Il termine “Sindrome di Munchhausen” fu coniato dal medico Richard Asher nel 1951, in un articolo pubblicato sulla rivista medica The Lancet, riferendosi al personaggio del barone Karl Friedrich Hieronymus von Munchhausen (1720-1797), noto per la sua fantasia e per le storie incredibili che collezionò nella sua vita, non si sa quante di queste storie siano vere oppure inventate.
Col tempo, e probabilmente a causa di errori di trascrizione, si è persa una delle due “h”.
La sindrome di Munchausen è un disturbo psicologico che spinge l’individuo a curarsi per una malattia acuta e spesso grave che in realtà non esiste e non ha ma è stata deliberatamente indotta dallo stesso paziente per ottenere le cure mediche.
La finalità principale del malato non è quella di avere delle cure mediche, ma è il bisogno di attenzione e considerazione che chi patisce tale malattia pensa di ottenere soltanto da malato.
Con tutta probabilità la malattia viene collegata ad un momento particolare dell’infanzia in cui ebbe a ricevere delle dosi di calore affettivo ed umano ed un’attenzione più alta del solito, probabilmente a causa di una sua malattia.
Quando i bambini si ammalano è normale che i genitori, in particolare la mamma, sia preoccupata e quindi più affettuosa ed attenta.
Con tutta probabilità chi soffre di tale condizione patologica non ha ricevuto attenzioni materne affettuose, o c’è stata una qualche forma di abuso o di maltrattamento, o di trattamento non adeguato, tranne che nel periodo di convalescenza, quindi il bambino associa queste due circostanze nella memoria, cioè lo stato di malattia col fatto di avere più amore e considerazione e le ripropone da adulto cercando di scatenare negli altri la stessa attenzione materna.
Quelle indotte sono di solito malattie gravi ma non mortali, perché lo scopo è soltanto quello del bisogno di attenzione non certo quello di rischiare la morte, inoltre per fare questo il malato diventa un esperto di malattie che garantiscono l’effetto sperato e dei meccanismi e metodi per indurle.
Coi malati siamo tutti più affettuosi, più disposti ad ascoltare e considerare, è un comportamento umanamente normale, e di questo è perfettamente consapevole di soffre di tale sindrome.
Esiste anche una variante della Sindrome di Munchausen chiamata Sindrome di Munchhausen per procura, MSbP, o Sindrome di Polle, dal nome del figlio del barone di Munchhausen morto in circostanze oscure.
In tali varianti la malattia non è provocata su se stesso ma sul figlio, in genere un neonato o comunque un infante, e, purtroppo, sono più numerosi i casi in cui sono le madri a causare delle continue e gravi malattie al figlio ancora troppo piccolo per difendersi.
Non solo la madre, ma anche il padre può soffrire della sindrome, una babysitter, un’infermiera, una badante che fa ammalare le persone anziane o disabili per poi intervenire prontamente nel salvarli per ottenere riconoscimenti e ringraziamenti.
Si tratta di persone che scelgono uno stile di vita che consenta a loro di esercitare tale potere, in modo da ricevere indirettamente delle attenzioni per come sanno affrontare la malattia ed il loro aggravamento, da loro causato, o per quanto sostegno e conforto sanno dare, in realtà fatto soltanto per mettersi in mostra.
Non è facile riconoscere tale malattia perché il comportamento esteriore della persona è ineccepibile, anzi di solito si fanno notare per la loro generosità e altruità d’animo che non è veramente sentita ma serve per incantare gli altri.
Inoltre sono persone preparate sulla patologia che infliggono e su come operano i sanitari, e quindi cambiano spesso ospedali per far si che non sia mai lo stesso medico a seguire il paziente.
L’unico elemento che induce il sospetto di tale patologia sono i numerosi ricoveri che deve subire il paziente per condizioni cliniche inspiegabili.
