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09/02/2023Il ricatto affettivo è una forma di manipolazione.
Attraverso il ricatto una persona cerca di fare leva su fattori emotivi e sentimentali per influenzare le azioni di qualcun altro senza che questi se ne renda conto apertamente.
Ci sono delle caratteristiche che possono aiutare a riconoscerlo e una volta compresi per trovare il modo per rompere questa dinamica tossica.
Partiamo da una breve premessa: ricatto affettivo e manipolazione non sono la stessa cosa. Il ricatto affettivo è sempre una forma di manipolazione, ma non tutte le manipolazioni hanno la forma del ricatto.
Quando si parla di manipolazione ci si riferisce a quelle modalità comunicative attraverso le quali qualcuno cerca di influenzare le azioni o le idee di qualcun altro, senza che questi se ne renda conto, facendo leva su fattori emotivi e sentimentali.
Più la relazione affettiva è significativa e più è facile che la manipolazione si trasformi in ricatto perché uno dei modi per convincere qualcuno a fare qualcosa è fare leva su paura dell’abbandono, senso di colpa e senso del dovere.
Più la relazione affettiva è significativa e più abbiamo da perdere, e la paura di perdere qualcuno è lo strumento principale del manipolatore.
Manipolazione che diventa ricatto
Una manipolazione diventa ricatto quando è usato ripetutamente per costringerci ad accettare le richieste del ricattatore a spese del nostro benessere.
Tali richieste possono essere di varia natura e importanza: richieste piccole, richieste rilevanti per la nostra integrità morale, richieste relative a decisioni importanti nella nostra vita.
Non è tanto il contenuto, quanto la modalità: non è il cosa, bensì il come a fare il ricatto.
Il ricatto affettivo è una dinamica relazionale che coinvolge (almeno) due persone le quali, in modo diverso, contribuiscono ad alimentarla.
La dinamica relazionale del ricatto affettivo è caratterizzata dalla presenza di alcuni elementi che sono sempre: la richiesta, la resistenza, l’intensificazione della richiesta e la minaccia.
La richiesta è ciò che più di tutto contraddistingue un ricatto affettivo: il ricattatore vuole qualcosa da te, anche se non sempre ti dice apertamente cosa.
La richiesta infatti può essere esplicita oppure velata, precisa o indistinta (lo vedrai meglio quando parleremo dei tipi di ricattatori): il punto è che c’è qualcosa che tu dovresti fare per il ricattatore.
Questo qualcosa però ha un costo che, per chi la subisce, è ingiusto o non dovuto, per questo il primo passo istintivo di fronte alla richiesta è la resistenza.
Si passa quindi al secondo elemento perché, nonostante la resistenza, la persona finisce dall’agire come da richiesta, accontentando il suo ricattatore.
Di fronte alla resistenza la dinamica del ricatto si fa più intensa, perché di fronte al tuo no o al tuo non so, il ricattatore insiste, fa pressione affinché tu ceda alla sua richiesta.
La pressione può essere fatta in molti modi, attraverso il quarto elemento del ricatto affettivo, ovvero la minaccia delle conseguenze di un tuo rifiuto.
Se non accetti, ci saranno delle conseguenze.
Non sempre la minaccia è esplicita ed è uno dei motivi per cui è più difficile riconoscere il ricatto affettivo.
Spesso il tipo di minaccia è talmente coerente con le caratteristiche di quel rapporto relazionale e si è talmente abituati a pensare che i rapporti funzionino così, che non sembra una minaccia vera e propria bensì una logica e inevitabile conseguenza.
Di fronte alla pressione e alla minaccia del ricatto, si sperimentano una serie di emozioni confuse e negative che il più delle volte (se non si ha la consapevolezza di quello che sta accadendo) spinge ad accettare, a cedere al ricatto, ad arrendersi alla richiesta.
Strumenti del ricatto affettivo
Esistono alcune strategie classicamente utilizzate da chi attua la dinamica del ricatto affettivo, strumenti che permettono al ricattatore di fare leva sui sentimenti della vittima e di orientarne in tal modo le azioni e i comportamenti.
