Si chiama ansia sociale o fobia sociale e consiste che un’intensa paura, immotivata che deriva soltanto da una fissazione mentale di timore verso gli altri e ciò che rappresenta l’esterno, che si manifesta con uno stato di insicurezza generalizzato, nervosismo, tachicardia, eccessiva sudorazione, rossore, tensione, disagio, veri e propri attacchi di panico che immobilizzano, bloccano, paura non solo di ciò che è esterno ma di essere riconosciuto come tale.
Non si tratta di semplice timidezza, che può essere una ritrosia connaturata al carattere chiuso e schivo della persona, ma di una condizione di vera e propria impossibilità di controllare la situazione e l’ansia e gli attacchi di panico conseguenti.
Chi ne soffre, conosce le proprie reazione e spesso il solo pensiero che si possano verificare permette a tali stati ansiogeni di sorgere ancora prima che vi siano le condizioni socializzandi che la producono.
In pratica chi ne soffre tende a sviluppare una sorta di ansia anticipatoria che anticipa tutti gli effetti negativi della fobia non permettendo che il mondo esterno venga affrontato adeguatamente.
Questa ansia anticipatoria porta ad evitare il più possibile le eventuali possibilità che si possano verificare delle interazioni con gli altri per paura di entrare in intimità con essi, perché preoccupato (o convinto) di non essere all’altezza, di imbarazzarsi, di non sapere cosa dire o fare e per questo pensa (o sa già) che sarà giudicato come ridicolo, incapace, inadeguato o stupido.
La paura degli altri e gli stati d’ansia ad essa connessi, porteranno così ad interagire il meno possibile creando una “corazza” che è fatta dal luogo in cui la persona tende a rintanarsi, che può essere la cameretta oppure se si tratta di un adulto solitario anche la propria casa, che viene trasformata in un castello inespugnabile dall’esterno ma purtroppo anche dall’interno.
Le paure che più temono i fobici sociali sono:
Chi ne soffre tende a:
I seguenti esercizi non hanno un valore terapeutico in quanto é necessaria la guida di un terapeuta per testarne appieno l’efficacia, si possono attuare quando la fobia sociale non si è ancora trasformata in un vero e proprio disagio psicologico grave con conseguente necessità di un intervento di un terapeuta, ma può essere di aiuto quando vi sono delle situazioni critiche, momentanee e determinate da una scarsa abitudine ai contatti sociali.
I ESERCIZIO: parlare lentamente
Un’utile strategia per iniziare ad affrontare l’ansia di parlare in pubblico consiste ad esempio nell’esercitarsi pazientemente e costantemente qualche minuto al giorno e per alcune settimane, a seconda di come si percepisce la gravità del disagio, ad immaginare la scena del colloquio e tentarla di portarla avanti con una minima conversazione.
Il tutto facendo gesti ed atteggiamenti controllati, lenti, in modo sciolto, evitando nervosismi e blocchi, cercando anche di parlare lentamente delle cose più semplici e banali sino ad arrivare a discorsi più impegnativi.
Questo esercizio permette di allenare la mente a gestire una situazione simile quando verrà a verificarsi, inoltre avendo già programmato delle frasi da dire sarà più facile ricordarsele ed incominciare il dialogo o portarlo sugli argomenti su cui c’è più allenamento, conoscenze e possibilità di gestione.
Una volta imparato ad affrontare la situazione ipotetica si può passare allo step successivo che consisterà nel mettere in pratica per almeno un’altra settimana l’esercizio con un parente o amico prestando attenzione alle reazione nell’altro e alle proprie.
A questo punto l’ultimo step consisterà nell’utilizzare la tecnica con i colleghi di lavoro e infine con estranei.
Ogni volta che si avvia una conversazione fare attenzione anche alle proprie emozioni, in modo tale da monitorare la loro intensità ed appurare che il metodo usato possa rivelarsi efficace e con quali risvolti positivi, in modo da poterlo ripetere in un secondo momento apportando quelle modifiche che il caso o il discorso avviato ha suggerito.
Inoltre dovranno essere considerati gli effetti che se positivi saranno sicuramente di stimolo e fiducia per proseguire e per arrivare a superare queste difficoltà.
II ESERCIZIO: imparare l’arte di improvvisare
Quando siete da soli ed in un ambiente sicuro, provate ad improvvisare delle discussioni di maggiore spessore che comportano dei dialoghi più lunghi ed impegnativi.
Anche questo allenamento servirà a non farvi trovare impreparati se capitasse l’occasione.
Inoltre improvvisate, per quello che può essere possibile essendo da soli, ecco perché sarebbe opportuno l’aiuto di una persona con cui avete abbastanza confidenza, in modo tale da riuscire a rispondere e reggere il discorso anche su argomenti e materie di cui non avete allenamento.
L’improvvisazione aumenterà la sicurezza di poter affrontare una discussione anche senza una preparazione metodica alle spalle.
Piano piano in questo modo avrete provato da soli ogni possibile eventualità per sentirvi più sicuri quando vi troverete ad affrontarle realmente.
Non dimenticate di analizzare ogni esperienza e le sensazioni che vi rimangono dentro, l’adrenalina del momento in cui avete provato a parlare ma anche la gioia di aver fatto da soli piccoli passi verso un futuro più sereno e pieno di opportunità.
III ESERCIZIO: rivelarsi in parte
Un terzo esercizio, utile per fare i conti sempre gradualmente con la propria ansia, consiste nel provare giornalmente a svelare le piccole debolezze e le piccole emozioni, positive o negative, che si provano al momento, mentre si è al lavoro, a casa con i propri familiari, con un amico (ad es. Mi sento un pò triste…, Ho qualche difficoltà a far questo, etc..).
Anche questo esercizio è utile per permetter di aprirvi al prossimo sulle vostre difficoltà e disagi, in modo tale che vi pensino di meno, condividere le pene è sempre il modo migliore per sentirsi meno gravati da esse e prendere coraggio su come si è e cosa si può fare per migliorarsi ogni giorno di più, ma sempre a piccoli passi progressivi, verso la meta che è la possibilità di essere sereni anche con gli altri intorno.