
Chi è il narcisista
04/03/2021
Grafologia: le “t” arroganti
06/03/2021Il ricatto morale è una forma di manipolazione genitoriale.
Il rapporto genitore-figlio è uno tra i più complicati e anche quello più difficile da gestire sia per il genitore sia per il figlio, specialmente quando ci troviamo davanti ad un ricatto emotivo.
Ci sono genitori che per ottenere la vicinanza ed il controllo dei figli non si astengono dall’abusare dei ricatti facendo leva sui sensi di colpa dei figli, costringendoli ad ottenere da loro comportamenti che forse non riceverebbero, o che hanno timore di non ricevere abbastanza.
In tali casi il ricatto morale è una vera e propria forma di violenza psicologica.
Genitore e il ricatti emotivi
Il rapporto genitoriale è un rapporto estremamente importante nella vita sia del figlio sia del genitore. Per chi diventa genitore, infatti, si tratta della realizzazione di un sogno che, spesso, è stato desiderato e immaginato per un lungo periodo di tempo.
Per il bambino, invece, il rapporto genitoriale è quel porto sicuro a cui aggrapparsi e a cui fare riferimento per tutto l’arco della vita.
Sono i genitori, e quindi il rapporto che si ha con loro, ad essere la fonte di protezione e di cura, oltre che della sopravvivenza fisica soprattutto nei primi anni. Ed è per questo che il rapporto genitoriale è fondamentale per ogni figlio.
Quello che però può accadere è che in questa relazione si insinui un meccanismo molto sottile e manipolatorio di cui, però, spesso sono i figli ad esserne vittime. Parliamo del ricatto morale appunto.
Cos’è il ricatto morale
Il ricatto morale è un meccanismo manipolatorio per cui, di solito, il genitore ricatta il proprio figlio proprio dal punto di vista morale.
Questo meccanismo si basa sul ricatto che il genitore innesca proprio tramite il senso di colpa, ovvero il genitore cerca di manipolare il proprio figlio innescando il senso di colpa facendo in modo che si senta del tutto inadeguato e inappropriato.
Ad esempio, si potrebbe innescare il senso di colpa per il bisogno di indipendenza che, naturalmente, il figlio prova ad un certo punto della propria vita e che il genitore ricattatore non vuole cedere.
Questa è la motivazione dominante in tutte le forme ricattatorie genitoriali.
Oppure si potrebbe innescare il senso di colpa sul bisogno del figlio riguardo al rivendicare i propri bisogni o i propri desideri che, magari, non corrispondono a ciò che il genitore si aspetta dal figlio stesso, come ad esempio svolgere una professione diversa da quella suggerita o predisposta dal genitore, che magari ha avviato un’attività per cederla al figlio.
Tutto può innescare il senso di colpa e ciò deriva dal fatto che il genitore, spesso, confonde i propri bisogni e i propri desideri con quelli del proprio figlio.
Effetti sui sensi di colpa
Sicuramente gli effetti più evidenti si hanno proprio nei figli che, infatti, subiscono la manipolazione.
In questo caso, il bambino si sentirà poco accettato o comunque spesso messo in discussione dal proprio genitore, perché non si sentirà supportato.
È come se il figlio sentisse che i propri bisogni non sono legittimi e, quindi, che non possono essere neanche espressi. Inoltre, il figlio si sentirà comunque sminuito e non sarà indipendente nel vivere la sua vita ampiamente e in modo autonomo.
Il controllo espresso con il ricatto tenderà a non far sviluppare la Personalità del figlio, perché è come se il genitore dovesse controllare tutto.
Gli effetti del ricatto, però, si hanno anche nei genitori in quanto questo bisogno di controllo, e la confusione dei propri bisogni con quelli del proprio figlio, non permettono di vivere pienamente il rapporto, e questa proiezione sui figli ostacola il sano rapporto con i figli.
5 tipologie di ricatti
Nel suo libro “Madri e padri Manipolatori”, la psicologa Kathya Bonatti introduce alcune tecniche manipolatorie che mettono in atto i genitori sui figli quando esercitano il ricatto morale.
