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03/12/2017
La sincronicità degli eventi
10/12/2017La profezia autoavverante è un condizionamento della nostra mente.
La “profezia” riguarda una convinzione, una credenza, su di sé o sugli altri, ritenuta vera o assai probabile che frequentemente ed in diverse circostanze si manifesta nella realtà.
Il fatto che accada realmente, o che ne accada un evento simile, tende a confermare che la credenza che l’ha generata sia corretta.
Il condizionamento mentale
La profezia che si autoavvera è quindi un insieme di meccanismi mentali che mettiamo in atto a conferma di nostre supposizioni o teorie. Se crediamo che qualcosa sia reale, agiremo come se lo fosse e, così facendo, come conseguenza di nostre azioni e nostri atteggiamenti, diventa reale.
Siamo convinti di conoscere già il risultato che otterremo e spingendosi verso di esso, metteremo in atto, in modo automatico e non consapevole, comportamenti tali da indurci a muovere con certezza e presunzione come se ci trovassimo di fronte ad una realtà già nota.
Si cade nella trappola di un circolo vizioso della profezia.
Le aspettative di una persona, le proprie credenze o pregiudizi portano ad assumere un certo tipo di comportamento ed atteggiamento verso qualcosa o qualcuno. Conseguentemente, quel determinato modo di agire stimolerà un certo tipo di risposta da parte dell’ambiente, tale da andare a confermare le proprie aspettative inziali dettate dalla profezia.
Esempio di profezia
Facciamo un esempio: una persona ritiene di essere poco capace e competente, così ogni volta che qualcuno, ad esempio al lavoro, le rivolge una critica sperimenta un’emozione negativa: colpa, rabbia, spesso tristezza.
Per evitare queste emozioni spiacevoli cercherà pertanto di non fare più errori, starà molto attenta a non sbagliare e a portare a termine i suoi compiti in maniera perfetta.
I comportamenti messi in atto ed i pensieri che li accompagnano determineranno nella persona un elevato stress, probabilmente si sentirà in ansia, emozione che non favorisce certo la concentrazione e l’attenzione, per cui verosimilmente tenderà ad essere più distratta commettendo di conseguenza più errori.
Nel prendere atto dei nuovi errori commessi penserà che la causa che li ha generati consiste nel fatto di essere una persona poco capace e competente.
Come detto, siamo partiti da una credenza su di sè come persona incompetente e attraverso tutta una serie di meccanismi e comportamenti (volti per altro apparentemente a contraddire la credenza) siamo giunti a confermarla.
E’ così che si instaurano dei veri e propri circoli viziosi dai quali può veramente diventare difficile uscire, sia a causa delle emozioni negative sperimentate, sia del fatto che quando riteniamo che qualcosa sia vero non lo mettiamo più in discussione.
Questi fenomeni sono stati studiati attraverso interessanti ricerche sulla profezia autoavverante i cui risultati confermano la loro potenza ed i possibili effetti negativi sulle persone.
L’effetto Pigmalione
Una di queste, condotta da Rosenthal nel 1974 ha consentito di individuare quello che è stato definito Effetto pigmalione o Effetto Rosenthal: in una scuola elementare vennero create due classi identiche di bambini ma si disse alle maestre che dai test di intelligenza precedentemente somministrati, la classe A risultava essere composta di bambini più intelligenti e dotati e la classe B di bambini meno dotati.
I risultati dello studio dimostrarono che a fine anno, non solo gli studenti inseriti nelle classi immaginate “migliori” vennero valutati più positivamente dalle insegnanti, ma che i bambini ebbero anche prestazioni migliori a prove oggettive, risultando quindi più intelligenti.
Dallo studio si può presumere che le maestre a partire dalle informazioni non veritiere abbiano modificato i loro comportamenti nei confronti degli studenti, mostrandosi ad esempio più inclini ad incoraggiare e supportare i bambini ritenuti più dotati e meno quelli considerati meno dotati.
Gli atteggiamenti e comportamenti delle insegnanti avrebbero a loro volta influenzato i comportamenti dei bambini i quali, ritenendo veritiere le informazioni provenienti dalle maestre avrebbero reagito con comportamenti tali da confermare le loro credenze.
Un altro effetto interessante della profezia che la ricerca ha messo in luce è quello dell’Effetto placebo.
In questo studio, due gruppi di medici prescrissero lo stesso farmaco a due gruppi di pazienti ma, Il primo gruppo riteneva si trattasse di un farmaco in fase di test clinico, il secondo di un farmaco dalla collaudata efficacia.
II risultati mostrarono come la remissione dei sintomi fu ampiamente più evidente nel secondo caso.