Può essere molto difficile per i medici, gli infermieri e gli altri operatori sanitari, capire se i segni ed i sintomi sono reali o deliberatamente indotti, questi pazienti infatti possono abili orchestratori e sono capaci di fingere di avere convulsioni o svenimenti, si possono iniettare batteri, bruciare o tagliare la pelle, assumere farmaci capaci di provocare malattie, come anticoagulanti, farmaci chemioterapici e farmaci per il diabete o possono facilmente iniettarli ai figli, agli anziani o disabili perché li accudiscono giornalmente spesso da soli.
Gli esperti sono concordi nel ritenere che la sindrome di Munchausen sia un disturbo della personalità, caratterizzato da un pensiero distorto, carico di false convinzioni su sé stessi e sulle altre persone.
E’ inoltre un disturbo antisociale di personalità che rende questi pazienti appagati nel manipolare e beffare gli operatori sanitari, pericolosissimo per chi assistono perché spesso a causa delle malattie indotte e dal deperimento fisico creato muoiono.
Sono maniaci del controllo quindi molto organizzati, capaci di creare intorno a sé una realtà dei fatti totalmente difforme dalla verità.
I segni grafologici che possono emergere dalla scrittura di tali persone si riconducono agli elementi che caratterizzano il loro carattere ed il loro comportamento.
Sono persone egoistiche ed egocentriche, con un forte narcisismo, quindi la loro scrittura sarà di Calibro grande o molto grande, con presenza del segno Oscura che corrisponde alla poca chiarezza e comprensione del testo, il segno Oscura è indizio dell’atteggiamento poco chiaro della persona o della sua necessità di nascondersi e di non rivelarsi.
Come per tutti i segni, anche quelli sopra descritti vanno valutati nell’intero contesto e per la loro combinazione, quantità ed intensità.
Si riconosceranno i gesti captativi dell’attenzione come i Ricci di Abbellimento, i Ricci di Vanità, i Ricci della Spavalderia ma anche i Ricci del Soggettivismo.
Questi segni creano delle evoluzioni del gesto, degli allungamenti e degli abbellimenti che nulla hanno a che fare con la figura grafica che devono rappresentare ma esprimono necessità di richiamare l’attenzione su se stessi, eccessi di spavalderia soprattutto di tipo creativo, quindi invadenti la zona superiore del corpo centrale dello scritto, ed arroganza e supponenza delle intenzioni.
Può esistere anche il Riccio della Confusione, che attesta una certa confusione mentale, una predisposizione al ricatto morale, che si verifica quando qualcosa non va per il verso giusto od esce dal loro controllo, oppure un medico che incomincia a sospettare la sindrome.
I Ricci della Confusione affettiva si creano quando i prolungamenti di determinate lettere come la “f” la “g” e la “p” nella loro parte inferiore tendono a gonfiarsi creando delle asole piene, degli occhielli, e delle forme gonfie che invadono la parte del rigo sottostante dove vengono redatte altre lettere con cui si confonderanno.
La confusione mentale crea confusione di spazi riservati ad altre lettere o ad altri righe.
La scrittura inoltre sarà Pendente, cioè con una evidente inclinazione verso destra, segno di bisogno affettivo che cade sull’ambiente e sulle persone che si conoscono.
La scrittura sembra quasi adagiarsi prostrandosi verso destra, con più sarà evidente tale segno con maggiore evidenza verranno compiuti i gesti di richiesta affettiva.
Potrebbe anche mancare il Margine Sinistro, segno di bisogno della figura materna e del desiderio di tornare ad una fase infantile della propria vita, in cui ancora potevano ambire alla disponibilità di una figura materna.
Si potranno notare anche parecchi Ricci del Nascondimento o della Menzogna per la loro abilità a mentire in ogni occasione.
Sempre per lo stesso motivo di bisogno di attenzione e di affettuosità materna mista a capacità di mentire spesso la scrittura potrebbe rilevare molte deformità rivolte a sinistra, segni che riportano al desiderio del passato, di ciò che fu un tempo e che non c’è più.