Le cause principali delle ferite emotive di un bambino, che si dividono in cause omissive e commissive.
Le cause omissive sono tutte quelle cause che indicano una mancanza: dalla mancanza affettiva, ma anche mancanza di cure igieniche o cura di bisogni essenziali, che portano alla creazione di un vuoto emotivo e a una bassa autostima nel figlio.
Le cause commissive sono tutti quei comportamenti metti in atto in maniera violenta, sia psicologica che mentale, e volontaria proprio per manipolare il bambino, per esempio attraverso l’uso dell’umiliazione, screditamento o riversando su di loro rabbia e insoddisfazione.
La psicologa Bonatti elenca alcuni macrogruppi di manipolazione tipici di genitori patologici che abusano del ricatto morale.
Manipolazione omissiva
La manipolazione omissiva tende a mettere in atto un ricatto pressante a livello emotivo, rientrano in questa categoria tutti quei comportamenti volti a denigrare o sminuire o a non considerare i figli.
In questo caso ci troviamo nell’ambito della manipolazione legata alla mancanza, quindi, saranno comportamenti tipo: non prendersi cura dei figli, non ascoltarli, non avere contatto fisico etc, facendo arrivare loro il messaggio di non essere importanti.
Manipolazione commissiva
La manipolazione commissiva si basa sulla possibilità del genitore di ottenere un tornaconto personale manipolando il proprio figlio. Il ricatto è lo strumento per ottenere quel risultato.
Per esempio, spingerlo al matrimonio per ottenere dei nipoti o fomentare la rivalità tra fratelli per sentirsi il più amato della famiglia.
In questo tipo di manipolazione i figli sono presi da due comportamenti antitetici, tra un’illusione d’amore e l’opportunismo e rischiano di crescere con un’autostima molto bassa.
Manipolazione raffinata
Questo tipo di ricatto morale si verifica quando il genitore si sente legittimato a richiedere ai figli dei favori, proprio in virtù del fatto di essersi preso cura di loro nell’infanzia.
Tipico di questo strumento è il far pesare tutti i sacrifici fatti dal genitore che pretende qualcosa dal figlio, facendolo sentire in obbligo per quanto ricevuto.
È una manipolazione che prevede di ricevere qualcosa in cambio grazie a un previo atteggiamento di generosità e attenzione.
La generosità e la disponibilità economica sono uno strumento che lega inesorabilmente il figlio per tutta la sua vita.
Vittimismo
È una delle tecniche dei genitori manipolatori per eccellenza, usata non solo dai genitori, ma da diversi profili di manipolatori patologici per il suo ricatto affettivo.
Il vittimista attira l’attenzione su di sé attraverso problemi di salute o incapacità nel fare le cose, o sottolineando il bisogno di qualcosa, facendo leva sul fatto che lui da solo non vi può riuscire, perché troppo malato o debole o incapace o sfortunato (ma nella maggior parte dei casi non è vero e sono tutti problemi che potrebbe risolvere da solo: è solo una maniera per attirare a sé l’altro).
Il vittimista può controllare gli altri senza dover chiedere nulla, ma facendo leva sulla pena e sulla compassione, manipolando così i loro sentimenti.
Senso di colpa
Anche il senso di colpa è un atteggiamento tipico di diversi manipolatori affettivi.
Il principio è fare sentire in colpa l’altro in modo tale che si concentri sui bisogni del manipolatore e al loro soddisfacimento, a discapito dei suoi.
Ricatto emotivo
Il ricatto emotivo, facendo leva sull’amore incondizionato dei figlio nei confronti del genitore, è un tipo di comportamento molto difficile da riconoscere e superare.
Questo perché da un lato il figlio non vorrebbe mai fare del male al proprio genitore e perché magari si sentono in dovere di aiutarli.
Questi tipi di ricatti emotivi riguardano frasi come “Se non fai questa cosa non ti voglio più bene” o “se non fai questa cosa vuol dire che non mi vuoi bene”.