Conseguenze negative
Nella realtà quotidiana possiamo facilmente immaginare come questi stessi meccanismi possano agire in qualunque contesto relazionale (nei rapporti genitori figli, in quelli sentimentali, amicali, lavorativi), ma anche sulle scelte individuali quali il percorso di studi, il lavoro, la percezione addirittura della propria salute.
Non vanno neanche trascurati gli effetti a livello sociale, poiché le credenze che abbiamo sugli altri, spesso veri e propri stereotipi o pregiudizi, per quanto ci aiutino a categorizzare e interpretare la realtà in maniera più veloce e semplice, possono far sì che le persone diventino proprio come vengono rappresentate.
Cosa si può fare
Innanzi tutto, è importante sottolineare che i meccanismi della profezia avverante fin qui descritti non sono di tipo patologico, infatti ognuno di noi nella sua esperienza quotidiana può trovare prova di come essi agiscano, a volte senza particolari conseguenze.
Altre volte al contrario, questa profezia può determinare grosse difficoltà nel perseguire le proprie mete, la propria realizzazione personale, il benessere delle proprie relazioni sociali e sentimentali.
Noi stessi, per prima cosa, possiamo tentare di riconoscere quelle che sono le nostre principali credenze o convinzioni su noi stessi e sugli altri (pensando a quelle cose che probabilmente ci ripetiamo da anni) e quali reazioni attivino normalmente.
Una volta evidenziate, attraverso l’analisi di episodi e situazioni nelle quali esse hanno guidato per così dire la nostra azione, con conseguenze spiacevoli per noi, il secondo passo consiste nella loro verifica e messa in discussione.
Forse per la prima volta ci si troverà a discutere di alcune “verità assolute” come se fossero solo una delle tante spiegazioni possibili della realtà, e soprattutto riusciremo a smentirle con i fatti, attraverso cioè nuove azioni possibili e più funzionali.
Profezia vantaggiosa
Le profezie che si autoavverano non sono per forza condanne. Il meccanismo circolare, infatti, può aiutare la nostra crescita personale.
La psicoterapeuta Amy Morin sostiene che per usare le profezie a proprio vantaggio bisogna agire “come se”. In pratica, se vuoi essere diverso, comportati in modo diverso. Vuoi avere più amici? Comincia a essere più socievole. Vorresti essere meno pigro? Comincia ad agire come farebbe una persona produttiva.
Il principio della profezia vuole che i nostri comportamenti siano in grado di influenzare la percezione di noi stessi. Se vogliamo avere più amici, aspettare di essere sicuri di sé prima di socializzare potrebbe non portare a nulla.
Questo trucco, in America viene chiamato ‘fake it ‘till you make it’, ovvero ‘fingi finché non lo fai’.
Se per giorni, mesi, anni, mi comporto come una persona socievole, inizierò a essere una persona socievole. Al comportamento seguono le rappresentazioni di sé, e a queste seguono altri comportamenti, e così via.
La regola dei 5 minuti
Ciò che pensiamo di noi cambia nel momento in cui noi decidiamo di cambiare. Non è un caso che, per smettere di rimandare le cose da fare, un consiglio che alcuni terapeuti danno è la regola dei 5 minuti.
Secondo questa regola, non dobbiamo per forza fare tutto e subito se non ce la sentiamo. Se dobbiamo pulire tutta casa, dopo aver rimandato per settimane, ad esempio, la regola dice di cominciare a pulire anche solo per 5 minuti.
Mentre l’idea di recuperare tutto il lavoro arretrato ci mette ansia, la prospettiva dei 5 minuti è più accettabile. Se un compito è troppo impegnativo, tendiamo a evitarlo. Se ci “inganniamo” che sia affrontabile, riusciamo a farlo.
Il trucco è iniziare a fare una parte, il resto viene da sé.
Quando il nostro cervello si accorge che stiamo agendo contro le rappresentazioni di noi stessi, allora comincia a cambiare quelle rappresentazioni. Siamo noi in controllo della profezia, e possiamo crescere.
La profezia che si autoavvera ci aiuta a capire che possiamo sempre cambiare, migliorare, crescere, anche a dispetto di quello che gli altri pensano di noi. Certo, non bisogna esagerare. Non dobbiamo fingere di essere qualcun altro, altrimenti si cade nella mitomania.
Se siamo troppo forzati diventiamo caricature di noi stessi, e allora soffriamo. Non dobbiamo cercare di cambiare la percezione che gli altri hanno di noi, ma dobbiamo voler cambiare noi stessi.
Il concetto di profezia che si autoavvera serve anche a capire che la nostra mente è al nostro servizio. Non ne siamo schiavi. In altre parole, siamo capaci di crescere tantissimo, se solo lo riteniamo possibile.
Pare che San Francesco d’Assisi abbia pronunciato queste parole, ancora oggi attualissime: “Cominciate col fare ciò che è necessario, poi ciò che è possibile, e vi sorprenderete a fare l’impossibile”.
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