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08/05/2017Megalomania e Mitomania sono disturbi correlati ad una falsa percezione di sé.
Entrambi sono disturbi accomunati dal desiderio patologico di sentirsi degni di ammirazione agli occhi delle persone con cui ci si relaziona.
In realtà, megalomani e mitomani sono individui i cui comportamenti nascondono una fragilità estrema che porta addirittura ad inventare una falsa condizione per sentirsi accettati dagli altri.
Sia la megalomania che la mitomania sono manie associate ad una esaltazione di sé oltre il reale che permette ai soggetti di sentirsi superiori agli altri.
Differenza tra le manie
La megalomania e la mitomania sono due condizioni accomunate dalla convinzione di essere superiori agli altri.
- Il tratto distintivo della megalomania è l’esagerato apprezzamento di sé: il soggetto assume tipicamente atteggiamenti di superiorità, tende a primeggiare e si impegna a compiere imprese sproporzionate rispetto alle proprie forze (ricavandone una serie di conseguenze più o meno negative). La megalomania è, quindi, espressione di un desiderio patologico di sentirsi degni di ammirazione agli occhi delle persone con cui si instaurano delle relazioni.
- La mitomania è la tendenza patologica a manipolare la verità allo scopo di ottenere un’esaltazione psicologica di sé, mediante la produzione abituale, prolungata e ripetuta di menzogne. A differenza del megalomane che ha il bisogno di mettere di continuo i suoi progetti alla prova, il mitomane evita di esporsi all’eventuale impatto con la vita reale – che può rivelarsi deludente ed indurlo al crollo depressivo – ideando fantasie e ingannando le altre persone. L’abitudine a mentire può evolvere in un’alterazione della personalità, poiché l’autore stesso finisce col credere a quanto inventa.
Il destino del mitomane è identico a quello del megalomane: l’esaltazione di sé cede alla depressione e alle conseguenze della sua condotta.
La Megalomania
La megalomania è una manifestazione psicopatologica caratterizzata da un esagerato apprezzamento di sé e delle proprie capacità.
Il soggetto megalomane assume tipicamente atteggiamenti di superiorità, tende a primeggiare e si impegna a compiere imprese sproporzionate rispetto alle proprie forze.
La megalomania è espressione di un desiderio patologico di sentirsi degni di ammirazione agli occhi delle persone con cui si instaurano delle relazioni. Contrariamente da quello che appare, questi soggetti nascondono una fragilità estrema.
La persona con megalomania si ritiene superiore a chiunque altro, ma allo stesso tempo cerca costantemente conferma delle proprie capacità da parte degli altri, per questo racconta di sé e delle cose che fa non vere.
Come conseguenza di tale condizione, il megalomane assume comportamenti arroganti, presuntuosi e anche esibizionisti.
La megalomania nasconde una profonda fragilità, diversamente da quanto si possa ritenere. Il megalomane, infatti, è colpito da una bassa autostima, che risulta evidente alla minima critica nei suoi confronti.
La persona con mania di grandezza è più suscettibile ai periodi di stress. Questi possono spingerlo verso un vero e proprio stato depressivo. L’altra conseguenza può essere una iperattività maniacale, caratterizzata dalla tendenza a mettersi in competizione con chiunque.
Sul lungo termine, i comportamenti e gli atteggiamenti del megalomane possono minare i suoi rapporti interpersonali e portare ad uno scollamento dalla realtà che lo circonda.
Possibili cause
In qualche caso, la megalomania origina da un rapporto conflittuale con l’immagine di sé; questo può manifestarsi a partire dall’infanzia per l’esposizione a giudizi molto negativi, accompagnati dalla derisione, dal disprezzo o dalla compassione altrui.
La megalomania sarebbe, quindi, una sorta di scudo rispetto all’immagine negativa che il soggetto ha di sé, determinata da bassa autostima e profonda insicurezza.
Altre volte, l’autoesaltazione dipende da una concezione di grandezza individuale che tormenta il megalomane e può presentarsi quale conseguenza di aspettative troppo elevate dai modelli di riferimento.
La megalomania può essere un sintomo di disturbi paranoici e maniacali. Nella maggior parte dei casi, però, non ci sono vere patologie sottostanti, ma tendenze caratteriali alla prepotenza e alla volontà di imporre in modo autoritario la propria immagine e il proprio pensiero.
Come si manifesta
La megalomania si manifesta con la concezione di ritenersi a tutti i costi superiori a qualsiasi altra persona.
Ciò induce il soggetto che ne soffre a cercare negli altri conferma delle proprie doti; la diretta conseguenza di tale atteggiamento è la volontà di non accettare o di contrastare chiunque abbia talento o dimostri un’intelligenza vicina all’immagine idealizzata.