Il figlio, pertanto, per dimostrare o ricevere amore deve mettere da parte i suoi desideri e compiacere il genitore.
Il ricatto emotivo, a parte la visione egoista e di privazione della libertà individuale, di amore compensatorio e non incondizionato, instilla nel figlio anche una paura costante di perdere l’altro, portandolo a un futuro di relazioni instabili.
Se vuoi rimanere aggiornato seguimi sulla mia pagina Facebook.
18 Comments
Gentile dott.ssa Cremaschini,
Ho letto il suo articolo e l’ho trovato approfondito e ben strutturato. L’ho trovato molto interessante in quanto sto passando un periodo in famiglia dove mi sento esattamente come lei ha scritto all’interno del suo articolo. Mi sento inadeguata, infelice dentro casa, messa da parte e non capita. Mi hanno e stanno trattando come se fossi una persona non in grado di prendere le proprie decisioni e mi sento costantemente controllata e osservata. Tutto questo perchè i miei genitori non ritengono idonea la persona che sto frequentando e mi sono state rivolte per questo frasi offensive che mi hanno sconvolto.
A parte ciò complimenti per i suoi articoli… li ho trovati di grande ispirazione.
Grazie, sono contenta che le siano stati utili, nel caso avesse bisogno di approfondire l’argomento con un sosteno mirato mi può contattare privatamente via mail: info@marilenacremaschini.it
saluti
Marilena
E nel caso fossero i figli, a manipolare i genitori?Il quadro da lei descritto lo vivo al contrario.
Figli che si impongono, che fanno quello che vogliono, con i quali si e’ parlato dolcemente per anni,che non hanno piu’ passioni se non stare chiusi in camera con il telefono in mano, ragazzi che da educati bambini allegri e curiosi, si sono trasformati in aguzzini .Per loro ogni cosa e’ un diritto, non esiste un dovere! Sono grandi per ascoltare i genitori, per rispettare regole, ma sono sempre piccoli per lavarsi, tenere in ordine la casa e la stanza,aiutare in casa, studiare per se stessi, impegnarsi, coltivare una passione..
Io ho preso della manipolatrici da mia figlia, ma lei lo e’ davvero… In questo caso? Tagli i ponti? Il dialogo non funziona, le urla neanche, gli spiego i niente, fare domande, saranno senza risposta.
La manipolazione da qualunque parte arrivi, cara Patrizia, ha lo stesso valore negativo e va affrontata nel modo adeguato che la situazione offre
ecco perché invito sempre le persone a parlarne con me in modo da capire come agire e cosa fare per ottenere dei risultati
sono a sua disposizione nel caso voglia contattarmi
saluti
Marilena
Salve ho letto con molto interesse il suo articolo e mi sn rivista. Purtroppo io mi trovo in questo tipo di situazione da sempre addirittura sn andata via di casa x potermi liberare ma nn è servito a granché xche vivo la mia vita in maniera precaria,nn riesco a fare delle scelte o a prendere impegni x paura che da un momento all’altro i miei possano aver bisogno!!! Assurdo lo so ma è così. E nn riesco pur essendo consapevole, di costruire qualcosa di definitivo x me è la mia vita. Nn so se ci siano delle soluzioni ma comunque grazie x avermi ascoltata.
La sua scelta cara Maria è stata forte, decisa, impegnativa, ma saprà darle i suoi frutti
solo la libertà permette di crescere e di diventare qualla persona che si vuole, la dipendenza è sempre castrante
complimenti
e non si arrenda, vedrà che domani sarà solo contenta della sua scelta anche se dura e difficile
saluti
Marilena
Gent.ma Dott.ssa,
ho letto il Suo articolo, e credo di ritrovarci le cause della mia infelicità, quando l’eterno senso di colpa, e dipendenza da mia madre, non le addebita tutte a me.
