I 3 livelli della manipolazione
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La manipolazione affettiva è una forma di abuso che può avere gravi conseguenze. Quando ci si relaziona con un manipolatore affettivo si subisce una violenza, per lo più psicologica, tale da uscirne annientati e che può lasciare strascichi per molto tempo se non adeguatamente affrontata.
Manipolatore di affetti
La manipolazione affettiva è fenomeno molto più diffuso di quanto tendiamo a immaginare, che si verifica nell’ambito delle relazioni (non solo di coppia) e che può avere conseguenze importanti sulla salute mentale di chi la subisce.
La manipolazione è caratterizzata dall’uso strumentale delle emozioni per controllare o influenzare il comportamento di un’altra persona. Molto spesso è difficile realizzare appieno di essere vittime di manipolazione affettiva, il che spesso porta a sperimentare sentimenti di frustrazione, confusione o esaurimento emotivo, il tutto apparentemente senza un vero motivo.
Il manipolatore affettivo tende a enfatizzare il proprio ruolo di vittima o a utilizzare il ricatto affettivo. Ad esempio, cerca di far sentire il partner in difetto per qualcosa che ha o non ha fatto oppure detto, oppure minaccia l’abbandono e la chiusura della relazione se il partner non farà ciò che il manipolatore si aspetta.
Per proteggersi dalla manipolazione affettiva e disinnescarla quando possibile, è importante avere una forte consapevolezza delle varie dinamiche manipolative e sotto quali maschere si possono nascondere i manipolatori.
Come si comporta
Lo scopo della persona che opera una manipolazione affettiva è ottenere una posizione di “vantaggio” e controllo dell’altro nella relazione, sia essa sentimentale, professionale, amicale o parentale.
Di solito il manipolatore affettivo cerca di indurre nell’altro una di queste sensazioni:
- dubbio su sé stessi
- senso di colpa
- disorientamento
- ansia
- disperazione
- solitudine.
Di solito una persona che manipola gli affetti lo fa perché non vuole sentirsi in balìa dell’altro. Il manipolatore affettivo non vuole (oppure semplicemente non sa o non riesce a) instaurare una relazione sana, armonica e reciproca. Piuttosto, cerca di proteggere sé stessa mantenendo il più possibile un senso di controllo nei confronti dell’altro.
In una relazione sentimentale un manipolatore affettivo può irrigidirsi, diventare freddo e togliere l’affetto, o far sentire in colpa l’altro per cose di poco conto. Può anche sparire e non rispondere ai messaggi per diverse ore o giorni.
Questo destabilizza il partner, perché un manipolatore affettivo è capace di comportarsi anche in modo molto affettuoso, caldo e accogliente. È proprio questa la caratteristica di un vero manipolatore: la capacità di adattarsi alle aspettative dell’altro per ottenere fiducia e poi di diventare anche molto cinico e calcolatore pur di ottenere ciò che desidera.
L’obiettivo è sempre mettere l’altra persona in una condizione di dubbio e incertezza.
Paradossalmente, l’emotività quasi assente del manipolatore affettivo spesso attira proprio le persone più vulnerabili e propense a subire il suo comportamento, in un gioco di schemi complementari che può avvicinarsi a dinamiche relazionali sottilmente sadomasochistiche.
Come riconoscerlo
Non è facile capire se una persona è una manipolatrice affettiva. Un manipolatore affettivo, infatti, potrebbe essere anche molto abile a camuffarsi agendo come partner premuroso e attento. Fa parte della sua strategia, che a volte è più consapevole e a volte meno.
