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06/02/2018Il simbolismo spaziale è la teoria elaborata da Max Pulver ed applicata alla scrittura.
Essa studia l’uso e la gestione dello spazio sul foglio bianco quando si scrive e la modalità con cui lo scritto viene organizzato dallo scrivente.
La modalità con cui viene occupata la parte bianca del foglio denota la modalità con cui lo scrivente si rapporta nello spazio intorno a lui, come lo sente, come lo vive e come si dispone in esso.
Nello stesso modo con cui noi occupiamo il nostro spazio vitale allo stesso modo usiamo lo spazio bianco del foglio su cui scriviamo.
La gestione dello spazio
Per comprendere la personalità dello scrivente, in grafologia è molto utile lo studio dei margini, gli spazi lasciati dalla scrittura rispetto al bordo del foglio, e lo spazio bianco in generale, quello lasciato all’interno del testo e che rimane tra le righe, tra le parole e tra una lettera e l’altra all’interno della stessa parola.
Tutti tali spazi parlano di come lo scrivente si rapporta nel suo ambiente, nel suo spazio vitale, con se stesso e con gli altri.
Lo spazio, dunque, rappresenta un atto sociale di presentazione di se stessi, di come la persona si sente, di come la persona agisce e si relaziona nei confronti degli altri, di come percepisce determinati ambienti, se li sente ostili oppure no, se si sente a suo agio, oppure se dall’esterno percepisce un qualcosa di negativo, da tenere a distanza, per cui sente diffidenza e frustrazione.
Attraverso la gestione dello spazio delimitato dal foglio, il soggetto scrivente racconta la sua storia, chi è, la sua personalità, la sua vita presente, passata e futura, perchè anche il futuro è determinato prevalentemente dalle scelte che facciamo in base al nostro modo di essere e di affrontare la vita.
Nell’uso dello spazio viene inoltre letto come il soggetto che scrive si rapporta con gli altri, siano essi familiari o conoscenti o siano invece degli sconosciuti.
Lo spazio ed il modo di gestirlo è la prima cosa che si nota guardando una scrittura, quindi corrisponde anche alla prima impressione che si ha della persona scrivente come se ci stesse di fronte.
Leggendo e valutando la scrittura il grafologo entra nell’interiorità della persona e scopre anche la parte più nascosta, quella celata, quella intima e privata.
Il simbolismo secondo Pulver
Il primo studioso del simbolismo spaziale applicato alla grafologia è stato è Max Pulver, psicologo e grafologo svizzero, la teoria del simbolismo dello spazio la si trova nella sua opera: La Simbologia della Scrittura.
Pulver sottolineava che “ci sono dei simboli arcaici che ci portiamo dentro dalla notte dei tempi, delle associazioni mentali che usiamo abitualmente nella vita e che ci orientano senza che noi ce ne rendiamo conto”.
Tra questi c’è appunto il simbolismo dello spazio e delle varie direzioni applicate non solo alla scrittura, ma a tutte le forme grafiche rappresentative.
Ogni direzione ha un suo significato psicologico specifico che il simbolismo ci aiuta a leggere e ad interpretare, partendo da dei riferimenti che sono alla base di ogni valutazione, per cui:
- in ALTO stanno il cielo, la luce, la spiritualità, il pensiero
- in BASSO stanno la profondità, le tenebre, gli istinti, la materialità
- a SINISTRA stanno le origini, la madre, il prima, il passato, l’introversione
- a DESTRA stanno il futuro, il padre, l’estroversione, il dopo, la realizzazione
Dal metodo usato da Pulver è derivato anche quello di Klages che, pur criticandone alcuni apporti filosofici, ne apprezza altri, dandone una rilettura ed un approfondimento.
Il simbolismo dello spazio
Lo spazio ha un suo significato psicologico ben preciso, quello del foglio è la rappresentazione in miniatura, perchè delimitato dal foglio stesso, di tale significato.
Vediamo una rappresentazione grafica di come deve essere letto lo spazio sul foglio.
Come possiamo notare dallo schema esistono 4 direzioni a cui sono associati dei precisi significati psicologici, inoltre vi è una quinta posizione che è quella centrale che determina l’Io soggettivo.
Quando la scrittura, la lettera, l’inclinazione delle parole protendono verso una determinata direzione, quella direzione è l’espressione del simbolismo spaziale di cui sto parlando.
Per Pulver la zona alta del foglio, come la zona alta della lettera e di ogni altra cosa (anche di un disegno), corrisponde alla zona dell’ideazione, del pensiero, della fantasia, della creatività e di tutto ciò che produce la mente.
Nella parte bassa ci sono gli istinti, gli elementi primordiali e primari, come il bisogno di cibo, di protezione, il sesso, la soddisfazione dei bisogni esistenziali, il piacere relegato a qualcosa di concreto e tangibile, come appunto il piacere sessuale, ma anche la soddisfazione di cose pratiche e materiali, come il bisogno del denaro o della materialità.
La sinistra rappresenta il passato, la famiglia, l’origine, la provenienza, l’infanzia, il personale vissuto, e il rapporto con la figura materna e come il soggetto scrivente lo ha percepito e portato con sé negli anni.
A destra c’è il futuro, il domani, la visione della realizzazione, la progettualità, l’ambizione, il desiderio di diventare e di realizzare.
Alla destra c’è anche il rapporto con gli altri, come essi vengono visti e vissuti da chi scrive, il come ci si rapporta ad essi e come vengono percepiti.
