tedesca “Stern”, il “Guardian”, “Le Monde Diplomatique”, il giornalista d’inchiesta britannico Christopher Hitchens e molti altri giornalisti hanno criticato l’attività delle missionarie.
Molti dei conventi fondati da Madre Teresa non forniscono alcuna assistenza alla popolazione. Il loro scopo è solo quello di convertire le genti locali alla chiesa cattolica e di reclutare nuove suore.
Di altri dove vengono ospitati orfani, invece, il “Guardian” ha denunciato le disumane condizioni di vita dei bambini, e gli abusi che sono costretti a subire, sempre in nome della dottrina della sofferenza.
«Una delle sue suore è stata accusata di aver torturato una bambina di sette anni. La sorella è scomparsa non appena la cosa si è saputa in giro.
La denuncia è stata fatta dal padre della bambina (Kaviran Mondal). Sua figlia Karabi era una delle cento che vivevano nell’ostello. Karabi venne vista mentre rubava dei gioielli dalla casa adiacente all’ostello.
Sorella Francesca come punizione costrinse la bambina a mettere le mani su un piatto incandescente che si usa per cuocere le frittelle. Le ustioni sono state così profonde che la bambina ha dovuto subire un trapianto di pelle.
Da quello che ci risulta, suor Francesca aveva in passato picchiato e torturato altri bambini. “Non è in grado di controllare il suo sadismo”, si legge nei documenti processuali». Questa è solo una delle tante storie dell’orrore raccolte sugli ospizi per bambini delle “missionarie della carità”.
E che dire del fatto che le “missionarie della carità” sono l’unica organizzazione di tutta l’India che si rifiuta di fornire il bilancio delle sue finanze al governo di Nuova Delhi?
Le altre ricerche
Tre ricercatori, Serge Larivie, Genevieve Chenard e Carole Sénéchal (psicologa dell’Università di Ottawa), in un saggio del 2013 hanno deciso di approfondire la figura di Madre Teresa, dopo aver studiato più di 300 documenti, sono arrivati a una conclusione assolutamente inaspettata.
Perché nella vita della religiosa, che ha aperto 517 case d’accoglienza per i poveri e i malati in oltre 100 paesi, c’è qualche punto oscuro. Qualcosa che la Chiesa, al momento di beatificarla nel 2003, non ha considerato o ha semplicemente omesso.
Innanzitutto, pare che le sue, più che case d’accoglienza, fossero case di moribondi.
Stando al rapporto dei medici che le visitarono, in queste strutture mancavano i requisiti igienici più essenziali, i malati venivano spesso abbandonati a loro stessi, il cibo e gli antidolorifici scarseggiavano.
E il problema, sostengono gli autori della ricerca, non erano i soldi: la fondazione creata dalla religiosa aveva infatti raccolto centinaia di milioni di sterline.
Non solo, pare che in occasione di alcuni disastri naturali avvenuti in India, il suo ordine abbia offerto solo sostegno religioso, ma non economico.
E allora anche in questo caso la domanda sorge spontanea: dov’è finito il denaro che si sarebbe potuto usare in quelle occasioni di emergenza? Pare che il denaro sia stato trasferito su vari conti correnti bancari, di Madre Teresa e del Vaticano, molti dei quali furono tenuti nascosti.
A completare il dissacrante quadro, Larivie e Chenard sottolineano anche che Madre Teresa non si fece problemi a ricevere la Legione d’Onore dal dittatore di Haiti Duvalier e che le sue posizioni riguardo contraccezione, aborto e divorzio risultavano essere particolarmente dogmatiche.
Tutti aspetti di cui il Vaticano sembra non aver tenuto conto.
Sui pochi giornali italiani che denunciarono questa tragedia umana è scesa una cappa di silenzio assordante.
Nello stesso senso è anche lo studio fatto da una giornalista olandese Linda Polman di cui riporto un estratto della sua inchiesta.
“Madre Teresa ha dedicato tutta la sua vita all’India e lo ha fatto per aiutare le popolazioni indiane, ma la verità, su questa persona che la chiesa di Roma ha beatificato, è molto diversa da ciò che ci viene propinato quotidianamente con la dottrina mediatica”.
Linda Polman giornalista olandese, nel suo libro inchiesta “L’industria della solidarietà”, denuncia molte Ong cattoliche che usano il ricatto religioso: cibo in cambio di abiura di proprie convinzioni religiose e conversione al cattolicesimo.
