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21/04/2017Stress, Distress e Eustress sono tutti termini collegati all’affaticamento.
Il termine Stress è un vocabolo inglese che significa “sforzo”, la parola è nata per essere utilizzata nel mondo della produzione industriale per indicare la resistenza di strutture metalliche all’applicazione di forze.
Nell’ambito della fisiologia umana la definizione di stress definisce una condizione di affaticamento che comporta determinate conseguenze ad esso collegate.
Solitamente indica una situazione di malessere, stanchezza e tensione, si è stressati per il troppo lavoro, per gli impegni che si accalcano senza lasciare il tempo della loro gestione, per notizie ed eventi che comportano maggiori difficoltà, e per tutte quelle situazioni che creano tensione senza poterla smaltire in tempi brevi.
L’essere stressati si associa a disordini come l’ansia, l’insonnia, l’irritabilità, il nervosismo, la stanchezza, e a volte innesca anche sentimenti di depressione.
A causa dello stress il nostro organismo tende ad ammalarsi più facilmente e vengono anche compromesse le nostre capacità di problem solving, perché i troppi impegni non ci garantiscono la giusta concentrazione per risolvere in maniera adeguata ogni situazione.
Stress e Distress
Il termine stress è però impropriamente usato per generalizzare una serie di circostanza che però, in senso medico, hanno una loro precisa definizione.
Di seguito l’elenco delle definizioni utili per questa materia:
- Stressor: è lo stimolo od evento stressante che tende a modificare l’equilibrio dell’organismo umano e ad introdurre una nuova situazione di complicazione, è la causa che induce la condizione fisica di stress.
- Stress: è la risposta fisiologica e di adattamento del nostro organismo agli stressor.
- Eustress: definisce un tipo di stress positivo, deriva dal greco “eu” che significa bene.
- Distress: definisce lo stress negativo, deriva dal greco “dys” che ha valore peggiorativo.
- Flow: è l’esperienza ottimale che ci sprona a dare i risultati migliori.
Lo Stressor è uno stimolo o evento che può connotarsi in diversi modi:
- interno od esterno : è interno se riguarda un dolore fisico, la preoccupazione in generale, l’ansia di dover compiere un determinato lavoro o intervento particolarmente importante, un ricordo doloroso o che ci crea turbamento. Esterni sono i fattori ambientali come per esempio le pressioni ricevute dal capo o dal posto di lavoro, le scadenze nella consegna di compiti o lavorazioni, la stessa temperatura ambientale può essere stressante, pensiamo alle stagioni afose e molto calde, la coda in autostrada o all’ufficio postale che ci fa perdere del tempo è causa di stress;
- positivo o negativo: positiva sarà una vincita milionaria, che comporta anche la complicazione di come investirli o spenderli, una promozione lavorativa che da però maggiori responsabilità. Negativa invece la perdita del lavoro, la rottura di una relazione importante, fare un incidente stradale;
- tangibile o emozionale: è tangibile, cioè facilmente verificabile l’avere ad esempio il conto corrente in rosso, l’aver subito il furto dell’automobile, l’essere rimasto senza il materiale per finire un lavoro, oppure può essere di tipo emotivo come l’aver litigato con la propria compagna, la mancanza di sintonia con i colleghi di lavoro, il sentirsi a disagio in un ambiente estraneo.
Lo stress o il distress è la risposta fisiologica ed emotiva al fattore stressor, essa può essere positiva o negativa a seconda del tipo di evento, delle conseguenze che innesca e delle risposte reattive che impone per essere affrontata e superata, e si può distinguere nel seguente modo:
- Eustress (stress positivo): è la condizione che ci mette sotto pressione, utile per aumentare la nostra volontà, per motivarci, per spronarci a fare qualcosa o fare di meglio rispetto al nostro solito, è la condizione che ci permette maggiore concentrazione per massimizzare il risultato;
- Distress (stress negativo): è la condizione che ci crea difficoltà, ritardi e complicazioni, le nostre risposte perdono di efficacia, di concentrazione di efficienza, crea nervosismo, ansia e disagio che se non risolta può anche innescare la condizione depressiva.
Eustress e Flow
La reazione agli eventi non è sempre la stessa per ogni individuo, varia a seconda del carattere della persona, del contesto ambientale, delle condizioni fisiche ed esterne, gli eventi che possono condizionarlo, dalle capacità del soggetto di resistere alle tensioni e frustrazioni per investire su di esse negativamente, innescando forme di distress o innescando reazioni di eustress.
In campo sportivo il momento di una gara (stressor) per un atleta impreparato, o che pensa di non avere molte possibilità di superare la competizione, innesca una reazione di distress, che spesso è la vera causa della perdita della gara.
Chi invece si sente fisicamente in ottima forma e pensa di poter dare una prova positiva la gara sarà una fonte di eustress, che può arrivare anche a realizzare il momento Flow.
Per Flow si intende un momento di massima concentrazione mentale ed emotiva.
É realizzata ad esempio dall’atleta poco prima della prova competitiva, quando la concentrazione mentale permette di svuotare completamente la mente da ogni influenza esterna ed interna, e che consente di realizzare al meglio la propria prestazione, anche anche al di là delle risultanze sperate.
È la condizione che porta a realizzare il personale guinness sportivo, ma può essere riferito anche nell’ambito professionale quando si da il massimo durante una conferenza o una esposizione, per un candidato quando svolge il colloquio di lavoro e per uno studente quando si sottopone ad un esame particolarmente impegnativo e lo supera brillantemente.
L’eustress è dunque lo stress considerato buono, positivo, che sprona a rendere al meglio e a migliorarci, perché deriva da stimolazioni ambientali costruttive, positive ed interessanti.
Gli stressor usati positivamente pertanto innescano una condizione favorevole per l’organismo, per le relazioni famigliari, sentimentali e sociali e ci aiuta ad essere ottimali sul lavoro.
Distress negativo
Il distress invece è lo stress cattivo, negativo, che crea disagio, problemi fisici ed affaticamenti, condizioni non favorenti il soggetto e ciò che deve fare.
In tali casi gli stressor andrebbero controllati e gestiti in modo da trasformali da negativi a positivi.
Utile in tal senso è la pratica della meditazione, che aiuta a smaltire gli accumuli negativi del distress.
Per imparare a gestire lo stress negativo occorre riconoscere le condizioni che portano al distress, che solitamente si realizza in tre fasi che sono susseguenti tra loro:
- la fase di allarme, in cui uno stato di allerta genera nell’individuo risposte psicofisiologiche caratteristiche come arousal elevato, tachicardia, ansia, tensione, agitazione, nervosismo, ecc.;
- la fase di resistenza, in cui gli indicatori psicofisiologici tendono a normalizzarsi e l’individuo mette in atto dei tentativi di adattamento alla situazione;
- la fase di esaurimento, che si verifica qualora l’individuo, non riuscendo ad adattarsi alla situazione, si scompensa ed innesca una condizione psicofisica negativa di disagio e di depressione.
La fase di allarme e di resistenza sono reazioni normali agli eventi prevedibili ed imprevedibili della vita, l’esaurimento invece è una condizione di malessere che se trascurata a lungo può portare anche a complicanze cliniche.
Meglio dunque intervenire prima che si abbia esaurimento o distress, trasformando le condizioni negative in motivi di rinascita, trasformazione, cambiamento che possono avere dei risvolti positivi.
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