Tuttavia, esistono alcuni segni di riconoscimento tipici di un manipolatore affettivo. Questi sono:
- l’utilizzo del ricatto emotivo, ovvero una comunicazione del tipo: ti darò il mio affetto e il mio amore solo se tu farai, penserai, agirai come io desidero
- l’irascibilità quando non vengono soddisfatti i suoi desideri e bisogni in modo immediato
- la scarsa disponibilità – celata a volte da una superficiale cordialità – nell’incontrarsi a metà strada. Il partner, ad esempio, può accorgersi dopo un po’ di tempo che, comunque vada, si fa sempre come vuole l’altro
- repentini cambiamenti nell’affettività, dall’essere molto affettuosi all’essere freddi, scostanti e irritabili in breve tempo
- sparire per ore ad esempio via messaggio, anche quando si è disponibili
- doppi standard nelle relazioni, tali per cui una regola va bene se imposta al partner, ma non vale per il manipolatore affettivo.
In sostanza, è un manipolatore affettivo se:
- si comporta in modo controllante e possessivo
- mente e distorce la verità (in quel caso di parla di gaslighting)
- isola la vittima dalla famiglia e dagli amici
- ti provoca sensi di colpa
- rende difficile l’espressione delle tue opinioni e dei tuoi bisogni
- mostra un comportamento passivo-aggressivo
Ecco alcune frasi tipiche che un manipolatore affettivo potrebbe usare per ottenere controllo e manipolare gli altri:
- “Se davvero mi amassi, faresti quello che ti chiedo.”
- “Nessuno ti capirà come faccio io, sei così fortunato/a ad avere me.”
- “Fai sempre le stesse cose sbagliate, non posso fidarmi di te.”
- “Sei così sensibile, devi imparare a non prendere tutto così sul personale.”
- “Mi fai sentire così male quando non esci con i tuoi amici, non ti rendi conto di quanto mi ferisci?”
Come comportarsi
Innanzitutto, è necessario capire se il partner è davvero una manipolatore affettivo, oppure se magari è solo permaloso, o poco capace di sintonizzarsi emotivamente. Se il partner non corrisponde a ciò che ci aspettiamo, allora non sempre è un manipolatore affettivo.
Se, però, abbiamo riscontrato tutti i segni tipici del manipolatore affettivo, in un arco di tempo ragionevole per attribuire i suoi comportamenti più a tratti di personalità che a oscillazioni normali di chiunque di noi, allora possiamo utilizzare alcuni accorgimenti per difenderci.
Pausa di riflessione
Il primo consiglio è quello di prendersi una pausa di riflessione. I manipolatori affettivi sono molto abili nel far credere al partner che cambieranno, che hanno capito la lezione e che stanno migliorando. In realtà, i miglioramenti sono spesso fittizi e fanno parte della manipolazione.
Per cambiare, un manipolatore affettivo ha bisogno di un lavoro intensivo su di sé con una psicoterapia. Non possono cambiare da soli.
Spesso il partner di un manipolatore (o manipolatrice) tende a rimanere insieme a quella persona più a lungo del necessario, perché i manipolatori affettivi sono talentuosi a far credere che va tutto bene o che le cose miglioreranno. Meglio non perdere tempo, dunque, in una relazione che quasi certamente ci prosciugherà.
Essere assertivi
Il secondo consiglio è quello di sviluppare l’assertività. È importante saper affermare i propri diritti e rimarcare i confini di ciò che siamo disposti ad accettare e cosa no in una relazione. Se impariamo a rispettare noi stessi anche gli altri saranno costretti a farlo, ma prima dobbiamo incominciare da noi.
I manipolatori affettivi utilizzano spesso il senso di colpa e il ricatto emotivo come armi di persuasione, ecco perché dobbiamo imparare a mantenere una posizione in modo saldo. Mai farsi condizionare dalle loro osservazioni, impariamo a fidarci invece del nostro pensiero.
Prendersi cura di sé
L’ultimo consiglio è quello di prendersi cura di sé e intraprendere un percorso di ricerca della propria autostima e capire come mai siamo stati attratti proprio da quella persona, senza renderci conto di chi ci trovavamo davanti.