Quando avevo sette anni mio padre mi ha letteralmente abbandonato, per un’altra donna ed un altro figlio. Ho sofferto tantissimo per l’abbandono, e lho rincorso per 35 anni, dando affetto pure a suo figlio, per non farlo sentire in colpa. Non è valso a nulla, è morto all’improvviso, lasciando tutto a suo figlio, che mi ha girato le spalle. Sono cresciuto attaccato a mia madre, con la paura che anche lei mi abbandonasse, ho affrontato tutte le scelte di vita, dietro suo ” suggerimento”, o impaurimento, quando nn era d’accordo. A 18 anni cominciai l’università,col mio sogno di fare il professore, ma dopo il primo anno, per avere un supporto, me la fece abbandonare, mandando me a lavorare al posto di mio fratello maggiore. Ciò ha pesato molto nella mia vita, perché dopo vent’anni di buon lavoro, l’azienda è fallita ed è cominciato il mio lungo calvario, che mi vede ad ncora oggi, semi didoccutato.Mi sono sposato, e ci ha aiutati in casa, con i figli ed economicamente, restando sempre come l’occhio del Grande Fratello, sulla mia vita. A 45 anni, e per motivi economici, mia moglie mi lascia e mi leva i miei figli, che sono la mia vita. Cado in depressione per l’abbandono e torno sotto laiuto e la giurisdizione di mia madre come fossi tornato bambino.Mi aiuta tanto, economicamente, a ricevere i miei figli, ma fa della mia vita il suo impegno e passatempo, pretendendo che anche io mi prenda cura di lei, al posto dei miei fratelli che hanno famiglia. Tanto è vero che le volte che io tento di farmi una nuova vita, e provo a convivere con una donna, lei si sente offesa e abbandonata, e poiché ha paura a dormire sola, arriva a pretendere che io resti single, perché lo è lei. Da due anni succede l’inverosimile: io ho una sorella per la quale mia madre ha la venerazione, e che nn vuole mai dispiacere, tanto da sfogare con me contro mia sorella, ma nn dicendo mai nulla a lei. Da quando mia sorella ha sposato un uomo molto benestante ed autoritario, mia madre ha avuto sempre i guanti di velluto verso costui, dandogli il ruolo di fratello maggiore o di vice padre, accettando tutto da lui, fino a soffrire in silenzio per anni di infelicità e maltrattamenti di mia sorella. Io sono sempre stato visto d as mia sorella e suo marito un fallito, uno che ha perso lavoro e famiglia e a cui dare aiuto in cambio di eterno ossequio. Infatti, da due anni mia sorella tratta mia madre come una figlia e me come il fratellino minore ( ma sono più grande di lei), che deve essere gestito da madre e sorella, aiutato, ma nn deve ribellarsi mai. Da due anni mia sorella mi impone comportamenti verso mia madre, a cui devo attenermi e non ribellarmi, in virtù di quello che fanno per me. Mi manca di rispetto, io mi arrabbio, chiedo a mia madre di farmi rispettare, o almeno di starne fuori, ma lei si schiera sempre a favore di mia sorella e mi impone ossequioso silenzio, di non reagire, sempre in virtù di quello che hanno fatto per me, anche se ho ragione fa vendere. In piu mi esorta a chiedere scusa a mia sorella per le mie reazioni, fare pace perché ” lei ha i soldi ed io posso avere bisogno di i lei.” Io nn ho mai chiesto soldi a mia sorella e mai lo farei, perché non sono suoi, e perché mi ha rinfacciato perfino da i avermi ospitato con i miei figli. Ora ad ogni pretesa di mia sorella, non fatta a modo, io reagisco, e mia madre fa spudoratamente la parte a lei, va a stare da lei, abbandonandomi per dieci o piu giorni, isolandomi al cellulare al wattsapp, e dicendomi che se non calo la testa, morirà in collera con me e per colpa mia. Io sto passando giorni di angoscia, rabbia, dolore, perché vedo che come mio padre, lei tifa per mia sorella, ma vuole schiacciarmi col dolore. Lho supplicata di porre fine a tutto cio, le ho detto di accettare se non vuol mettersi contro mia sorella per me, ma di starne fuori e non schiacciare la mia dignità con la punizione dell’abbandono col peso della colpa. Io ho sempre avuto il terrore di non poter vivere se muore mia madre, ma temere che muoia ora in collera con me, è un prezzo che nn credevo di dover pagare. Mi aiuti, che devo fare? Qualcuno mi dica la sua. Se mi sottomettessi, potrei poi a maggior ragione vivere senza mia madre? E che amore è quello al costo della sottomissione? Avrei poi stima di me? Grazie
Caro Fabio,
non si aspetti mai dei cambiamenti da parte degli altri, faccia lei le cose che ritiene giuste e necessarie senza aspettare il consenso ed il plauso di “questi altri”.