Il megalomane vive, inoltre, in uno stato di eccesso maniacale permanente, cioè di esasperato entusiasmo e di un’esagerata considerazione di sé. Questo comportamento lo rende presuntuoso, arrogante, egoista ed esibizionista.
In realtà, il megalomane ha una stima di sé bassissima e risulta vulnerabile alla minima critica.
Se aumenta il livello di stress, costui può facilmente avere un crollo depressivo e incorre in uno stato di inerzia o, al contrario, può manifestare la tendenza di sfidare il mondo (iperattività maniacale).
Nel tempo, la megalomania può determinare un allontanamento tra la realtà del mondo circostante e il soggetto, il quale perde la giusta misura dei valori delle persone, delle cose e delle proprie azioni.
La Mitomania
La mitomania è una manifestazione psicopatologica caratterizzata dal ricorrente bisogno di distorcere la realtà, elaborando intenzionalmente scenari fittizi poco probabili.
Da ciò consegue la predisposizione a raccontare bugie, spesso di natura complessa e fantasiosa, allo scopo di:
- Nascondere agli altri le proprie debolezze;
- Proteggersi dal giudizio altrui;
- Accrescere la propria autostima;
- Suscitare ammirazione, stima o compassione nelle altre persone.
Altro atteggiamento ricorrente tra gli individui mitomani è la tendenza a esagerare e a vantarsi delle proprie capacità, prestazioni o esperienze.
Nel tempo, l’abitudine a mentire può evolvere in un disturbo della personalità, poiché l’autore stesso finisce con il credere a quanto inventa.
Possibili cause
Le cause della mitomania si possono spesso ritrovare in ricordi dolorosi di una perdita o di un insuccesso, aspettative troppo elevate di amici o genitori o altri eventi talmente negativi da essere impossibili da accettare per la persona che li ha vissuti.
Al disturbo possono contribuire anche certi stimoli ambientali e fattori biologico-genetici.
Frequentemente, gli atteggiamenti tipici della mitomania si instaurano come una sorta di barriera con cui nascondere le fragilità e impedire agli altri di approfittarsi di questa debolezza.
Se incalzato dai dubbi altrui o da difficoltà reali, come richieste di prestazioni inerenti la sua atteggiata eccezionalità, il mitomane deve imparare ad ingannare.
Questa soluzione non è, però, infallibile: la confutazione delle bugie e il confronto con la realtà può demolire la visione di superiorità del mitomane, che può avere un crollo depressivo.
Pseudologia fantastica
Detta anche pseudologia fantastica, la mitomania è un disturbo di natura psicologica che porta a manipolare la verità e a mentire in modo patologico e continuato.
Una persona mitomane crea situazioni e avvenimenti aggiungendo del proprio, in funzione di ciò in cui crede.
Oltre al ricorrente bisogno di mentire, la mitomania è caratterizzata anche dalla tendenza a vantarsi delle proprie capacità per dimostrare la propria superiorità. In un certo senso, quindi, il disturbo è una variante della megalomania.
I tratti peculiari con cui si presenta la mitomania sono, quindi, l’invenzione e l’esagerazione.
L’abitudine di dire le bugie in modo compulsivo può svilupparsi fin dall’infanzia: molti bambini hanno difficoltà ad affrontare alcune frustrazioni e finiscono, entro certi limiti, con il mentire ai genitori per la paura di deludere le loro aspettative, per tentare di preservare la propria immagine o per evitare un castigo.
Questo fenomeno diviene un carattere patologico quando il bambino (o l’adulto) incline alla mitomania riscontra che la menzogna può essere intesa come verità, senza conseguenze negative associate.
D’altra parte, una sensazione di piacere e potenza può facilmente indurre a ripetere lo stesso comportamento.
Ad esempio, quando i colleghi trovano interesse nelle storie fittizie avvincenti e fantasiose riportate dal mitomane, questo comincia a sentirsi accettato e, conseguentemente, inventa bugie sempre più incredibili.
Da qui il bisogno di ripetere il comportamento menzoniero anche senza uno scopo specifico.
Pertanto, i mitomani entrano in un ciclo vizioso costruito sulle bugie per rispondere alle aspettative e per sentirsi all’altezza, finendo col confondere fantasia e realtà.
Come si manifesta
La mitomania si manifesta sfalsando continuamente la realtà e riportando racconti fantastici, ricordi e/o episodi frutto dell’invenzione, ai quali l’autore stesso crede.
Al contempo, sono presenti la tendenza ricorrente ad esagerare e a vantarsi delle proprie capacità, prestazioni o esperienze.
Mediante la falsificazione della realtà, il mitomane cerca di attirare su di sé l’attenzione di quanti lo circondano, allo scopo di soddisfare la sua vanità e il bisogno di stima.
