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Il narcisista è una persona che soffre di una condizione psicologica che, purtroppo per lui e per le persone che gli stanno vicino, lo porta ad avere degli atteggiamenti e dei comportamenti di tipo manipolatorio; conoscere le sue tecniche di manipolazione aiuta a capire chi ci troviamo di fronte.
Presupposti della manipolazione
La manipolazione per essere efficace passa attraverso determinati presupposti, fasi e tecniche comportamentali che sono sempre più o meno le stesse. Conoscerle aiuta sicuramente a prevenirle.
Lo psicologo George K. Simon, afferma che perché una manipolazione sia efficace è necessario che il manipolatore agisca secondo determinate regole e comportamenti e disponga di particolari attitudini.
In particolare:
- Il manipolatore nasconde la sua aggressività e intenti: questo aspetto è fondamentale per un manipolatore che deve assolutamente nascondere sue reali intenzioni, è perfettamente consapevole del fatto che, se fosse scoperto, non avrebbe più possibilità di agire e verrebbe abbandonato. Normalmente vengono applicate due forme di mascheramento dell’aggressività: o attraverso forme passivo-aggressive (come il silenzio punitivo o l’ostilità indiretta) o forme di aggressività relazionale (che includono la distruzione dell’autostima della vittima o delle sue sicurezze).
- Insensibilità, mancanza di senso di colpa e distacco emotivo:il manipolatore non ha remore a causare danno alla propria vittima, se questo è utile al suo obiettivo. Pur essendo consapevole dei danni procurati dal suo comportamento continua imperterrito sino a quando non sarete voi a fermarlo definitivamente scaricandolo.
Tecniche manipolatorie
Vi sono delle tecniche di manipolazione emotiva e psicologica che seguono determinati schemi ripetuti per ogni relazione coltivata e che vengono sempre usate nelle relazioni interpersonali, non necessariamente solo nelle relazioni sentimentali.
Proiezione e colpa
I manipolatori, come i narcisisti, sono fondamentalmente degli insicuri, non stimano sé stessi a priori ma solo in base a quanto riescono a manipolare l’altro per gratificarsi poi del risultato. Questa dinamica corrisponde per loro ad una auto-valutazione: più sono bravi nel raggiro, più sentono di valere e di essere capaci.
Per vincere questa loro forma di debolezza usano la proiezione: i manipolatori “proiettano” i propri errori e le proprie mancanze sull’altra persona facendola sentire colpevole. In questa maniera, il manipolatore cerca di capovolgere la situazione a suo favore, in modo tale non solo da risultare vincitore all’interno della discussione ma anche di far stare male l’altro.
L’altro, che si sentirà male nell’essere accusato di una determinata caratteristica, non avrà più il coraggio di contestare al manipolatore la stessa circostanza, in tal modo ottiene un doppio vantaggio: non si sentirà in torto per la sua colpa ed avrà fatto sentire l’altro in colpa per qualcosa che non ha detto o fatto.
Distorcere la realtà
È fondamentale per un manipolatore riuscire a distorcere la realtà portandola a suo favore, in modo da non essere accusato di nulla.
Una delle tecniche più usate è la strategia del “gaslighting“: con questa tecnica il manipolatore destabilizza le consapevolezze del partner portandolo a dubitare di sé stesso e delle sue valutazioni, portandolo a credere che stia vivendo in una realtà immaginaria.
La persona innamorata sarà incline a credere più al manipolatore (che tanto ammira) piuttosto che a sé stessa, quindi partirà dal presupposto che le sue accuse sono fondate e assolutamente veritiere.
Confondere con le parole
Alcuni manipolatori sono piuttosto bravi con l’utilizzo delle parole, anzi per loro le parole sono una vera e propria arma.
Creano una rete di frasi e di espressioni che ingabbiano e confondono la vittima, utilizzano veri e propri monologhi, interrompendo l’altra persona, evitandole così di esprimere una sua opinione, e riuscendo ad avere il controllo all’interno della conversazione.
In alternativa, il manipolatore può cercare di affibbiare parole che il suo interlocutore in realtà non ha mai pronunciato cercando di interpretare il suo pensiero in maniera distorta.
Il silenzio punitivo
Quando il manipolatore si rende conto che le sue tecniche di manipolazione non hanno l’effetto desiderato, può intraprendere due strade: insultare o stare in silenzio.