Comprendo che la sua situazione sia difficile, sopratutto se le mancano i mezzi per poter fare quel passo che la renderebbe automomo e le consentirebbe di prendere distanze da tutti quanti, in modo da cominciare la sua vita conducendola come crede, ma non perda la speranza di poter ottenere quelle condizioni che le consentirebbero di migliorare la sua situazione.
Ci vuole pazienza e costanza, ma vedrà che se non si perde d’animo e s’impegna, ritagliando spazio per risolvere i suoi problemi personali, togliendo un po’ di spazio a quelli che del suo tempo e disponibilità ne abusano, sicuramente qualcosa troverà.
Provi a rivolgersi agli uffici sociali del suo Comune, in modo da avere dei consigli o delle indicazioni su come trovare un’occupazione lavorativa, la circostanza che l’aiuterebbe ad allontanarsi da tutto ciò che l’opprime in modo da iniziare la ricerca di una vita serena.
Un in bocca al lupo e tanti saluti
Marilena
Grazie, dottoressa,
Proprio ieri sera mia madre, che ancora si trova da mia sorella, mi ha scritto di volere la pace, tornando ad accusare me per le mie reazioni, ma senza fare cenno sulle Azioni di mia sorella, che le scaturiscono, e mi ha chiesto di chiedere scusa solo io, o di prendere le mie cose ed andarmene di casa, mettendo cosi, fuori casa anche i miei figli, che devo ricevere, come da sentenza di separazione. Le sembra giusto? Cosa devo fare,?
Grazie di cuore
Caro Fabio,
se sua madre le ha parlato di pace vuol dire che è disponibile a parlare della sua situazione e magari anche a trovare un compromesso.
Provi ad instaurare con le un dialogo, cerchi di soprassedere alle sue accuse e di portare il discorso invece sugli argomenti che le stanno a cuore.
Dopotutto se lei è la proprietaria di casa non può imporsi, ma può invece far forza sul suo bisogno di aiuto e la necessità di dover rimanere nella sua abitazione almeno fino a quando non troverà una sua privata sistemazione.
Quando si ha a che fare con la proprietà altrui è meglio trovare un compromesso che cercare uno scontro.
saluti
Marilena
La ringrazio, anche se cedere per bisogno, lo si accetta per un lavoro o altro, ma nn facilmente con una madre, che nn dovrebbe ricattare.
Ha ragione
il fatto è che sua madre non la può cambiare e con l’avanzare dell’età sarà sempre peggio, l’unico che può cambiare le cose è lei:
ora cercando di raggiungere dei compromessi, ed appena potrà rifacendosi una vita abbastanza lontano da lei da non rimanerne più così influenzato.
Ce la può fare, cerchi di avere un po’ di pazienza ora e si prenda il coraggio e tanta forza di volontà da non mollare l’idea che possa trovare un lavoro e rifarsi una vita come lei desidera da un’altra parte, da solo, seguendo le sue esigenze e quelle dei suoi figli e di nessun altro.
Le assicuro che ce la farà
saluti
Marilena
Grazie di cuore
Di nulla,
per qualsiasi problema o dubbio io sono sempre a vostra disposizione sia qui nei commenti che privatamente via mail:
info@marilenacremaschini.it
Non abbiate timore a contattarmi in caso di bisogno
saluti
Marilena
mi sento esattamente così.