Fra questi “aiuti umanitari” spicca il caso di Madre Teresa di Calcutta.
Scrive la Polman: «Ero a Calcutta quando era ancora viva e gestiva un ospedale. Circondato da mura altissime, era il terrore per i bambini che si sentivano dire: guarda che se non stai buono viene Madre Teresa e ti porta via.
Di fatto, denuncia la giornalista, varcate quelle mura la gente moriva senza cure mediche e medicine. ( …) I finanziamenti che riceveva in cifre ingenti non li spendeva per l’ospedale ma li accumulava sul proprio conto» .
L’ospedale di Madre Teresa
Ci sono testimonianze di fotoreporter che hanno visto “l’ospedale” di Madre Teresa.
Queste persone hanno visto e documentato cose terribili: «l’ospedale è un hangar con lettini messi in fila sui quali giacciono larve umane in attesa di morire, senza cure, senza assistenza, nella totale indifferenza, le suore a volte passano per fare iniezioni e usano la stessa siringa per diverse persone, i pochi servizi igienici sono latrine sporche.
Madre Teresa diceva che il dolore unisce a Dio però quando stava male si curava in un lussuoso ospedale americano e i fondi che raggranellava durante i suoi viaggi promozionali servivano per fondare conventi per le sue suore che si occupano solo di convertire al cristianesimo e non per assistere ammalati e bambini». (S. Sollima, un reporter del The Guardian)
Le autorevoli riviste “The Lancer” e “British Medial Journal” hanno criticato pesantemente i «metodi da campo di concentramento praticati nell’ospizio».
Ai moribondi non veniva fornito alcun trattamento per lenire il dolore.
Questi venivano costipati in brandine sudice, privati di ogni comfort. «Gli ospiti della casa di Madre Teresa erano in balia di suore sprovviste di competenza medica, incapaci di fare diagnosi e di rispettare le più elementari precauzioni igieniche.
Alcuni medici che hanno visitato la struttura, come il dottor Robin Fox, hanno riferito di aghi di siringa usati e riusati su diversi pazienti, sulla cattiva qualità di cure e di cibo», ha scritto il “British Medial Journal”.
«Tra i malati incurabili finivano spesso anche poveracci, che sarebbero potuti guarire con le cure appropriate, ma che finivano anche loro per morire a causa delle infezioni e dell’inedia», ha aggiunto “The Lancer”.
Perché con le donazioni Madre Teresa non ha costruito un vero e proprio ospedale? con letti, medici e attrezzature?
Le azioni gratuite, come il trasferimento di malati in altre strutture più idonee, o le visite di parenti e amici, erano state proibite da Madre Teresa.
La sua unica vocazione (avete letto bene: questa era la sua vera missione!) era quella di imporre la sua dottrina antimaterialista del culto della sofferenza.
«Se accetti la sofferenza e la offri a Dio, ti darà gioia. La sofferenza è un grande dono di Dio», amava ripetere.
Lei si opponeva alle cure mediche. Credeva fermamente che l’unica cura per i malati fosse la fede nei miracoli di Dio. «Molti volontari che si sono recati a Calcutta sono tornati terribilmente disillusi da quell’angolo di mondo che è stato presentato a tutti come il regno dell’amore», ha scritto il giornalista d’inchiesta britannico Christopher Hitchens.
Ricordiamoci che per sé la santa si concedeva il lusso delle cliniche famose e oltreoceaniche.
Per questo motivo Madre Teresa non ha mai finanziato la costruzione di un solo ospedale.
La sua opera di carità si limita ad aver fondato e diretto un piccolo ospizio per moribondi (quaranta posti letto): il Nirmal Hriday. Tutto qui. Atro che ospedali per salvare i bisognosi di Calcutta!
Probabilmente molti inorridiranno nel leggere queste cose, perché il personaggio in questione, oltre a godere di grande popolarità ed essere stato insignito del Nobel per la Pace, è diventato un simbolo universale della carità e della religione cristiana nel mondo, tanto da essere beatificato e poi santificato a tempo di record dal Vaticano.
Ricordiamoci perché.