Nel primo caso agisce con un’esplosione di rabbia ingiustificata e quindi del tutto inattesa. Proprio perché non fondata su dei reali motivi spiazza il partner che rimane confuso, frastornato ed incapace di reagire.
Nel secondo caso, col silenzio punitivo, la vittima si sente invisibile e colpevole al tempo stesso, non ne comprende le ragioni e si sente in colpa per un qualcosa che ha fatto anche se non sa cosa sia.
L’obiettivo è quello di umiliare l’altra persona e di farla sentire male per non essersi sottomessa ai suoi desideri e alle sue tecniche di manipolazione. Se poi percepisce la sofferenza nell’altro avrà la conferma che la sua tecnica di sviamento funziona, quindi l’attiverà ogni volta che ne sente la necessità.
Il finto buono
Uno dei manipolatori più subdoli è senza dubbio chi si dimostra molto amichevole, generoso e buono con l’altra persona ma che in realtà indossa una maschera.
Nonostante sembri capace di gioire con l’altro per i traguardi raggiunti, cerca sempre in maniera sottile di instillare il dubbio o di distruggere parte delle gioie conquistate.
Il manipolatore è un invidioso, non sopporta che gli altri ottengano dei buoni risultati o che abbiano dei pregi, quindi li deve distruggere con una forma di erosione quotidiana che alla lunga insinua veramente il dubbio nell’altro delle proprie capacità e competenze.
Effetti della manipolazione
Gli effetti della manipolazione sulla vittima sono devastanti e subdoli, perché la vittima non parte dal presupposto di aver ragione e di essere manipolata, ma dal presupposto che il suo interlocutore abbia ragione (perché molto stimato e amato).
Le persone che diventano vittime della manipolazione affettiva possono iniziare a sperimentare dei cambiamenti nel loro umore, nel modo di pensare, nel modo di reagire.
Alcuni effetti della manipolazione affettiva che possiamo prendere in considerazione sono:
- Pensieri di vulnerabilità e perdita della sicurezza in sé stessi, della propria autostima e nel valore del proprio giudizio e pensiero.
- Diminuzione dell’autostima e difficoltà nel prendere decisioni senza chiedere un consiglio, tra l’altro il più delle volte proprio al manipolatore. Tra le conseguenze della manipolazione affettiva ci sono anche sentimenti di confusione quando non si riconosce la propria volontà in determinati atti.
- Paura di perdere il controllo di sé stessi. Il dubbio costante che viene insinuato nella mente della vittima la porta alla sensazione della perdita del controllo della propria esistenza: a differenza di ciò che avveniva prima, dove la vittima si bastava a sé stessa, ora perde completamente la sua indipendenza ed autonomia.
- Pensiero di non riuscire mai a soddisfare le aspettative dell’altro, questo porta ad avere un senso di colpa generalizzato, verso qualunque circostanza o condizione, si ha la perdita del proprio valore ed importanza.
- Conseguenze fisiche come insonnia o disturbi del sonno, tachicardia, vertigini, sudorazione, mal di testa, nausea, ansia generalizzata e attacchi di panico.
Come uscirne
Uscire dalla condizione di manipolazione è certamente una cosa non facile, ma nemmeno impossibile.
La prima cosa da fare è sicuramente il prendere consapevolezza che si è vittime di un manipolatore e che quindi tutto ciò che fa star male è sicuramente il risultato di un atteggiamento diretto soprattutto a creare e distruggere.
Nessun manipolatore ama veramente, l’amore che da non è vero amore ma solo il frutto di un comportamento disturbato e fuorviante. Non date voi il valore di un amore in una relazione in cui non esiste il vero amore ma solo il bisogno di controllo nell’usare l’altro.
Altra cosa assolutamente da non fare è cercare un confronto nella speranza che sia veritiero e risolutivo di ciò che non va: il manipolatore non ha nessun interesse e non vuole avere un sincero confronto, vuole solo continuare nella sua manipolazione.
Discutere, voler chiarire, sperare di avere delle risposte sincere sono tutte vane aspettative che non porteranno a nulla di buono per voi se non ulteriore delusione, rabbia e frustrazione, aumentando in voi il dubbio di essere veramente “quella sbagliata”.
Le risposte bisogna cercarle in sé stesse, in modo da riuscire ad essere realmente obbiettive e realistiche: solo voi conoscete voi stesse, il valore del vostro pensiero e giudizio, non avete bisogno di cercarlo in un’altra persona.
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