A volte, quando veniamo attratti da un manipolatore affettivo, vuol dire che nelle sue modalità relazionali abbiamo identificato uno schema a noi familiare.
Gli schemi disfunzionali, per quanto dannosi, possono esercitare una forza gravitazionale, dal momento che questi schemi sono a noi conosciuti, e la nostra psiche tende a preferire ciò che conosce a ciò che non conosce. Per questo motivo potremo ritrovarci a preferire determinati tipi di persone
Una strategia molto efficace per destabilizzare il manipolatore affettivo e metterlo in crisi consiste nell’utilizzare le sue stesse strategie contro di lui.
L’indifferenza
Il manipolatore affettivo ha bisogno di essere adorato, approvato o odiato dalle persone che lo circondano. Ha bisogno di scatenare una reazione in qualunque modo possibile per affermare la propria esistenza.
L’indifferenza è quindi un’arma potentissima per stabilizzare il manipolatore affettivo. Si tratta di una “variazione” del suo silenzio, della sua abitudine a sparire periodicamente.
Accettare un appuntamento e disdire all’ultimo momento, affermare di avere altri impegni proprio nel giorno e all’ora in cui vuole organizzare un incontro, liquidare le sue critiche con una stretta di spalle renderà assolutamente inutili e inefficaci le sue strategie abituali. In questo modo tutto il suo schema di comportamento andrà in crisi.
Molta ironia
L’ironia è un’altra arma molto potente contro il manipolatore affettivo e contro un narcisista. Questi soggetti infatti tendono a prendersi molto sul serio e a ingigantire i propri meriti e le proprie imprese.
Ironizzare sulle loro storie sempre esagerate, sminuire i loro meriti o la loro persona con una battuta pungente e dimostrare di non essere impressionati dai loro racconti e dal loro atteggiamento sarà quasi insopportabile per il narcisista o manipolatore.
Canalizzare la rabbia
Come si è già detto, il manipolatore affettivo si nutre dei sentimenti che riesce a generare nelle persone. Non importa che quei sentimenti siano di amore, ammirazione, odio o disprezzo. Ciò che gli importa è di essere tenuto in considerazione, di essere importante in qualche modo, per un periodo più o meno breve.
In particolare, quando il manipolatore affettivo riesce a generare rabbia nel suo interlocutore raggiunge un apice di soddisfazione che difficilmente riesce a provare con altri mezzi.
È fondamentale riuscire a controllare la propria rabbia senza manifestarla, oppure canalizzandola attraverso l’ironia o il sarcasmo, con la consapevolezza che si sta togliendo nutrimento emotivo al manipolatore.
In questa fase la vittima deve riuscire a trasformare la rabbia tossica, cioè quella che è stata indotta dal narcisista e che non si è manifestata per lungo tempo, in una rabbia strumentale.
Bisogna imparare a controllarla per renderla uno strumento di offesa contro il narcisista. In entrambi i casi la rabbia non viene manifestata direttamente, ma gli obiettivi e la consapevolezza con cui si sceglie di non farlo sono completamente differenti.
Lo specchio
Le cause per cui un individuo diventa un manipolatore affettivo o si trasforma in un narcisista perverso affondano nella sua storia personale e molto spesso risalgono alla sua infanzia. Tutto quello che il manipolatore fa nella sua vita da adulto è finalizzato a nascondere la propria vulnerabilità e la sofferenza provata in passato, cercando disperatamente di non mettersi nella stessa situazione.
Dopo aver compreso quali sono le motivazioni alla base del suo comportamento, si potrebbe decidere di rivelarle al manipolatore. Metterlo duramente davanti alle sue debolezze e alle falle nella sua emotività innescherà una reazione emotiva devastante, che probabilmente il manipolatore cercherà di nascondere sul momento, ma che lo ferirà profondamente poiché comprenderà che il suo gioco è stato scoperto e che qualcuno lo ha visto per quello che è davvero.
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