Vediamo quali.
- Interpretazioni tendenziose: Le tue parole, il tuo comportamento viene travisato, strumentalizzato, interpretato in modo tendenzioso: l’analisi del ricattatore serve a dimostrare le tue mancanze o i tuoi difetti e che tu stai sbagliando.
- Etichette: Il tuo no o la tua reticenza ad accettare la richiesta e il ricatto, agli occhi del ricattatore rivela aspetti negativi del tuo carattere, i tuoi difetti, le tue mancanze.
- Processo alle intenzioni: Al tuo comportamento o alle tue parole vengono attribuite intenzioni che non ti erano mai passate per la testa (e che ovviamente ti mettono in cattiva luce).
- Patologizzare: Il tuo no o la tua reticenza ad accettare la richiesta e il ricatto, agli occhi del ricattatore rivela i tuoi disturbi o i tuoi problemi mentali. Simile alle etichette, ma in questo caso l’etichetta riguarda specificamente la patologia.
- Alleanze strategiche: Questa strategia è spesso usata in famiglia (anche nei contesti lavorativi non è rara) e consiste nello stringere alleanze per fare pressione e convincere la persona a cedere alla richiesta ed al ricatto.
- Paragoni negativi: Agli occhi del ricattatore, il tuo rifiuto o la tua reticenza rivelano la tua somiglianza con qualcuno che disprezza oppure la tua differenza con qualcuno che apprezza.
Rientrano nella categoria delle alleanze strategiche tutte le situazioni in cui la richiesta è fatta tramite un ambasciatore a cui faresti più fatica a dire di no (tipo famiglia che vuole convincere la figlia reticente a mangiare ogni domenica a casa loro e chiede al nipotino di insistere con la mamma di andare dai nonni).
Rientra nella categoria il fare la richiesta davanti ad altre persone solidali con il ricattatore (“facciamo un figlio?” chiesto davanti ai genitori ansiosi di avere un nipotino), il tirare in ballo figure autorevoli per dimostrare la liceità della richiesta o delle etichette che il ricattatore ti attribuisce (“non lo penso solo io, anche il mio medico mi ha detto che sei patologico coi tuoi modi di fare”), il fare la richiesta davanti a persone con cui non sei a tuo agio e saresti in difficoltà a dire di no (“amore, andiamo in vacanza con Carmen questo mese?” chiesto davanti a Carmen, con cui tu non vorresti andare in vacanza).
Spezzare la dinamica del ricatto
Inutile convincere il ricattatore affettivo della dinamica sbagliata che usa per ottenere ciò che vuole, visto che sicuramente rientra nelle sue modalità ordinarie con cui si rapporta con gli altri.
È più facile raggirare il ricatto ed evitarlo.
Prendiamo ad esempio la metafora della pesca: non puoi impedire all’altro di tendere l’amo, ma hai la facoltà di scegliere se abboccare o meno.
Occorre fare una precisazione: non tutte le minacce del ricatto sono reali, il più delle volte sono usate solo per instillare nella vittima la paura, ed è questa lo strumento principale del ricattatore.
In tutti i casi potrebbe esserci la possibilità di rischiare un qualcosa, come in tutte le dinamiche relazionali cercare di modificare il comportamento dell’altro porta sempre a dei risultati, spesso non sono quelli sperati ma comunque nel tempo il risultato è sicuramente positivo per chi non cede al ricatto.
Ne guadagnerà sicuramente in sicurezza e stima personale.
Sta a noi tracciare il confine di ciò che nei rapporti è consentito e ciò che non lo deve essere, una specie di steccato a difesa di ciò che non è negoziabile, ovvero tutte quelle cose (che sta a noi scoprirle) su cui si fonda il senso dell’integrità, dell’amor proprio e del rispetto.
Costi quello che costi.
È un percorso che può essere difficile, ma è il presupposto necessario per vivere libera da catene e per sperimentare relazioni in cui tu possa crescere ed espanderti (invece di lasciarti prosciugare).
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