Alla destra c’è anche il riferimento alla figura paterna.
Simbolismo ed inconscio collettivo
La giustificazione del simbolismo, come già ha osservato M. Pulver, ci viene consegnata dalla cultura filogenetica e fa capo all’inconscio collettivo.
A livello cosmico, l’uomo primitivo aveva attribuito al sole la fonte del benessere e della luce, lo aveva divinizzato. All’alto, concepito positivamente, contrappose il basso, colto come la dimensione negativa, da cui si originano le tenebre.
Anche nelle diverse visioni religiose, del resto, il paradiso è nei cieli e gli spiriti maligni sono negli inferi.
A questa visione cosmica corrispose la struttura del corpo umano: la testa, la ragione in alto in corrispondenza del bene; gli organi sessuali, spesso demonizzati come sintomo di disordine, nella parte inferiore del tronco, in corrispondenza del male.
Mentre nella civiltà occidentale l’andamento grafico è destrorso, nelle civiltà orientali è sinistrorso, alla base di tale distinzione ci sono delle cause storico-sociali che hanno portato alla costruzione di tale simbolismo.
L’andamento sinistrorso significa legame con il passato, introversione, tendenza all’immaginazione. La nostra civiltà è, invece, estroversa, pragmatica, tendente al futuro ed al progresso.
Ciò non toglie che anche nella nostra civiltà vi siano persone chiuse, introverse, le quali esprimeranno tali caratteristiche, non certo invertendo l’andamento scrittorio perchè nella scrittura è impossibile, ma ricorrendo ad altri segni grafici, ad esempio alle inclinazione degli assi letterali, alla creazione di collegamenti tra lettere o quando si realizza un occhiello scegliendo l’andamento orario o antiorario.
Il simbolismo, e ciò è verificabile anche sperimentalmente, ha una profonda relazione con la struttura psico-biologica dell’intera umanità e con la sua esperienza collettiva: l’uomo, come sostiene Jung, porta sempre con sé tutta la propria storia e quella dell’umanità.
Il simbolismo nella scrittura
Il simbolismo spaziale può essere letto, oltre che nell’occupazione del foglio, nella gestione del testo, anche nella realizzazione delle lettere e di tutto ciò che è ad esse correlato.
Scrivendo, anche un semplice grafema (le lettere che compongono il nostro alfabeto), ciascuno di noi ripropone sul foglio il proprio vissuto intriso di emozioni e affettività.
Ciascuna rappresentazione grafica (anche quella espressa da un disegno o scarabocchio) occupa i cosiddetti quattro spazi pulveriani, pertanto possiamo ritrovare il significato intrinseco del simbolismo in ogni rappresentazione grafica, grafemi compresi.
Ogni tratto che si espande sul foglio riproduce la cosiddetta croce di Pulver, che qui sotto è rappresentata in tutta la sua semplicità.
Tale simbolismo è applicabile alla scrittura e alla lettura del grafema, perchè anch’esso, quando viene formato, si espande in determinate direzioni, che sono quelle indotte dall’apprendimento scolastico e dalla personalizzazione, proprio come mostra lo schema che segue.
Come potete notare il significato psicologico dello spazio non varia.
Al centro, rappresentato dal corpo centrale della scrittura, esiste l’Io soggettivo, la parte alta è quella intellettuale e quella bassa è invece quella materiale ed istintiva, proprio come descrive il simbolismo spaziale di Pulver.
É sempre la direzione a determinare la propensione verso un qualcosa, che può corrispondere ad un desiderio od un’aspettativa o il bisogno di avere qualcosa o qualcuno, e la direzione la indichiamo noi quando scriviamo in modo del tutto inconsapevole.
Diversamente il ritrarsi da una certa direzione, il trattenersi o l’andare nella direzione opposta significano il bisogno di allontanarsi da quel particolare significato simbolico, per paura, per un desiderio contrario o per l’impossibilità determinata da una inibizione.
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4 Comments
Cosa significa se dominano le parti alta e bassa rispetto alla zona centrale?
In maniera molto semplicistica è spiegato nell’articolo, tenga conto che il significato generale dei segni poi va adattato alla scrittura di una persona che avrà altri elementi per definire meglio il contesto e caratterizzare il soggetto.
Infatti la scrittura è la lettura della personalità dello scrivente fatta mettendo insieme tutte le particolarità grafologiche che emergono dallo scritto e tutti gli elementi insieme hanno dei significati specifici, quindi un allungo per una persona può assumere anche significati specifici particolari, non quelli generali che rimangono invariati, diversi da soggetto a soggetto.
Ma perché non prova a farsi fare un’analisi grafologica della sua scrittura? le assicuro che rimarrà sorpresa da quando la nostra grafia parli di noi.
Marilena
Buonasera. Una mia studentessa ha l’asta che si sviluppa sotto il rigo con un uncino. Non ho mai visto questa t verso il basso. Non so se sia solo un vezzo. Che ne pensa?
Buongiorno Caterina
i modi con cui viene creata una scrittura non sono mai privi di significato, la zona bassa ad esempio indica la ricerca di solidità e stabilità nelle sfere materiali, quelle pratiche, che appagano immediatamente i sensi.
Ma per esprimere un parere in merito alla sua domanda dovrei vedere la scrittura e come vengono usati gli spazi a disposizione degli scriventi.
saluti
Marilena