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12 Comments
Non riesco a comprendere perche’ tanto accanimento contro Madre Teresa di Calcutta, lei il denaro lo ha consegnato al Vaticano, doveva essere il vaticano a far costruire un ospedale adeguato per quella povera gente. qui’ c’e’ stato un abuso di potere si sono impossessati del denaro donato per migliorare le condizioni di quella povera gente e lo hanno speso dove non si doveva. Il Vaticano gode di troppi privilegi, La dottrina sociale della Chiesa dev’essere per il bene dell’umanita’, non per la Chiesa soltanto.
Buongiorno Rita,
il mio non è puro accanimento contro Madre Teresa, io racconto la verità, che ha volte è fastidiosa perché cozza con l’idea presagomata che ci hanno sempre rifilato per mera opportunità, per finalità meramente informative della verità, che io considero intoccabile e mai fuorviante, e per raccontare di com’era in realtà la donna e la suora.
Le sue mancanze ed i suoi errori erano tali che non avrebbe mai dovuto essere santificata, ma la Chiesa si serve delle persone, depurandole della loro debolezza, per creare dei Santi con cui fare proseliti ed illudere i credenti che essa sia, come Itituzione, qualcosa di diverso da quello che in realtà è.
Nulla di tutto questo ha a che vedere col personale sentimento della fede e della cristianità, che rispetto sopra ogni limite.
GRazie per il suo commento che rispetto
Marilena
CREDO CHE CON L’AVVENTO DI INTERNET TANTISSIME FATTI E COSE VENGONO ALLA LUCE !! CHE PRIMA ERAVAMO ALL’OSCURO ,NON SOLO IL CASO DI TERSA DI CALCUTTA ,MA IL GOLFO DEL TONCHINO DOVE MENTENDO SCATURIRONO UNA GUERRA CHE PORTÒ ALLA MORTE 3 MILIONI DI VIETNAMITI,E TANTISSIME ALTRE COSE CHE SONOI RIMASTE NEL BUIO SENZA LA VERITÀ ,
Ha ragione Tino, l’informazione quella vera non va mai tralasciata né dmenticata, solo in questo modo potremo imparare a non farci abbindolare da chi da sempre manipola la realtà per manipolare le menti.
Grazie del suo contributo
Marilena
HO LETTO TUTTO DI SUOR TERESA DI CALCUTTA ,PRECISO NON E ALBANESE MA E NATA A SKOPIE MACEDONE .lLA VERITÀ E LAMPANTE CON I SOLDI SI RIESCE ANCHE A DIVENTARE SANTI,
Ebbene sì caro Santino, lei ha perfettamente ragione, coi soldi si compera di tutto pure la santità
grazie per il suo intervento
saluti
Marilena
Lei era nata a Skopie era macedone non albanese (adozione) per precisare .
Grazie per la precisazione Tino, anche se l’articolo riguardava ben altri argomenti….
Marilena
LA CHIESA COSA PRODUCE !! CHE COSA FA ??? VENDE SOLO FUMO QUESTA PER CONTO MIO è LA VERITÀ ESSENDO ANCHE ATEO VEDO LE COSE TOTALMENTE DIVERSE DA COME TANTI LE INTENDONO .
Ti ssicuro Tino che anche tanti credenti se ne stanno rendendo conto, infatti si è creata una corrente di persone che hanno fede ma che non hanno più rispetto né stima nella Chiesa attuale (che da secoli opera in tal modo).
Questo la dice lunga su come stia agendo in totale contrasto su quei dogmi su cui si fonda la Chiesa stessa.
Marilena
I fondi raccolti da Madre Teresa sono finiti in larga parte nelle casse del Vaticano, il resto nella costruzione di conventi di missionari in tutto il mondo… altro che carità ai poveri tra i poveri, Madre Teresa fu soprattutto una macchina mangiasoldi, in crisi di fede per di più dato che in alcune lettere confidenziali confessa il suo intimo ateismo.
Hai proprio ragione Tino, la cosa pazzesca è che l’hanno usata e fatta pure Santa, ed io conosco personalmente tante persone caritevoli e generose che meriterebbero sicuramente il titolo meglio di lei.
Ma la Chiesa ha i suoi sporchi interessi da portare avanti per salvare la facciata e continuare ad essere il potere economico e politico che è, altro che religione e spiritualità!, quello sono solo il paravento dietro il quale si nascondono le peggiori nefandezze che per fortuna stanno venendo a galla, poco per volta.
Eppure oggi più che mai la gente ha bisogno della fede, della fede vera, fatta con tutti i crismi che la Chiesa impone, ma che la Chiesa di fatto sta distruggendo.
Marilena