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28/03/2018La sindrome di Fregoli rientra nella categoria delle sindromi deliranti da errata identificazione.
La sindrome di Fregoli (conosciuta anche come “sindrome d’illusione” o “delirio di Fregoli“) è una rara malattia psichiatrica ancora oggetto di studi, della quale non si conosce con esattezza l’incidenza nella popolazione.
Descritto per la prima volta negli anni ’20, il delirio di Fregoli può condurre chi ne soffre ad attività criminogene, motivo per il quale è bene non sottovalutare simile disturbo.
Fregoli il trasformista
La Sindrome di Fregoli prende il suo nome da un trasformista e imitatore italiano, Leopoldo Fregoli; infatti, chi soffre di questo disturbo è convinto che le altre persone che lo circondano siano in realtà tutte lo stesso individuo con diverse fattezze, quindi un unico individuo capace di trasformarsi continuamente in persone dall’aspetto diverso.
Proprio per questo motivo il nome della Sindrome fu ispirato a questo attore molto bravo e famoso.
Chi soffre di questa forma particolare di delirio è consapevole del differente aspetto delle persone con cui interagisce, ma è tuttavia convinto che ciascuna di esse sia in realtà una differente “versione” della stessa persona.
Il “trasformista” viene vissuto e percepito come un possibile persecutore o comunque come una persona che abbia intenzioni maligne o nocive verso di sé; ed è in questo modo che nel delirio si giustifica l’atto del trasformarsi, ovvero, una strategia di camuffamento per coprire le vere intenzioni.
Si tratta quindi di un delirio monotematico, ovvero la convinzione delirante ha come unico oggetto il ritenere che le diverse persone siano in realtà una sola persona che è in grado di modificare il suo aspetto, assumendo quello di tutti gli altri.
Questa sindrome, insieme alla Sindrome di Capgras, fa parte di una categoria di disturbi psicopatologici che prende il nome di “sindromi deliranti da misidentificazione“.
La sostanziale differenza è che nella Sindrome di Fregoli il soggetto ha la delirante convinzione di riconoscere delle persone care, famigliari o amici, in soggetti che in realtà sono dei veri e propri sconosciuti; mentre nella Sindrome di Capgras il soggetto riconoscere perfettamente le fattezze e il volto dei propri cari ma, nonostante la familiarità, non percepisce ad esso collegato nessun aspetto affettivo ed emotivo nei loro confronti, considerandoli dei veri e propri estranei anche se simili nelle fattezze esteriori.
Solitamente la sindrome di Fregoli compare in persone che hanno subito un evento ischemico, o soffrono di schizofrenia o hanno subito delle lesioni celebrali. Il comportamento delle persone affette da questa sindrome può essere aggressivo e accompagnato da minacce verbali.
La paranoia può condurli addirittura a provocare lesioni alle persone che li circondano. Temono costantemente di essere perseguitati da una persona che vuole fare loro del male, per questo motivo l’aspetto dell’aggressività è così accentuato.
Questo comportamento è la principale problematica che deve essere trattata a livello psicoterapeutico favorendo una verbalizzazione della propria rabbia e contenendo i sospetti del paziente.
La Sindrome di fregoli è un disturbo raro ma può colpire allo stesso modo sia donne che uomini anche se sembra essere soprattutto una patologia femminile.
Caratteristiche della Sindrome
Solitamente la sindrome di Fregoli porta il paziente che ne è affetto a vivere una quotidianità invalidante, oltre all’impossibilità di gestire i rapporti con le persone con cui ha stretti legami, proprio per il fatto che diffida continuamente di loro e vive con ansia nel pensiero che tutti stiano tramando alle sue spalle e contro di lui.
Pur essendo un problema di tipo neurologico, la medicina fa rientrare tale sindrome nelle patologie di tipo psicologico, in quanto permangono funzionanti ed attive tutte le capacità che riguardano il riconoscimento dei visi e il ricordo delle identità delle persone che fanno parte della sua vita, la memoria visiva non viene alterata, semplicemente il meccanismo di riconoscimento, come nel caso della Sindrome di Capgras, ha dei deficit e risulta disfunzionale.
Si tratta di un delirio monotematico, dal momento che il disturbo si concentra su un solo argomento o illusione che nel nostro caso è quella di ritenere che diverse persone siano una sola persona che modifica il suo aspetto.
Gli effetti della sindrome di Fregoli non riguarda soltanto il riconoscimento dei volti noti, vi sono stati dei casi in cui il mancato riconoscimento era rivolto a degli animali di casa, come il gatto o il cane domestico, oppure oggetti che solitamente la persona usava quotidianamente, oppure può avere un distorto ricordo di determinati eventi, luoghi ed altre situazioni vissute nel passato.
Questo modalità di esplicazione del disturbo può essere spiegato dai “nodi associativi”: questi sono il collegamento di informazioni che il nostro cervello svolge sui volti delle persone e su tutte le cose o circostanze che ci dovrebbero essere note e familiari.
In un paziente con sindrome di Frégoli questo significa che per ogni volto sconosciuto, ma che vagamente gli rammenta un volto familiare, gli farà sostituire la persona sconosciuta con quella invece a lui nota anche se di fatto non lo è.
I sintomi
Vi sono dei segnali comportamentali che portano a ritenere sussistente questa sindrome, quanto vengono riconosciuti tali sintomi è buona cosa rivolgersi immediatamente ad un esperto che solitamente è un neuropsichiatra.
I sintomi della sindrome di Frégoli sono i seguenti:
- Delusioni e episodi allucinatori
- Mancanza di memoria visiva
- Incapacità di controllarti adeguatamente
- Mancanza di autocoscienza
- Incapacità di controllare adeguatamente il loro comportamento
- Incapacità di realizzare un pensiero astratto
- Deficit nella flessibilità cognitiva
- Deficit nelle funzioni esecutive
- Storia di convulsioni
- Episodi epilettici
La storia di Betty
Uno degli esempi usati come caso campione più noto è quello di Betty, una donna della classe lavoratrice del Regno Unito del 1900 che all’età di 64 anni viene colpita da un ictus che le lascia un danno cerebrale permanente.
Oltre alle altre conseguenze cliniche connesse alla complicazione dell’ictus Betty cominciò a manifestare dei comportamenti strani, anomali e soprattutto inspiegabili, tenuto conto delle conoscenze mediche di quel tempo.
Dopo l’incidente cerebrale, Betty iniziò a pensare che suo cugino e la sua nuova ragazza la seguissero e pedinassero da vicino in maniera costante ed ossessiva.
Era convinta che tali parenti di volta in volta si camuffassero con parrucche, occhiali scuri e barbe finte, in grado di cambiare anche età, sesso e forma in qualsiasi momento grazie ai trucchi ai quali ricorrevano pur di non farsi riconoscere dalla Betty durante gli inseguimenti.
Betty era anche sicura che la coppia la stesse inseguendo mentre guidava e che durante il tragitto queste persone cambiavano continuamente aspetto per confonderla.
Di sicuro si trattava di normali passanti o autisti che di volta in volta veniva scambiati per i parenti pedinatori, ed era talmente convita che ciò fosse la realtà che ebbe a dire al suo medico: “Devono seguirmi per tenermi d’occhio. Continuano a cambiare i loro vestiti e le loro pettinature, ma so che sono loro “.
Inizialmente le sue azioni sembravano eccentriche ma divennero sempre più confusionarie ed ossessive sino al punto da renderle la vita di relazione impossibile.
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