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23/05/2019Le abitudini possono trasformarsi in trappole mentali
Alcuni pensieri e modi di agire possono rinchiuderci dentro a delle trappole mentali dannose per il nostro benessere e la nostra tranquillità. Alcuni schemi mentali che attuiamo, anche inconsciamente, possono portarci a prendere decisioni sbagliate o a sviluppare ansia e stress.
La mente automatica
A volte le cattive abitudini che tendiamo a reiterare nel corso della nostra vita, senza che noi ce ne accorgiamo, si trasformano in trappole mentali: questi schemi abitudinari diventano una routine negativa, guidata dalla nostra mente automatica, che a forza di ripetersi può talora sfociare anche in stati depressivi o ansiosi.
Quella che gli psicologi chiamano la nostra “mente automatica” – che elabora le informazioni automaticamente senza consapevolezza da parte nostra – prende il controllo delle nostre azioni senza che noi ce ne rendiamo conto e le trasforma in trappole mentali.
Potresti così ritrovarti nell’abitudine non consapevole di far partire subito dei pensieri negativi quando ti trovi in situazioni di delusione o frustrazione: se la mente automatica prende il sopravvento, non sei più in grado di riflettere oggettivamente sulla situazione in cui ti trovi, perché scatta subito la trappola mentale.
Allo stesso modo dei pensieri negativi funzionano anche le cattive abitudini: atteggiamenti che hai sposato da tempo e che ormai fanno parte della tua routine in modo assolutamente fluido e spontaneo. Avvengono senza che tu debba sprecarci nemmeno un secondo di riflessione.
Queste abitudini “intrappolate” spesso hanno un impatto davvero dannoso sul nostro benessere psicofisico ma possono essere evitate.
Come nascono le trappole
Le trappole, anche dette “schemi”, sono dei bias cognitivi ed hanno origine nella nostra infanzia e nel nostro vissuto, esse agiscono come un filtro attraverso cui leggiamo la realtà e ci approcciamo agli eventi e alle relazioni della nostra vita.
Esse comprendono:
- convinzioni su noi stessi, sul mondo e sugli altri;
- emozioni;
- ricordi;
- percezioni.
Le trappole determinano il nostro modo di pensare, di sentire, di agire, di entrare in relazione con gli altri. Suscitano sentimenti intensi di rabbia, tristezza e ansia. Una volta formate diventano un vero e proprio pilota automatico che dirige molte scelte della nostra vita. Ogni volta che ci si presenta una situazione che attiva lo schema, ecco che reagiamo con i soliti meccanismi di sempre.
L’essere umano nasce con dei bisogni emotivi fondamentali quali il bisogno di:
- sicurezza;
- autonomia;
- autostima;
- espressione di sé;
- buoni rapporti con gli altri;
- avere limiti realistici.
Nell’infanzia e nell’adolescenza questi bisogni non sempre vengono soddisfatti, per una serie di motivi che hanno a che fare con l’ambiente nel quale l’individuo nasce e cresce. Le trappole rappresentano, quindi, tutte le emozioni, i ricordi e i pensieri legati al non soddisfacimento dei bisogni emotivi primari.
Ci sono quattro modi in cui questi bisogni possono essere frustrati:
- Troppo poco di una cosa buona: è il caso in cui non vengono soddisfatti i bisogni di stabilità, sicurezza, accudimento, amore, empatia del bambino. Da questa frustrazione possono svilupparsi schemi quali la deprivazione emotiva e l’abbandono.
- Troppo di una cosa buona: la famiglia può essere iperprotettiva e danneggiare la fiducia in sé del bambino, oppure troppo permissiva (cosiddetta genitorialità eccessiva) o ancora trasmettere un senso di superiorità. Ciò dà origine, ad esempio, alla trappola della dipendenza e delle pretese.
- Eventi traumatici: sono spesso alla base di schemi quali quello dell’inadeguatezza e della sfiducia.
- Interiorizzazione di alcuni aspetti appresi: in una famiglia severa e incentrata sul dovere può venire frustrato il bisogno di spontaneità, da cui ha origine lo schema “standard severi”.
Tipi di trappole
Sono 8 i tipi di trappole mentali che creiamo in base alle nostre abitudini. Vediamole insieme.
Trappola del pensiero catastrofico
È la tendenza ad aspettarsi un imminente disastro e a immaginare automaticamente gli scenari peggiori per il futuro. Questo stile di pensiero delle trappole mentali genera preoccupazione e amplifica l’ansia.
Più ci si preoccupa, e si immagina il peggio, più si rafforza questo atteggiamento nella nostra impostazione mentale. Questa trappola permette a ipotetici scenari negativi futuri di dominare anche il nostro presente.
Invece, dovremmo rimanere ancorati al presente. Nessuno può prevedere che cosa ci riserverà il futuro e ogni ipotesi – tanto più se nefasta – può solo generare in noi apprensione. La vita ci sorprende sempre e non esiste una reale “preparazione” per ciò che arriverà, tanto meno un controllo.
Occorre affrontare il futuro a tempo debito, con gli elementi e gli strumenti di cui disporremo, che saranno tanto maggiori quanto più faremo “scorta” di energie e fiducia.
Trappola della conferma
Consiste nel cercare informazioni che alimentino e confermino le nostre decisioni o la nostra modalità di pensiero attuale. Le trappole della conferma generano veri e propri blocchi, che ci impediscono di percepire e comprendere la realtà nel presente.