Le bugie raccontate tendono a rappresentare come positiva la persona del narratore: il mitomane riporta esperienze che lo presentano come eroe o come vittima.
Ad esempio, il soggetto appare nel racconto come estremamente coraggioso, sostiene di conoscere persone importanti e famose o dichiara di guadagnare più soldi di quanti ne percepisca in realtà.
Il rischio principale consiste nell’arrivare al punto di crearsi un’altra personalità: alcuni di questi soggetti sanno perfettamente di creare scenari fittizi; altri, nel tempo, possono perdere il contatto con la realtà e, soprattutto, non hanno più il potere di determinarla con le proprie menzogne.
Il mitomane è, in realtà, una persona estremamente fragile, che preferisce creare fantasie e ingannare sistematicamente gli altri per eludere ogni possibile confronto.
Questo è, tuttavia, inevitabile: il bugiardo patologico prima o poi viene smentito, compromettendo i rapporti e perdendo la fiducia di partner, amici, colleghi e parenti.
A tal punto, l’esaltazione maniacale di sé cede alla depressione. Non è escluso, inoltre, che le sue bugie abbiano delle conseguenze quando rapportate con la realtà; in questi casi possono verificarsi fallimenti economici e affettivi, denunce e problemi giudiziari.
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6 Comments
molto ben spiegato. sintetico. molte grazie
Grazie a te Giuseppe.
a presto
Marilena
Spunto di riflessione: oggi si tende a dare del depresso, del malato un po’ a tutto e tutti, non può essere che, citando Thomas Szasz, la malattia sia solo una categorizzazione effettuata per ‘marchiare a fuoco’ la persona? Ad es. un delirante onnipotente potrebbe essere semplicemente una persona desiderosa di impegnarsi per distinguersi dalle masse, per migliorarsi, per cercare di non sprecare la propria vita? L’invidia o la gelosia nei suoi confronti porterebbe alla generazione di categorie cliniche come quelle qui riportate. Un saluto.
Ha ragione Daniel,
troppo spesso si tende a semplificare, sopratutto da parte dei medici, cio che è puro atteggiamento insolito o maniacale (e le manie le abbiamo tutti e non sono patologiche) mentre soltanto ciò che è patologicamente di una certa gravità necessita di un intervento terapeutico clinico, ancora peggio quando certi medici credono di curare le persone sedando i sintomi con farmaci dannosissimi che creano immediata dipendenza non solo dal farmaco ma anche dal medico (e qui comprende la finalità del sistema).
Essere depresso qualche volta può capirare a chiunque sopratutto nei periodi di maggiore stress e delusione,
essere ambiziosi è uno stimolante che porta a fare meglio e a ricercare mete ambite e sognate senza accontentarsi della quotidianità e della banalità,
essere gelosi e possessivi è un aspetto naturali del nostro essere soprautto quando abbiamo a cuore le persone o le cose a cui si riferiscono.
Tutto può rimanere solo nelle abitudine metodiche di una persona particolarmente ordinata ed organizzata, magari un po’ troppo maniacale nel controllo, ma tutto ciò diventa patologico quando condiziona la vita in modo tale da non far più vivere serenamente, ossessiona al punto tale da non sapersi più relazionare con il mondo e con gli altri, quando tutto si ferma al meccanismo che crea il blocco da cui la persona non riesce più ad uscire.
In tal caso, anche un aiuto assistenziale del Counselor, che non è un medico ma un esperto nel risolvere probelmatiche comportamentali, può essere efficace, anzi forse di più, perché il Counselor mira a risolvere presto ed in modo adeguato il problema senza impostare terapie che durano anni se non una vita intera (ed anche in questo caso può ben capire quale sia l’interesse privilegiato dai medici, un paziente malato a vita è una fonte di reddito a vita).
Come vede dalle semplici abitudini che siano esse anche un po’ maniacali ad essere patologicamente malati da aver bisogno di clinici e dosi di antidepressivi, stabilizzanti dell’unore ed altro ( per cui rimango sempre contraria per i devastanti effetti collaterali che producono) ci sta un maredi mezzo, un mare di diversità e di particolarità del modo di essere delle persone.
Grazie per il commento e di avermi dato la possibilità di fare questa precisazione.
MArilena
Più che un commento vorrei una risposta di come e cosa fare quando si casca in queste circostanze e si diventa vittime di questi malati?
Perché non mi contatta privatamente via mail: info@marilenacremaschini.it.
Ha ragione, non sempre può bastare un consiglio, a volte per capire ciò che avviene intorno e dentro di noi occorre fare un percorso di conscenza e di valutazione, cosa che può tranquillamente fare con me.
Mi contatti e mi faccia sapere
A presto
Marilena