Per strategia del Win Win si intende una dinamica relazionale che coinvolge più persone che hanno interessi ed esigenze contrapposte sostenuta in modo che tutte le parti possano essere soddisfatti e risultino vincenti.
“Win – win” appunto, tutti vincenti!
È una strategia solitamente usata nell’ambito del lavoro ma utilizzabile anche in tutte le relazioni personali, anche di tipo familiare, quando le parti coinvolte sembrano avere apparentemente interessi contrastanti tali da ritenere irraggiungibile un accordo che soddisfi tutti quanti.
Il fatto di sentirsi lontani sulle cose che si vuole ottenere non significa che non si possa trovare un accordo che possa soddisfare entrambe le parti in maniera soddisfacente.
Faccio degli esempi pratici.
Nell’ambito lavorativo può capitare che più soci siano in disaccordo su come operare una certa attività perché hanno interessi diversi e modi di vedere le cose o di valutare determinate dinamiche completamente diverse.
Se ci si sente lontani e differenti da qualcuno con cui si collabora o si lavora spesso questa sensazione negativa porta le persone a pensare che gli ostacoli o le differenze siano insormontabili e che non si possa raggiungere un accordo che soddisfi tutti quanti, complicando così anche la possibilità di poter continuare a lavorare insieme.
In realtà nella maggior parte dei casi è proprio la sensazione di non essere capiti e di non capire le esigenze degli altri il principale ostacolo.
Se si supera tale fase di totale staticità si possono ottenere dei risultati soddisfacenti per tutti.
Lo stesso vale in famiglia quando genitori e figli hanno bisogni diversi e non riescono a comunicare tra loro in modo da arrivare ad un risultato che accontenti tutti.
Vale la stessa cosa anche all’interno di una qualsiasi relazione, l’incapacità di ascoltare i bisogni dell’altro e di mettersi nei suoi panni empaticamente è la principale causa di crisi relazionali e di rotture.
Certamente ci vuole disponibilità da parte di tutti nel raggiungere una meta soddisfacente, senza tale predisposizione è invitabile la rottura e la frustrazione del non essere compresi.
Si tratta sempre di mettersi all’ascolto dell’altro e di imparare a negoziare.
Non ha tutti piace il termine “negoziare” perché spesso viene associato alla condizione negativa della perdita, ma non è così, essere un buon negoziatore significa ottenere sempre un risultato comunque soddisfacente, e comunque sempre meglio che non ottenerne affatto.
Il punto sta proprio qui: cercare di ottenere un risultato che soddisfi è sempre meglio che non avere alcun risultato e rimanere a mani vuote.
Quando si gestisce una trattativa commerciale o relazionale spesso ci si trincera sulle proprie posizioni ritenendole le sole utili a soddisfare il bisogno in gioco, ma non è detto che sia così, il più delle volte anche l’altra parte ha la sua dose di ragione e va ascoltata per comprenderla fino in fondo e capire in quale punto sia accettabile.
Non ci si deve svalutare ma nemmeno svalutare le ragioni dell’altro.
Lo schema che segue mette in risalto come porre in essere le dinamiche che risultano vincenti in qualunque situazione.
Le parti che si mettono eternamente in competizione non porteranno mai ad una vincita, perché se anche si vince una battaglia non è detto che si vinca anche la guerra.
C’è sempre qualcosa che si perde anche se si ottengono dei risultati perché non si è mai completamente soddisfatti.
Lo stesso vale nella negoziazione sfuggente perché scappare ed arrendersi non è mai un’ottica vincente e nessuno ottiene nulla di soddisfacente.
Essere accomodanti vuol dire rinunciare a se stessi e a quei progetti così come li vorremmo realizzare noi, vuol dire spesso dimenticare di darsi il giusto valore.
Cosa fare allora quando i contrasti rimangono tali e non si vede una soluzione?
Ci si deve mettere nell’ottica che ascoltare è meglio di pretendere senza riserve e senza condizioni, ottenere qualcosa è sempre meglio che non ottenere nulla.
Tutte le parti devono collaborare per ottenere un risultato, tutti devono allearsi all’altro per cessare ogni contrasto, tutti devono pensare di concedere per essere soddisfatti.
Lo strumento basilare per tale strategia del “vincitore e vincitore” è l’ascolto, un ascolto positivo e costruttivo, un ascolto che sia diretto ad entrare empaticamente in contatto con l’altro per comprendere i suoi punti di vista e capire quali sono i punti che collimano arrivando così a dei risultati soddisfacenti per entrambi.
Non esistono mai un solo modo di fare le cose, se si ascolta l’altro in maniera costruttiva si arriva a comprendere come l’altro possa avere delle ragioni e dei punti di vista che magari non avevamo conteggiato o evitato perché non compresi.
L’ascolto degli altri non aumenta solo la nostra sensibilità ma aumenta anche la nostra capacità di valutare aspetti che non avevamo preso in considerazione e che invece possono esserci in un qualche modo comunque utili.
Aumenta anche il nostro quoziente intellettivo o QI.
Mai perdere l’occasione di imparare qualcosa dagli altri, mai sottovalutare il fatto che anche gli altri possano avere delle motivate ragioni che vanno prese in considerazione.