Ci condizioniamo da soli rispetto a ciò che riceviamo dall’esterno senza mantenere un’oggettività e una capacità di analisi lucida, in quanto da ogni informazione estrapoliamo solo ciò che conferma il nostro pensiero pre-esistente.
Le uniche conferme da ricercare sono quelle dentro di noi. Proviamo a dialogare con noi stessi, a sostituire le risposte che cercheremmo all’esterno con le risposte che siamo in grado di darci da soli.
Trappola dello stereotipo
Il nostro cervello tende a prendere delle scorciatoie, senza che ce ne rendiamo conto. Tende a giudicare, generalizzare e giungere a conclusioni affrettate secondo schemi mentali appresi, pregiudizi, convinzioni ed esperienze vissute in passato.
Gli stereotipi, in modo del tutto involontario e inconsapevole, prendono il sopravvento sulla logica e precludono la possibilità di una considerazione nuova e libera.
Dovremmo invece liberarci da tutto ciò che crediamo di conoscere, dalle nostre presunzioni e dalle nostre convinzioni limitanti. Osserviamo noi stessi e il mondo come se fossimo persone sconosciute e mondi mai esplorati. Solo così potremo avere dei pensieri nuovi adatti alla nuova situazione.
Trappola dell’indovino
Le trappole dell’indovino consiste nella pretesa di leggere la mente altrui, e cioè nella convinzione di sapere ciò che pensano o sentono gli altri, senza avere delle reali prove.
Siamo sicuri dei pensieri e delle intenzioni delle altre persone senza dare loro l’effettiva possibilità di esprimersi o di essere ascoltati e compresi veramente. Restiamo fermi nella nostra convinzione e difficilmente qualcosa ci smuove.
Noi siamo mondi meravigliosamente complessi e variegati, così come lo sono le altre persone. Nessuno conosce noi fino in fondo ed è in grado di interpretarci davvero; allo stesso modo noi non siamo in grado di farlo con gli altri. Permettiamo agli individui con cui entriamo in contatto la medesima libertà di esprimersi senza essere giudicati ed etichettati.
Trappola del biasimo
Le trappole del biasimo sono la tendenza a voler considerare gli altri responsabili del nostro dolore o dei nostri problemi. C’è sempre qualcuno o qualcosa al di fuori di noi da incolpare. Spesso soprassediamo sulle nostre influenze e responsabilità e non ci assumiamo quella parte di responsabilità delle nostre azioni e delle nostre reazioni. Talvolta assumiamo il ruolo della vittima.
Quando un evento è già accaduto non si può fare nulla per cambiarlo. L’unica cosa che possiamo fare è cambiare noi stessi. Il potere che abbiamo su di noi può spaventare perché è un potere grande, una grande responsabilità. Ma anche una grandissima risorsa.
Scegliamo dunque di essere padroni della nostra vita, scegliamo di accettare che talvolta creiamo dei capolavori e talvolta potremmo fare meglio.
Trappola della visione a tunnel
Le trappole della visione a tunnel consistono in tendenze ad affrontare la vita concentrandosi solo sulla meta, senza goderci il viaggio. La mente vede solo la fine ed esclude tutto il resto, comprese possibilità e opzioni alternative, percorsi e insegnamenti.
Questo atteggiamento può essere utile nei momenti di crisi o emergenza, ma basare la nostra soddisfazione su un evento futuro o passato permette a quell’ipotetico futuro o al rancoroso passato di dominare il nostro presente.
Valorizziamo i piccoli risultati che arrivano giorno per giorno proseguendo una tappa alla volta. Valutiamo la strada fatta come un insieme di movimenti in progressione, che ci permettono di vedere cose che altrimenti non vedremmo e di avere nuovi elementi per ridefinire periodicamente il nostro obiettivo.
Trappola del pensiero conformista
Le trappole del pensiero conformista sono le tendenze ad adeguarsi al modo di pensare degli altri e ad accettare le convinzioni e le opinioni delle altre persone anche quando queste producono sentimenti e comportamenti dannosi per noi stessi.
Attraverso il pensiero conformista è facile restare intrappolati in una interpretazione univoca della realtà, che non ci permette di vedere le cose da una prospettiva diversa.
La realtà è un meraviglioso insieme di infinite possibilità e combinazioni, proprio come noi. Catalogarla e incasellarla in una sola dimensione la limita e ci limita incredibilmente. Liberiamoci dai nostri conformismi, per quando rassicuranti. Diventiamo curiosi di vedere che cosa succederebbe se scoprissimo altre interpretazioni, opportunità e occasioni che finora non avevamo visto.
Trappola dei costi affondati
I costi affondati sono il tempo e lo sforzo investiti in una determinata situazione e che non è più possibile recuperare. Focalizzarci su questi elementi può indurci a cercare di “recuperare”, facendoci persistere nell’impresa.
Quando una situazione è per noi nociva, magari per lungo tempo, e produce conseguenze negative, anziché insistere e continuare a dedicarvi risorse, tempo ed energie, la cosa più sana da fare è distaccarsene.
Non permettiamo al passato di condizionare e dominare il presente. Il passato è andato e in ogni istante si compie un rinnovamento, dentro e fuori di noi. Dobbiamo imparare ad accettare il fatto che a volte per evolvere e migliorare abbiamo bisogno di essere disponibili a rigenerarci.
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