Le pretese dei miei genitori hanno contenuto prevalentemente affettivo (perché non ci abbracci? perché non ci dici mai che ci vuoi bene? perché non passi più tempo con noi?) e anche le recriminazioni, dunque, hanno il medesimo contenuto. Ogni volta che ho a che fare con loro provo ansia, perché ancora prima di entrarci in contatto, so già che deluderò le loro aspettative affettive: so già che non li saluterò come loro si aspettano, che non gli parlerò nel modo in cui loro si aspettano. So già di essere per loro una delusione dal punto di vista affettivo (specie per mia madre, mio padre è meno insistente). E’ costante il paragone con i figli dei loro amici. Ribadisco, solo sotto l’aspetto affettivo, perché per il resto sono pressoché la figlia perfetta: ottimi risultati accademici da sempre, diligente, coscienziosa, ambiziosa. Ma, secondo loro, anaffettiva. In realtà provo per loro un affetto viscerale che, però, non riesco ad esprimere perché la consapevolezza di deludere le loro aspettative mi blocca. Perciò, anche se vorrei con tutte le mie forze, raramente riesco ad abbracciarli, a dire loro quanto gli voglio bene, a comportarmi in maniera normale. Questa situazione (che ormai dura da 28 anni) mi causa un dolore immenso.
Cerchi cara Ottavia di non farsi condizionare troppo dai suoi genitori, in fondo la loro posizione determina solo il loro punto di vista, un loro pensiero personale che nasce dalle loro esigenze
lei dovrebbe imparare ad ascoltare le sue di esigenze e dar seguito a quello che più la rende felice, e continuare a rapportarsi con loro e con gli altri nella maniera che più le è consona
Costringersi a fare delle cose diverse da quello che si sente per accontentarli non sempre è soddisfacente, nemmeno per lei da quello che leggo
Con tutta probabilità lei ha un carattere più chiuso e meno espansivo dei suoi genitori, ecco perchè le risulta difficile esternare i suoi sentimenti
Si conceda il lusso di ascoltarsi di più e di comportarsi come ritiene, in fondo quando riusciamo ad essere noi stessi siamo sempre in grado di essere sereni con noi e con gli altri
saluti
Marilena
Gentilissima dottoressa, ho 64 anni e sono 25 anni che sono vedova , ho quattro figli il più grande 35 anni il più piccolo 29 anni. Recentemente ho stretto amicizia con un uomo più grande di me di dodici anni ma molto giovanile sia fisicamente che moralmente . I miei figli sono al corrente di tutto e sono felici perché lo conoscono mentre, quando ho comunicato ciò a mia madre 86 anni è andata in escandescenze. Mi ha detto che avrebbe voluto che uscisse con altre vedove , che se uscivo con loro non era gelosa ma che così si sente abbandonata e, si è rinchiusa in casa dicendo che per lei la vita è finita e rinfacciandomi tutto l aiuto sia economico che materiale che mi ha dato. . Purtroppo vista la mia situazione mi sono. Sempre fatta manipolare da lei, e ha preso il sopravvento sulla mia vita proprio come descrive bene nel suo articolo impedendomi di vivere la mia vita e ostacolando anche altre relazioni che ho avuto. Mi sento debole e fragile ma ,voglio uscire da questa brutta situazione. Grazie dottoressa dei suggerimenti che vorrà darmi
Buongiorno Maria
sono molto contenta per la sua amicizia con una persona che sa renderla felice ed appagata, e visto che è stata tanto fortunata non sprechi questa sua occasione seguendo le critiche di una madre poco tollerante
Lei ha diritto di avere tutte le amicizie che ritiene essere soddisfacenti e per cui solo lei può decidere se coltivarle oppure no
Per poterle dare dei consigli più mirati ho bisogno di conoscere meglio ed in maniera più approfondita le sue vicende personali
se vuole ne possiamo parlare privatamente
mi contatti via mail a questo indirizzo: info@marilenacremaschini.it
a presto ed un caro saluto
Marilena