Sembra un contro senso, ma oggi, coi mezzi che ti permettono di essere in contatto contemporaneamente col mondo intero tramite connessioni virtuali, le persone non sono più capaci di socializzare e di fare amicizia coi loro simili in maniera fisica, tangibile, di persona, con dei contatti reali, avere con essi una comunicazione duratura e costruttiva, intrattenere rapporti che consentono ad entrambe le parti di arricchirsi intellettualmente e culturalmente, oppure di iniziare relazioni sentimentali consapevoli, se non addirittura vige l’incapacità ad intraprendere qualunque tipo di relazione o saper quale tipo di persona scegliere come partner ideale.
Perché in una coppia l’attrazione fisica iniziale può non bastare né a creare la coppia né tantomeno a renderla stabile e duratura.
Nell’era del web che collega l’intero globo l’uomo non riesce più a connettersi nemmeno col vicino di casa, i rapporti sociali si diradano sino a diventare scomparire, una condizione anomala, atipica.
Solo i social spopolano di finte amicizie che in verità sono fatte di pura illusione e di falsità, perché solo sui social ognuno mostra il meglio di sé che in realtà non ha, e può interpretare la parte del personaggio che lo fa sentire più a suo agio e più ammirato, ma tutto questo rimane sempre irreale.
Le persone non raccontano di se stesse, perché non riescono ad amarsi ed apprezzarsi, per quanto sostengano diversamente, raccontano invece ciò che vorrebbero essere ma non hanno mai avuto il coraggio di tentare almeno di essere, inventano profili, inventano vite, inventano ogni cosa.
Così l’incontrarsi realmente è ancora più difficile e fuorviante, soprattutto perché mette davanti alla cruda realtà e smaschera le finte apparenze ed i castelli costruiti con la carta velina.
La socializzazione diventa qualcosa che non si è più in grado di gestire, di organizzare, di portare avanti come una sana rete relazionale fatta di persone non di immagini riprodotte da un computer o da uno smartfhone.
Ma il socializzare rimane sempre un’abitudine che si può acquisire: si può imparare a stare con gli altri senza timore di sentirsi inadeguati e ridicoli, senza vergognarsi di come si è, in fondo si tratta di svalutazioni del proprio essere che il più delle volte non dipendono dagli altri, perché quando stiamo bene con noi stessi stiamo bene anche con gli altri e qualunque giudizio negativo o fatto per cattiveria o invidia ci scivola via senza corrompere l’opinione che abbiamo di noi stessi.
Se non riusciamo a creare queste condizioni da soli, rivolgersi ad un consulente di counseling per avere un aiuto, un consiglio, essere spronati nella direzione giusta non è soltanto utile ed intelligente, ma è un personale investimento per il futuro.
La voglia di avere delle amicizie, di saper stare in mezzo agli altri senza disagi, il saper intavolare discorsi, essere di buona compagnia senza risultare invadenti, rendersi piacevoli per mettere gli altri in condizione di ricercare la nostra compagnia ed anche qualcosa di più, sono tutti comportamenti che se non gestiti costantemente diventano col tempo sempre più innaturali, ingestibili, e col tempo mettono la persona in condizione di essere sempre più timida impacciata sino a scegliere la solitudine casalinga come un rifugio da tutte le forme di fobia sociale.
La solitudine non ideativa, del pensatore o di colui che ricerca momenti personali di intimità personale col proprio Io, porta ad allontanarsi dagli altri, al rendersi asociali e a sentirsi disadattati in qualunque situazione.
A tal fine è stato attivato il servizio che permette a tutti coloro che ricoprono il ruolo di insegnante, educatore, istruttore o semplicemente dei caregiver interessati a migliorare le personali conoscenze del mondo dell’infanzia, della preadolescenza e dell’adolescenza attraverso un project work denominato “WorkCoaching Relazionale per imparare a socializzare, fare amicizia e trovare l’anima gemella” che trovate nella pagina dei servizi all’interno del sito.
Questo servizio fornisce un aiuto mirato ed adattato al caso portato in esame dal personale o dagli Istituti, alle esigenze pratiche a cui il cliente è chiamato ad adempiere, e quindi specificatamente studiato ed analizzato tenendo conto dei specifici fattori ambientali e personali di tutti coloro che sono coinvolti.
Questo project work si prefigge le seguenti finalità:
E qualunque altro servizio o tipo di assistenza possa essere utile al caso in esame per risolvere qualsiasi problematica connessa alla relazione interpersona ed infrapersonale.
Per ulteriori approfondimenti rimando agli articoli che esaminano la problematica sotto diversi punti di vista:
2 Comments
Bello
Chiunque può migliorare le proprie esperienze e prestazioni relazionali con un buon counseling.
Mi ricontatti se ha tale desiderio via mail: info@marilenacremaschini.it
Marilena